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FEAR OF THE DARK

 

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« Messaggio #459Messaggio #461 »

Post N° 460

Post n°460 pubblicato il 15 Settembre 2006 da MR.finanza

Humanomalies

Death SS, Humanomalies (2002) - INDUSTRIALE - LuciferRising/Self - giudizio:

Attivi sin dal 1977, i nostrani Death SS s’inseriscono a pieno titolo tra i pionieri dell’horror metal: dalle mascherate degli esordi alla svolta della tetralogia di concept che dovrebbe chiudersi con The Seventh Seal (atteso per il 2006) hanno attraversato tutti gli stili riconducibili al genere, fino alla particolare visione dell’Industrial di Humanomalies.

Le risate e grida di bambini di The Sideshow c’immergono in un’atmosfera da fiera e una voce annuncia l’inizio dello spettacolo circense accompagnata da una marcia per banda paesana. Improvvisamente, con un salto nella tonalità minore, le risate diventano più sinistre e le grida più strazianti. Non è un semplice spettacolo di animali o acrobati quello a cui stiamo per assistere, ma uno psicotico passatempo di esseri umani che scrutano dei “diversi”.
La musica di Grand Guignol ci viene sbattuta violentemente in faccia tramite suoni elettronici e un riff ossessivo; quasi fosse uno slogan, il ritornello ci convince che “sangue e brividi saranno garantiti per tutti”. Il puzzle di voci e rumori non ci abbandona in Hell on Earth: l’inferno sulla terra consiste nell’avere come amante una creatura per metà bestia e per metà donna, mostro e Dea, fenomeno in grado di pietrificare dal terrore ma anche di scatenare un’irrefrenabile passione. Il doppio volto dell’amante si riversa anche nell’architettura del brano: la chitarra si divide tra un pianto dolorosamente bestiale e un aggressivo riff, mentre l’approccio melodico della voce è controbilanciato da uno statico effetto chorus.
L’avanguardia è raggiunta da Pain. Non stiamo più parlando di orrore visivo, né di dolore fisico vero e proprio, ma di un tormento che logora dall’interno. Le voci si fanno strumento ritmico, pulsazione, descrizione dell’emozione, e la sezione centrale è una figura a metà strada tra battito cardiaco (interno) e sinistro passo in avvicinamento (esterno). Se dell’interno si occupa la sezione ritmica attraverso anche le raffinatezze dell’effettistica vocale, i brividi sono opera delle gelide tastiere e della chitarra lancinante.
L’orrore interno al corpo si sposta, in Mind Monstrosity, nella mente, dove a esseri anomali si accoppiano strani suoni e rumori; certi effetti che sembrano presi a prestito dal sonoro di un film di fantascienza, in The sleep of reason si amalgamano a un più classico organico fatto d’archi e piano, ma abbiamo qui, paradossalmente, uno dei pochi assoli di chitarra. La schizofrenia musicale è espressione delle liriche. Ora è il mostro ingabbiato nella mente di ognuno di noi che parla: voce (o “voci”?) smorzata, quasi quella di un paziente sotto ipnosi.
La liturgica richiesta di pietà del Miserere si tinge di Medioevo con i colori dell’organo e del profondo coro in stile gregoriano. L’organo si dispiega severo e monolitico nella stanza più fredda del disco, buia e immensa come un’antica cattedrale. Il colore si fa più sintetico nello stacco repentino che lega questa breve composizione a Sinful Dove. Restiamo in ambito ecclesiastico, ma la durezza della chitarra e del basso rivela il conflitto interiore della figura adesso rappresentata: una suora alle prese con le sue fantasie notturne, nel chiuso della sua stanza. La strofa soffocata, geometrica, risulta quasi più claustrofobica della quarta traccia, quasi volesse prendere le misure della gabbia in cui la peccatrice si è rinchiusa. La tastiera cinguetta e zampilla liquida come sangue che scorre. L’incalzare singhiozzante degli altri strumenti sembra rimpicciolire progressivamente l’ambiente, strozzandolo da stanza a letto (o altare?), da letto a corpo (o sacrario?), dove l’eucaristia acquista un significato morboso nello spazio ancor più ristretto (o immenso?) delle fantasie della suora. Le ripetute spinte dell’accompagnamento portano al climax e all’apertura del ritornello che, sul volo della colomba, si distende melodicamente.
Le fantasie perverse della suora quasi sbeffeggiano il jagger-amarcord della cover, dove chi trovava anormale una certa “simpatia per il diavolo”, resta sconcertato al discoprirsi del velo: l’uomo vagheggiato dalla colomba peccatrice è Cristo solo agli occhi di un’anima tentata, chi si nasconde dietro quest’apparenza è qualcun altro (ma cosa sarebbe peggio?). Torna dunque il tema della relatività dell’orrore: è più anormale una donna dall’apparenza bestiale, ma capace di provare passioni e sentimenti, o un essere umano che soffoca i propri istinti naturali? Dal punto di vista musicale, la rielaborazione del brano degli Stones fa perno principalmente sull’innesto di ricercatezze elettroniche, soprattutto a livello tastieristico e vocale.
Il circo ha da sempre un doppio volto. Popolato da esseri umani bellissimi in abiti luccicanti è anche spazio per belve feroci; ma sono semmai queste ultime, di solito, a soggiacere cinicamente alla volontà dell’uomo. Allegro e sfortunato al tempo stesso, pure il clown è una maschera ambigua capace di inquietare. E qui si tratta espressamente di un circo della morte. Niente bellezza e niente allegria. La bipolarità permane solo a livello musicale. Circus of Death parte in sordina e il contrasto col potente riff di chitarra in distorsione (una parziale trasposizione della Marcia Funebre di Chopin) risulta straniante.
Feast of Fools e Evil Freaks sono le tracce dalla struttura più tipicamente heavy, se non altro per il ruolo di maggior spicco ricoperto dalla chitarra. Lo schema è il classico strofa-ritornello, ma associato al collage rumoristico. Siamo di fronte al ribaltamento tipico del Carnevale: adesso guidano i folli.
American Psycho, lo psicopatico ideato da Easton Ellis, è solo un pretesto per mettere in scena orrori che si nascondono dietro altre maschere di apparente razionalità. Ciò che sembra essere messo in discussione è lo strapotere decisionale di chi si arroga il diritto di mantenere un ordine soggettivo attraverso il controllo dello schermo. Voci e strumenti si trascinano affannosamente in avanti quasi fossero un corteo di condannati a morte. Il ritornello suona tra parodistico inno nazionale e coro di schiavi al lavoro. La sperimentazione elettronica si spinge fino alla dissonanza, in una matassa di suoni che pare simboleggiare il livello d’intelligibilità del messaggio in discussione. In Weird World i suoni si fanno sempre più caotici e disumani e l’anima del circo infine ride di noi stessi, non più capaci di distinguere le promesse fatte durante il Grand Guignol da quelle dell’American Psycho.
Se il lavoro si era aperto con la presentazione dei mostri quali fenomeni da baraccone, dopo questa carrellata non sorprenderà la conclusione (Abnormal) che, in realtà, solo chi è diverso può vincere la paura e conquistare la libertà: il normale è limitato, appartiene a un mondo ordinato (da chi e perché?) e perfetto (davvero?) a cui si conforma solo per esigenza di sicurezza (ma chiuso nella sua stanza che fa?). Lo scherzo della natura può esser visto come scultura vivente, artista anche solo grazie al suo corpo (troviamo samplers tratti da esibizioni di body performers) e lo shock visivo è forte proprio perché non mediato da rassicuranti maschere e bugie. Le sonorità estremamente sperimentali sono ormai al di fuori dei limiti (umani?) e lo show sfuma lasciandoci addosso la sensazione che i personaggi che abbiamo incontrato non siano ancora stati congedati, o forse… after all, It Was You and Me…

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Artista: Metallica
Titolo: Master Of Puppets

End of passion play, crumbling away
I'm your source of self-destruction
Veins that pump with fear, sucking darkest clear
Leading on your death's construction

Taste me, you will see
More is all you need
You're dedicated to
How I'm killing you

Come crawling faster
Obey your master
Your life burns faster
Obey your master
Master

Master of puppets, I'm pulling your strings
Twisting your mind and smashing your dreams
Blinded by me, you can't see a thing
Just call my name, 'cause I'll hear you scream
Master
Master
Just call my name, 'cause I'll hear you scream
Master
Master

Needlework the way, never you betray
Life of death becoming clearer
Pain monopoly, ritual misery
Chop your breakfast on a mirror

Taste me you will see
More is all you need
You're dedicated to
How I'm killing you

Come crawling faster
Obey your master
Your life burns faster
Obey your master
Master

Master of puppets, I'm pulling your strings
Twisting your mind and smashing your dreams
Blinded by me, you can't see a thing
Just call my name, 'cause I'll hear you scream
Master
Master
Just call my name, 'cause I'll hear you scream
Master
Master

Master, master
Where's the dreams that I've been after?
Master, master
You promised only lies
Laughter, laughter
All I hear and see is laughter
Laughter, laughter
Laughing at my cries
Fix me

Hell is worth all that, natural habitat
Just a rhyme without a reason
Never-ending maze, drift on numbered days
Now your life is out of season

I will occupy
I will help you die
I will run through you
Now I rule you, too

Come crawling faster
Obey your master
Your life burns faster
Obey your master
Master

Master of puppets, I'm pulling your strings
Twisting your mind and smashing your dreams
Blinded by me, you can't see a thing
Just call my name, 'cause I'll hear you scream
Master
Master
Just call my name, 'cause I'll hear you scream
Master
Master


 

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Fear Of The Dark


Traduzione di Fear Of The Dark


I am a man who walks alone
And when I'm walking a dark road
At night or strolling through the park

When the light begins to change
I sometimes feel a little strange
A little anxious when it's dark

Fear of the dark, fear of the dark
I have constant fear that something's
always near
Fear of the dark, fear of the dark
I have a phobia that someone's
always there

Have you run your fingers down
the wall
And have you felt your neck skin crawl
When you're searching for the light?
Sometimes when you're scared
to take a look
At the corner of the room
You've sensed that something's
watching you

Have you ever been alone at night
Thought you heard footsteps behind
And turned around and no one's there?
And as you quicken up your pace
You find it hard to look again
Because you're sure there's
someone there

Watching horror films the night before
Debating witches and folklores
The unknown troubles on your mind
Maybe your mind is playing tricks
You sense, and suddenly eyes fix
On dancing shadows from behind

Fear of the dark, fear of the dark
I have constant fear that something's
always near
Fear of the dark, fear of the dark
I have a phobia that someone's
always there

When I'm walking a dark road
I am a man who walks alone


 

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