Chiaroza

Caro blog.

E mentre mio papà guida io guardo fuori con occhio distratto. La strada è sempre la stessa, piena di curve e piuttosto stretta. La maggior parte delle volte mi trovo a dover mantenere i 30 km/h perché davanti ho l'autobus che si ferma ad ogni pisciata di cane ed è quasi impossibile riuscire a sorpassarlo. Stasera non mi pesa, tanto non guido io. Sono lì, comodamente seduta a spiare le case che ormai conosco a memoria facendomi cullare dai sobbalzi dati dai rallentatori di velocità.
Alla mia destra una casa particolarmente arancione. Mi domando che razza di gusto possa avere una persona che abita in una casa dello stesso colore delle casacche dell'Anas.
Un centinaio di metri più avanti, fortunatamente nascosta da una fitta schiera di casette basse anni '50, la magione di qualche fanatico del cristianesimo (semicit.): una casina a due piani, muri esterni bianchi tappezzati di ceramiche raffiguranti Madonne e Cristi in stile Della Robbia.
Giro la testa a sinistra e la finestra aperta di una palazzina richiama il mio occhio che da distratto è diventato vigile e critico. Luce al neon e  pareti rivestite in ogni centimetro da poster di pugili. Mura senza respiro.
Questa mia curiosità verso le case altrui e questa sconsiderata voglia di ascoltare la Caselli mentre scribacchio mi stanno facendo sentire leggermente posseduta da Nanni Moretti.
Ma non è questo il punto.
Il punto è che credo che gli abitanti di questa zona abbiano un gusto estetico veramente dimmerda, e lo dico proprio con la stessa aria snob di Nanni.