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« Meditazione e terapia del dolore | Messaggio #4 » |
Post n°3 pubblicato il 15 Agosto 2008 da thecityhunter
Vedo molte persone con dolori cronici. I miei pazienti sono prevalentemente fibromialgici. Persone che sono in un certo senso rifiutate perchè la medicina non ci capisce nulla: un medico dice che è ansia, un altro la digestione, un altro cefalea, un altro depressione....E vai di terapie di tutti i generi: antidepressivi, antinfiammatori, sonniferi, chi addirittura ti opera non si sa neanche poi per che cosa :( Sono pazienti difficili; a detta di molti poi non hanno niente ma si inventano tutto...Gli esami sono tutti negativi, quindi sono malati immaginari :( Invece i dolori ci sono e sono fortissimi, la fibromialgia è una sindrome invalidante, senza contare poi che può essere l'anticamera per patologie ben più gravi. Eppure c'è gente che ha perso lavoro e affetti per una malattia grave e non riconosciuta. Insomma, la fibromialgia è la morte del reumatologo, del neurologo, dello psichiatra....Allora che fare? Niente, uno i dolori se li deve tenere. Ma forse no...o perlomeno molta gente si rivolge a me come psicologo perchè è una strada nuova, e sembra possa dare alcuni risultati utili. Si utilizzano tecniche di rilassamento, di meditazione, anche il reiki. Sono terapie assolutamente a costo bassissimo se non a costo zero, tecniche che i pazienti possono imparare ed utilizzare per tutta la vita quando piu fa loro piacere. E hanno anche evidenze scientifiche, alla faccia di coloro che le snobbano. Spesso consentono anche di ridurre i farmaci. I pazienti si vogliono piu bene, imparano ad avere una parte piu attiva nella loro malattia; cambia il concetto di medicina: non è piu il medico che dall'alto esercita il suo potere curativo, ma è una collaborazione tra medico e paziente, un nuovo modo di intendere e di considerare la persona. Non più un oggetto, un numero, un organo malato; una persona. Dal mio punto di vista anche la psicologia cambia. Non hanno piu senso i concetti come il setting classico;non esiste più la visita di tot minuti e arrivederci...Esiste una collaborazione diversa con il paziente che soffre, esiste lo stargli vicino per quanto possibile, l'accompagnarlo e insegnargli a volersi più bene. Esiste l'insegnargli ad ascoltare e ad ascoltarsi. Cambia veramente il concetto di relazione medico-paziente e psicologo-paziente. Si coopera, si esce insieme, si parla....Il rapporto è cambiato. Bisogna imparare dai pazienti. Bisogna saperli ascoltare. E' finita l'epoca del lettino dello psicoanalista, è finita l'epoca dei baroni. Esistiamo io e l'altro. Insieme. |
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