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alcuni passi dal libro cuor di veneto

Post n°149 pubblicato il 24 Ottobre 2010 da mekiusuper

quì nel veneto cominciavamo a lavorare da bambini per sentirci utili, eanche non sentirci soli.Quasi mai per soldi e quasi sempre trattenuti nello slancio dai nostri genitori , anche quando le condizioni economiche familiari avrebbero consigliato l'esatto contrario, perche i padri , e le madri ,che erano ignoranti ma non stupidi,consideravano qualsiasi attività extrascolastica pregiudizievole al rapido conseguimento di quel benedetto pezzo di carta che ci avrebbe sottratti per sempre alle fatiche dei campi, delle officine, delle fonderie , delle botteghe artigiane.                  AH dunque volete giudicare noi veneti dal rapporto che intratteniamo con la fatica quotidiana, con la proprietà privata, con i nostri centri storici circondati da mura merlate , con lo straniero??Ma che potete saperne voi,se non siete nati nelle terre bagnate  dal fiume sulle rive solo il coraggio di un Papa, Leone Magno,riuscì a fermare le orde di Attila,flagello di Dio?Se non avete il terrore  dei barbari ,degli invasori, nel corredo cromosomico??Se non discendete da una stirpe che vide la sua antenata Rosmunda costretta a bere vino dal teschio del padre cunimondo,trasformato in coppa dal marito Alboino??se non abitate in una piazzaforte militare dove per secoli le donne furono ingravidate dalla soldataglia di turno??se non vivete in una città she ancora oggi riesce a celebrare le ragioni del cuore solo in una cripta buia,fra sepolcri dei Capuletti,perchè deve la sua fama internazinale  a un doppio suicidio,questa (fair Verona) Shakespeariana dove Tebaldo uccide Mercuzio,Romeo uccide Paride, Romeo uccide Romeo,Giulietta uccide Giulietta??se la vostra patria millenaria non hà visto i suoi martiri fucilati,il suo vessillo calpestato,le sue insegne lapidee col Leone di San marcoscalpellate via a una a una dai muri degli edifici storici,i suoi altari prafanati,i suoi santi patroni bruciati,i suoi palazzi depredati, i suoi dipinti e i suoi incunaboli trafugati.Voi volete giudicare noi veneti dal rapporto che intratteniamo con gli ( schei) perchè probabilmente ne avete sempre avuti, pochi o tanti che fossero.                Luciano Benetton,che è natonel 1935 ed è cresciutoin una provincia dove i contadini affamati mangiavano le pantegane arrosto,a 10 anni perse il padre leone che manteneva la famiglia vulcanizzando copertoni di bicicletta. Mi hà confessato:( ancora adesso ,davanti a un vassoio di paste ,non scelgo qella che mi piace di più, ma la più grossa. come da bambino,quando bisognava badare sopratutto a riempirsi la pancia) del resto il suo amico Sergio Saviane originario di Castelfranco veneto, era convinto che i veneti,soprattutto quelli benestanti,fossero rimasti fermi ai tempi del Ruzzante .(quando si metteva in tecia tutto quelloche respirava, anche le mosche) e mi raccontava delle sue allucinanti cene del sabato sera ,in compagnia di Benetton,(nelle ville dei magnabisse,gente che mangia pavoni,scoiattoli,martore e il carbonasso,una serpe innocua delle campagne, bisata de tera la chiamano, anguilla di terra ,gente che fà sette -otto tipi di minestra con i fegatini,e il risotto alla sbirraglia,che è detto così perchè l'anno inventato gli sbirri:i Gonzaga divoravano i pollastri e al corpo di guardia giù di sotto buttavano le ali, le creste,le zampe,i cogloni)

 
 
 
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