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Post n°16 pubblicato il 28 Giugno 2013 da captain_harlock_7
Il ritorno 01/07
Mi sveglio di buon mattino, le prime luci del sole filtrano tra le piante del campeggio, all’esterno è tutto umido della rugiada della notte, beh, cominciamo a sistemarci, alleggerimento fisiologico, e successivi, speriamo che il sole arrivi presto, intato comincio a sistemare sacco a pelo, e per il materassino autogonfiabile in apertura non c’è problema, il difficile è ripiegarlo, e svuota l’aria e chiudilo, non ci stà ancora, riapri, svuota l’aria, ah, ecco finalmente ci sono riuscito! Bene, sistemato il conto possiamo avviarci per il giro con ritorno . Raggiunto il gruppo in orario perfetto! Allora deciso, andiamo a fare il Passo delle Erbe, visto che non siete ancora tutti pronti, io comincio ad andare avanti, così viaggio con calma, ci vediamo al bivio per il passo, se non mi raggiungete prima. Scendo tranquillo la strada che quei forsennati mi avevano fatto fare da Valdaora a S.Candido, dai 60 agli 80, il traffico è più in senso inverso, dalla mia parte solo qualche auto. Prima di partire mi ero guardato il percorso sulla carte dell’alto Adige del 1983 e non erano riportate le strade nuove, così per no sbagliare entro in Brunico e seguo le indicazioni per la Val Badia. Dopo la deviazione per S.Virgilio di Marebbe, sulla destra c’è un bivio, mi fermo, e controllo la carta, no, non è questo, qualche kilometro più avanti. Proseguo, la strada è in ombra perché percorre un piccolo canyon, con il torrente sulla destra, e quando la valle si allarga ed esco al sole, trovo il bivio, mi fermo, aspetto un attimo, quindi vedo un distributore, facciamo benzina che è meglio. Risalgo al bivio, non sono ancora arrivati, spengo la moto, ed eccoli che arrivano, s’incamminano verso il paese, 2 colpi e Mr. Puffpuff, non parte, o cacchio! Beh, c'è la discesa, 2, 3, 4, discesa finita e non parte, oh, altra discesa sulla destra e si rimette in moto, mi rimetto all’inseguimento, alla fine delle ultime case gruppo compatto. CapitanFede sarà la nostra guida, e sapendo che la strada è stretta mi accodo subito, queste sono le strade che mi piacciono, mi metto alla gista distanza e lo seguo nelle evoluzioni, prima si sale nel bosco, poi si scende in una valletta erbosa, CapitanFede da buona guida verifica che nessuno sbagli strada sui bivi, qualche moto in senso contrario, qualche ciclista, la strada s’inerpica, qualche tornante , ma prevalentemente la strada viaggia a mezzacosta sino a sfociare al Passo delle Erbe, sotto l’’imponenza delle Odle! Sosta,Giornata bellissima senza nessuna nuvola in cielo. poi si riparte per Bressanone, subito mi accodo a CapitanFede, la strada è sempre stretta e tortuosa, ma il fondo è buono, divertentissima, tornati, curve, controcurve, le mie strade! Mi ci trovo benissimo, grazie alla manegevolezza di Mr.Puffpuff. Arrivati a Bressanone, Bismarck si complimenta con me, c’è da imparare a starti dietro soprattutto sui tornanti! E detto da lui che mi ha insegnato tante cose è sicuramente un bel complimento. Si prende la statale per Vipiteno e si è deciso di fare il Passo Penne, perché il Giovo è forse meglio, ma così si evita la palla da Merano a Bolzano. La strada è larga il fondo è generalmente buono salvo alcuni punti che è leggermente ondulato, si sale con andatura brillante, qualche bombardiere mi passa sui tratti più rettilinei, alcune volte su curva e controcurva ho sentito l’asfalto sotto lo stivale! Arrivo buon ultimo al passo, ci si ferma, conciliabolo su cosa fare, il passo è un intasamento di macchine, ma soprattutto di moto, un gran casino di gente, si opta per scendere e trovare un posto più tanquillo per fermarsi. Dall’alto si vede la strada scendere, mamma mia, ma è tutta diritta, allora comincio a scendere, parto, quarta, la moto si accende, quinta, tutto a freno motore e qualche volta scalo in quarta quando la pendenza si fa decisa e tranquillamente scendo fino alla frazione di Pennes di Dentro , dove trovo uno spiazzo per parcheggiare, nel frattempo sono stato raggiunto dagli altri, c’è musica, è la festa del paese, fermiamoci! Troviamo anche un tavolo vuoto al sole dove accomodarci, da bere, wuster , pancetta alla griglia, molto simpatico chi ci serve ai tavoli, intanto il complesso composto da 3 musicisti suona musiche e canzoni con 2 stili diversi, stile russe e americane, a seconda da che parte sono voltati, essendo vestiti metà con bandiera americana e metà con abiti stile russo con colbacco. Fanno musica con strumenti diversi, un badile come chitarra o un vecchio paraurti tubolare con dei buchi da cui estraggono musiche anni 60/70, poi vestiti da tirolesi con felci sul cappello. Intanto abbiamo spazzolato tutto quello che ci hanno portato, e anche qualche bis! La festa è bella, ma alla fine bisogna partire ci aspetta ancora un lungo viaggio per rientrare a casa. Sosta per Benzina, e mettiamo a punto il tragitto, tratto iniziale della Val d’Ega, poi passo Lavazè, e sosta a Cavalese, poi CapitanFede ci consiglia la Val Floriana, perché la Val di Cembra è chiusa per lavori, indi a Trento, poi ognuno sceglie cosa fare! Prendiamo la Val d’Ega, ci si raggruppa al bivio per il Lavazè, quindi si riparte. Arrivo al Lavazè e passo via tranquillo, tanto la sosta è a Cavalese, no, CapitanFede aveva deciso di farsi una tonica al passo e Bismarck stava dando istruzioni a Mauro che in quel momento era di scopa di fermarsi in strada ad aspettarti. Quando ha tolto il casco e ti ha visto passare in piega da vero motard e ho detto "cazzomeissneeeerrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr...." e sei sparito dietro alla curva.... , nessuno aveva voglia di venirmi a riprendere, così arrivo a Cavalese e non trovo nessuno. Dove cavolo si saranno cacciati? Giro di qua, un po’ di là, niente, forse sono andati un po’ avanti, appena trovo un buon posto mi fermo. Ripreso chiamo Bismarck e mi dice che stanno ripartendo dal passo e che scenderanno fino alla val Floriana, dove gli altri proseguiranno, mentre lui e CapitanFede andranno a fare una cosa che non ho capito. Va bene, torno indietro un pezzo e scendo a Molina e faccio come mi hai detto, non c’è problema. La strada risale fino ad una pineta area di picnic, un casino bestiale, mi faccio largo tra autisti imbranati in cerca di parcheggio e la strada si stringe e comincia a salire con una in una bellissima pineta, poi la strada diventa strettisssima (con 3sss) un traffico allucinante, ciclisti, auto, moto, sia in senso inverso che nella tua direzione, la strada non ha un pezzo di rettilineo in compenso ha un fondo stradale nuovo fino al passo. Strano la strada va in direzione sud, mentre la Val folriana avrebbe dovuto un tare verso Ovest! Dove cavolo sono finito? I commenti del giorno dopo, sono del tipo, ma tu sei matto!!! ;-) ... per la verità tutti i miei amici concordano con questa affermazione! Riparto, ah, ecco le gallerie di Trento dove finiva la strada della Val Floriana, menomale un po’ di frescura, ora devo cercare la strada per Riva del Garda, salto la prima deviazione, prendo la seconda e mi avvio sulla strada . Alla deviazione per il Bondone e la strada è chisa perché si sta svolgendo la famosa gara in salita la “Trento – Bondone” e c’era parcheggiata una sport prototipo. Proseguo per Riva, e uno sputer 50 crea una coda incredibile per diversi kilometri, perché il pullman e il bilico a cui ero accodato erano impossibilitati al sorpasso per il traffico sostenuto dalla parte opposta. Finalmente lo sputer se ne esce e l’andatura aumenta sensibilmente, decido di starmene buon buono dietro il bilico a distanza di sicurezza, così mi fa strada viaggiando sui 50/60. Arrivo al Lago di Castel Toblino, quanti splendidi ricordi, e poi finalmente la deviazione per la Val di Ledro. C’è traffico intenso in senso inverso mentre in direzione di Storo si viaggia molto bene, dopo aver superato il Lago, inizia la discesa, il sole sta tramontando dietro le montagne delle Valli Giudicarie, e la discesa è uno spasso, praticamente nessuno, arrivo così sulla strada per il Lago d’idro. Mi devo fermare un attimo, ho il fondoschiena un po’ dolorante, vedo uno spiazzo prima del ponte di Ponte Caffaro e mi fermo. Ripartiamo così assieme, superata la coda in Ponte Caffaro iniziamo a percorrere allegramente il Lago d’Idro , ma dopo pochi kilometri, CODA!!! Percorriamo la variante per Sabbio Chiese, e troviamo le indicazioni giuste, e ci lanciamo sulla strada del colle di S.Eusebio, in un lungo rettilineo siamo sorpassati da un Bmw, anche perché non andavo oltre gli 80, gli faccio segno, vai belva! E lo insegue. Il traffico è praticamente inesistente, saranno tutti a vedere la partita, anche i ghisa, spero. Verifico il contakilometri, 1.450 totali circa! Sei arrivato? Come va? Sono un po’ distrutto, lo ammetto!
Post n°15 pubblicato il 28 Giugno 2013 da captain_harlock_7
Il ritorno 15/05/2010 Domenica mattina sveglia, un bel sole ma un aria pungente, condizioni generali buone, colazione con i sacri crismi, poi ci mettiamo a consultare l’atlante per studiare il percorso di ritorno. Mettiamo sul campo diverse idee, ma in generale l’idea è di girarci la Germania un paio di giorni per poi rientrare. Smontiamo la tenda, prepariamo le moto, salutiamo gli amici, quindi verso le 9.00 partiamo con l’idea di fare autostrada fino A Trier e poi costeggiare la Mosella. Andiamo a riprendere la A3, indi la A48 verso Koblenz, ma arrivati prima del viadotto sul Reno, siamo costretti ad abbandonare la A48 perché è chiusa per lavori. Scendiamo allora verso la città, e percorriamo la sponda destra Reno, sopra di noi incombono i forti di difesa. Dall’altra parte si vede dove la Mosella sfocia nel Reno. Il Reno è percorso da un numero incredibile di chiatte in entrambe le direzioni che trasportano merci di tutte le categorie; quasi tutte hanno parcheggiate sulla poppa le auto per muoversi quando attraccano, alcune sono delle vere e proprie case galleggianti. Decidiamo di attraversare il Reno, attraversiamo Koblenz e iniziamo a percorrere la 49 che costeggia la Mosella per buona parte sul lato sinistro, fino quasi a Cochem, dove passa sul lato opposto. La strada è larga, alle volte costeggiata da piste ciclabili, con verde è alberi ai lati dove è possibile; altre volte attravera piccoli paesi con impronta turistica e campeggi. Altre volte si stringe quando costeggia la Mosella, nei punti dove le montagne si stringono a ridosso, e la strada diventa più sinuosa e divertente. Sono in quei punti che si trovano le dighe e le conche per lo scambio fra i livelli per rendere la navigazione sicura. Anche sulla Mosella si trovano chiatte di tutti i tipi, ma l’impronta è decisamente turistica con grossi battelli passeggeri che li percorrono. Lungo la strada si vedono colline coltivate a vite, dominate da castelli che scrutano il fiume da un’ansa all’altra per controllare il territorio. Ci spostiamo dalla sponda destra e attraversiamo la Mosella, e finalmente IL SOLE!!! IL SOLE perché sino ad allora eravamo stati praticamente quasi in ombra. Il sole va bene, ma se non facesse così freddino, sarebbe meglio! Arriviamo fino Cochem, è un posto che conoscevo già, ci ero stato nel ’94, la prima volta che ero andato a fare il mio primo raduno dei “Road Dragon” a Kelberg. La storia ve la racconterò un’altra volta. Arriviamo a Cochem e ci fermiamo, beh, qualche sosta per far foto l’avevamo fatta, ma poi via tranquilli sportivi. Sentivamo la necessità di sgranchirci un po’ le gambe, riscaldarsi un po’, ci eravamo già fatti un bei 120 km e fare il punto della situazione. Scendiamo dalla moto, cric … crocc ,,, craccc … . 4 passi d’obbligo, mmmhh mi sto scaldando. Guardiamo sull’atlante per il programma! Allora, proseguiamo fino a Trier che son sole curve per altri 120 km e e poi da lì dediciamo, e poi che facciamo, visto che è presto … . Maaaaaa …. Però fa piuttosto freddiono, non mi sono ancora ripreso; sì in effetti fa freddo! E se puntassimo verso casa, sai … ho a casa chi mi aspetta; e poi con il tempo così , mi sa che ci tocca prender freddo per altri 1 o 2 giorni, bbbrrrrr. Vediamo allora che cosa ci tocca, Torniamo a prendere la A61 e scendiamo fino a Karlsruhe sono 220 km; NO!!! ne ho piene le scatole della A61, l’ho fatta più volte della A1 fino a Bologna! Lo sai, io torno indietro solo se “effettivamente” non c’è alternativa. Allora, la zona dell’Eifel è molto bella, vulcanica, l’avevo fatta un giorno che ero andato da solo al raduno dei “Blood Stone”. Dai facciamo la A1 fino a Saarbruchen, e poi tagliamo diretti verso Karlsruhe, è qualche km in più una cinquantina (barando un poco), però è diversa, per me la zona non è male. Nel frattempo il tempo si era un incupito e non era molto promettente, va bene, torniamo verso casa, strada facendo decidiamo, (ma io sapevo che si sarebbe fermato solo a casa, ai tempi era detto anche “Roby Fly”). Ci fermiamo a Saarbruchen per decidere il percorso, NO, io non faccio la la A6 fino alla A650 e la A5 fino a Karlsruhe; la allunghiamo di 60 km, e poi tutta sardostrada, proseguiamo diritti fino a Piramasen, e poi prendiamo la 10 fino a Landau e poi con la A65 rientramo sulla A5. Lo vedo titubante e allora, andiamo, io la faccio di qui perché non lo ho mai vista! Era proprio una bella strada, ampia, con bei curvoni, in alcuni punti anche in superstada, circondata da boschi di conifere. Roby, con la benza come vai? Mi sento un po’ tirato, speriamo bene. Arriviamo quasi a Karlsruhe per trovare un distributore, salvi, tappe successi, Basilea 200 km, casa Roby 350 km. Fino a quel momento il tempo si era alternato con bello e brutto senza piovere, scendiamo verso la Svizzera e la nostra batironata ce la siamo presa nella zona dei lavori. La Svizzera al ritorno è una palla pazzesca, devi stare attento ai controlli, non puoi andare più di 120 km/h e belle gallerie scendi ad 80. Ci vogliono 4 ore. Gottardo ancora chiuso, ma una volta usciti dal tunnel il caldo tepore del Canton Ticino e poi via con la stada più veloce per raggiungere Lissone. Allora cheffai? Se mi offri una pasta al ragù te ne sarò eternamente grato! In buona compagnia, un bel piatto di spaghetti, 2 bicchieri di vino, perché poi mi aspettano ancora 70 km, si parla solo italiano, non devo più sforzarmi a capire! Finalmente alle 23,00 ero in casa, e CAFFE’!!! Cavolo, mi sono sparato 970 km!
Post n°14 pubblicato il 28 Giugno 2013 da captain_harlock_7
14/05/2012 Il Party Scegliamo un buon posto e piazziamo la tenda nel prato, pian piano cominciano ad arrivare altri bikers dai paesi vicini, ognuno sceglie il suo posto, il campo comincia ad animarsi. L’organizzazione finisce di preparare gli ultimi dettagli. Natualmente ci offriamo di dargli una mano, la musica di sottofondo si fa sempre più alta, cataste di legna per il fuoco, che arderà fino alla fine della festa. Tra una birra e l’altra si inizia a giocare, uno dei giochi preferiti è piantare il chiodo nel ceppo, un colpo a testa, chi per ultimo azzera il chiodo paga un giro di birra; a dimenticavo, il martello ha una forma strana, tutte curve e finisce con un pezzo di tubo cavo, riuscire a piantare il chiodo è un’impresa ardua, generalmente si cicca; ognuno usa la sua tecnica, chi sceglie il colpo forte, altri preferiscono il colpo leggero; no, è fuori ancora un pezzettino, ritenta, acc… perso, mi tocca pagare il giro! Incontriamo vecchi amici, la converazione è da parte nostra in un inglese stentato, ogni volta mi dimentico il vocabolario a casa! Ci aiutiamo a vicenda, l’inglese l’ho studiato 40 anni fa, e l’ultimo anno mi ero preso anche l’esame a settembre, lo uso solo quando vado in Germania, decisamente stentarello, fortunatamente le birre aiutano a comprenderci. Verso sera il party si anima di gente, i complessi cominciano a suonare, alcuni sono attenti, altri ascoltano e parlano con gli amici. Il pizzaiolo sforna pizze a tutto spiano, è organizzatissimo, un forno a legna sul camioncino, una semibaracca per le ordinanazioni, la pizza non è larga, ma alta, una quintalata di peperoni, cipolle, formaggio, e altri verdure a piacere; alcuni ragazzi s’improvvosina pizzaioli e gli danno una mano. Quelli che non ci conoscono ci offrono birre a tutto spiano, italiani?! Ma siete venuti solo per la festa? Ma voi siete matti! E giù birra! La musica è finita, ma gli amici non se ne vanno, pian piano la festa comincia a scemare, cominciano a ritirarsi nelle tende, chi ci arriva, solo gli ultimi resistono vicino al fuoco, qualcuno cerca di restare fino all’alba, vedere spuntare il sole e poi a nanna. Ho un’età che non riesco più a tenere quei ritmi! E’ stato un venerdì molto bello, e la festa grande comincia domani! Alla mattina mi sveglio di buon’ora, saranno state le otto, ( una volta ad una loro festa di Capodanno, mi svegliai in uno stato semicomatoso alle 4 del pomeriggio, mi faceva schifo anche l’acqua!), e dato che non mi piacciono i cessi chimici, parto, con la mappa tattica, per una passeggiata bucolica, scendo nella valle alla ricerca di un albero adeguato alle mie esigenze, risolto il problema, proseguo il cammino, arrivo in fondo alla valletta, c’è un ruscello che scorre lento di fianco a un pianoro ove alcuni cavalli pascolano liberi, in un erba verde smeraldo; un’immagine da “il vecchio e il bambino” di Guccini. Risalgo dall’altra parte della valle verso un gruppo di case, c’è anche la fattoria di Jurghen, ci sono cavalli, daini, caprette, oche, le case sono tutte in ordine, case bianche con le strutture il legno di marrone scuro, nessuna recinzione e tante aiuole fiorite. La strada prosegue in salita e si può scorgere dall’altra parte della valle Altenburg. Rientro, e invito Roby a ripercorrere la mia strada, va e al rientro mi conferma le mie impressioni. Ora ho bisogno assolutamente di un CAFFE’, mi sono portato la moka da casa, ma ho dimenticato il fornello; fortunatamente nella Club-House c’è the “Beast” ancora accesa, e con un po’ di pazienza finalmente arriva il mio CAFFE’! Poi la colazione, uova pancetta a volontà, pane, marmellata, miele, offero dall’organizzazione! Il tempo non è dei migliori, mah… va bè… prendiamocela con calma. Il campo pian piano si sveglia, ci si riporta verso il fuoco che è arso tutta la notte, è il punto d’incontro; la musica scelta dai DJ improvvisati è continuata tutta la notte, ma a volume non troppo alto, ora alla mattina dà la sveglia! Gironzoliamo un po’, 4 chiacchere, quasi quasi torno a dormire, arrivano altri bikers, i motori rombano, Sì, devo dormire, è meglio che mi riposi un po’ perché domani bisognerà ripartire. Dormitina, ehi svegliati, sono arrivati i Motoroad Friend di Gladbech, amici che non vedevo da 10 anni, birretta, anche + di una, e via, fino alla sera. Da esperienza acquisita, verso sera è meglio che vada a riposare un attimo, così mi sveglio verso le 21.30 e la festa è in piena auge. Il complesso della serata è composto di una banda di Matusa, con una carica incredibile, con musiche sia moderne che tradizionali e satiriche, come ci hanno spiegato gli amici. A mezzanotte, iniziano le premiazioni, ci sono premi per tutti, a seconda delle categorie, noi abbiamo preso il primo e il secondo per quelli che arrivavano da più lontano. La festa continua, la Club-House è strapiena, le birre scorrono a cassette, alcuni si addormentano in piedi sui tavoli o contro i pilastri, altri sui divani o le panche posti sotto la veranda. Alle 2, cedo domani comincia il ritorno, arrivo alla tenda e ronff.… ronff. Buonanotte!
Post n°13 pubblicato il 28 Giugno 2013 da captain_harlock_7
12-1/05/2010 Io e Roby Puffo abbiamo ricevuto l’invito di andare alla festa dei 25 anni del club. Ci organizziamo, la tendala porto io, è del 1986, non entra ancora l’acqua, ha qualche problemino, ma va bene così! Partiamo il giovedì, ce la prendiamo comoda, faremo un giro turistico puntando sulla Foresta Nera. Ho studiato un percorso alternativo per non smazzarci tutta la sardostrada! Roby recupera una Hornet da Roby Crow, e senza allenamento e dopo 10 anni dall’ultima volta che è salito su una moto, partiamo. Partiamo da casa sua e fino alla frontiera di Brogeda, tutto bene, il solito traffico. Mi fermo per il comprare il bollino svizzero, non scende bene il cavalletto, la moto s'inclina e cado, finisco con bauletto e casco contro la portiera di una A3 nuova di pacca che si era fermata di fianco, sbang!!! Meno male che era la macchina della ditta, perso mezz’ora per constatazione amichevole. Ripartiamo, Roby, come va con la benza? Bene direi non sono ancora entrato in riserva! Dopo Bellinzona fino al Gottardo non ci sono distributori. Superiamo Bellinzona e a metà della Val Leventina comincia a piovere, ci mettiamo gli scafandri sotto un ponte, e proseguiamo. Ad un certo punto prima dello svincolo per Ambrì, lo vedo nello specchietto allontanarsi, sputt, sputt, … sono a secco! Quel piccio di Roby Crow non mi ha avvisato che il rubinetto era rotto e bloccato sulla riserva.sbotta Roby Puffo! Esco dall’autostrada, mi dirigo verso nord, mi fermo presso un gruppo di sciammannati ad informarmi da che parte è il paese più vicino, vai avanti 2 o 3 km e c’è il paese, ok! Trovo il distibutore, recupero un bidoncino, il distributore era automatico, non ricordavo il PIN della Carta, faccio benza avventurosamente, fortunatamente accettava gli euro, ma non dava resto, faccio il pieno anch’io e lascia qualche cosa per il prossimo fortunato. Torno indietro; bene o male riusciamo a fare il travaso con una bottiglia di plastica trovata nell’immondizia e ripartiamo. Purtroppo date le avverse condizioni meteo, il passo del Gottardo era chiuso, ci è toccata la galleria 17 km di caldo, semibuio, smog, camion, pulman, un traffico inferale, un girone dantesco! All’uscita coda kilometrica in senso inverso per attraversare il tunnel. Iniziamo a scendere, e giù acqua! poi il tempo migliora un po’, non piove, ma il tempo rimane fetido. Ad Altdorf usciamo dall’autostrada direzione Zurigo costeggiando il Lago di Lucerna, poi l’autostrada riprende e quando dalla 4 entriamo sulla 3 all’altezza della deviazione di Zurigo, Giove Pluvio scatena la sua ira, così ci fermiamo sotto un ponte, anche perché si era formata una coda micidiale. Dopo una buona mezz’ora il traffico lentamente ricominciava a scorrere e poi cominciava a farsi tardi, e ne avevamo ancora di strada da fare, usciamo a Wettingen. Prendiamo la cantonale 5 per Koblenz (Svizzera) ed un simpatico ragazzo su un cancello, ci ha risparmiato la coda, perché le moto possono circolare sulle piste riservate ai bus. Dopo una lunga e misteriosa coda, con cautela, titubanti , visto il traffico in senso inverso a ondate, finalmente riusciamo ad arrivare alla frontiera Svizzera-Germania, passati senza problemi. Abbiamo preso la 500, una magnifica strada che viaggiava su un altipiano ondulato con curve ad ampio raggio, una pallida luce del tramonto illuminava i campi di un verde brillante, campi arati, distese di campi gialli, foreste di conifere che si alternano a boschi vari;il cielo nero. Su indicazione di Wally abbiamo cercato vanamente un posto a Rothaus, che doveva essere sempre aperto, abbiamo girovagato per la zona, ceracando e chiedendo disperatamente informazioni, poi a casa abbiamo scoperto che era chiuso. Cominciava di nuovo a piovere, così abbiamo deciso di spararci gli ultimi 30 km verso Titisee, una cittadina che conoscevamo, perché 10 anni prima ci eravamo già fermati. La cittadina era cambiata completamente, è diventato un posto decisamente turistico, con isole pedonali, fioriere , illuminazione soffusa, il primo albergo meno caro che abbiamo visto tra una goccia e l’altra, ci siamo fermati, ormai erano le 22.00. Ahhhh, il riposo dei giusti! Alla mattina seguente, mi sveglio verso le 8, e, sorpresa, NEVICA?!!! Siamo a metà maggio e nevica. Addio idea di arrivare a Baden-Baden via foresta nera. Ormai le cime degli abeti erano già imbiacate e anche i prati erano bianchi, la strada invece era pulita. Discesa verso Freiburg im Breisgau, bella cittadina anche sotto l’acqua, e man mano che si scendeva la neve lasciava spazio alla pioggia, abbiamo preso la A5, che non ci ha abbandonato fino ad Heidelberg, poi A67, e A3, tempo freddino senza sole, la bella autostrada a 3 corsie con ampie curve che percorre in un continuo saliscendi le colline, con ampi panorami sulle pianure sottostanti; quindi un po’ di strade contorte e arrivo ad Altenburg al party. Siamo stati tra i primi ad arrivare, e ci hanno accolto con la solita simpatia, anche se era anni che non ci vedevano. BIRRRRRAAAAA!!!! Totali 870 km.
Post n°12 pubblicato il 20 Giugno 2013 da captain_harlock_7
Arrivo al lago di Anterselva, aspetto gli altri e rimaniamo imbottigliati dietro alcune macchine, per l’incrocio con trattore e rimorchio. Il traffico è quasi inesistente e si scivola veloci verso il fondovalle! Si prosegue con un’andatura sostenuta con bellissime pieghe sino a Dobbiaco, dove io e Matteo Doc, siamo costretti a fermarci al semaforo rosso e perdiamo il contatto. Pian piano scendono anche gli altri, e arriva anche CapitanFede, con il suo amico Carlo. Dopo essersi sistemati e rinfrescati, scende ed inizia a predisporre il piano di Battaglia per il giorno successivo e anche rientro per noi che non siamo della zona. Propongo di scendere a Valdaora e andare a S.Virgilio di Marebbe passando per il Plan de Corones, ma prevale l’idea di fare la strada fino a Brunico entrare in Val Badia e scendere a Bressanone con il Passo delle Erbe, risalire a Vipiteno e poi sciegliere tra il passo Giovo e il Passo Penne, scendere a Bolzano, risalire al Passo Lavazè, Cavalese, Val Floriana, Trento, dove ci si divide e ognuno torna a casa con la strada che preferisce. I consigli di CapitanFede sono sempre ben accetti essendo profondo conoscitore della zona. Ok, e signori buona notte!
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Inviato da: sergioemmeuno
il 17/06/2013 alle 01:19