DELIRI PSICHEDELICI
in realtà illusorie che portano altrove la mia mente!!!....La mattina dopo Bertil e io venimmo portati negli uffici del <governo> - una grande baracca di legno, dai pavimenti in terra battuta, sovrastante la piazza - per incontrare vari <ministri>. Quello dell'informazione, un ex veterinario, era incaricato di presentarci la posizione ufficiale del <Paese degli Shan>. Era questa. Noi Shan siamo una minoranza oppressa dai Birmani. Dopo vari tentativi di guerriglia condotti in passato da differenti gruppi, Khun Sa ha riunito tutti sotto la sua guida e conduce ora una guerra di liberazione. L'oppio è l'arma con cui combattiamo questa guerra. Saremmo felicissimi di coltivare altre cose, dei manghi, per esempio, invece che i papaveri dell'oppio. Ci costerebbe meno lavoro e nessuno potrebbe accusarci di essere dei trafficanti di droga, il che, lo sappiamo bene, getta una brutta ombra sulla nostra lotta. Il problema è che per coltivare dei manghi occorre la pace, occorrono le strade per andare a venderli a un mercato. Con l'oppio invece non occorre nulla. Lo si vende sul posto perchè gli acquirenti vengono anche da molto lontano per procurarselo. Coltivare l'oppio è dunque il nostro unico modo di sopravvivere. Se ordinassimo alla nostra gente dall'oggi al domani di smettere la coltivazione dei papaveri significherebbe condannarla alla fame. L'unico modo di far cessare la produzione della droga è di avere la pace e di sviluppare un'economia alternativa. Aiutateci. Non vogliamo di meglio.
Il ragionamento era tutt'altro che assurdo. Il <ministro degli esteri>, non più con la papalina e in pigiama, ma in giacca e cravatta per l'occasione, intervenne per rafforzarlo mostrandoci dei documenti: dal 1980 Khun Sa aveva più volte offerto all'Occidente, e in particolare agli Stati Uniti, di vendere o di distruggere l'intera sua produzione di oppio. In cambio il generale aveva chiesto aiuti economici per 300 milioni di dollari, distribuiti su un arco di sei anni. C'erano stati dei contatti, ma alla fine non se n'era fatto nulla. All'inizio di ottobre Khun Sa aveva scritto una lettera direttamente al presidente Clinton, riformulando la sua vecchia offerta, ma erano già passati due mesi e da Washington non era venuta alcuna risposta, dissero i suoi <ministri>.
Capivo che il presidente degli Stati Uniti non poteva mettersi a corrispondere con Khun Sa. Ma non era ugualmente paradossale che l'industria farmaceutica occidentale, avendo sempre più bisogno di oppio per i suoi prodotti, andasse a chiedere a paesi come l'India di raddoppiare la propria produzione legale, quando lì c'era qualcuno disposto - almeno diceva - a vendere la sua, pur definita illegale?
<Perchè l'Occidente, invece di cercare di eliminarci, non ci aiuta a svilupparci?> disse il <ministro delle Finanze>.<La repressione serve solo ad aumentare i prezzi e con ciò a rendere il traffico della droga più attraente.>
Le cifre gli davano ragione. Nel 1948, quando la Birmania divenne indipendente,, il Triangolo d'Oro produceva 30 tonnellate di oppio. Nel 1988, nonostante miliardi di dollari spesi in operazioni internazionali di polizia e nei vari tentativi di distruggere l'oppio alla fonte - per esempio, con piogge defolianti sui campi di papaveri -, la produzione era già salita a 3000 tonnellate. Alla fine del 1993 gli uomini di Khun Sa si aspettavano un raccolto di oltre 4000 tonnellate. Siccome occorrono dieci chili di oppio per fare, attraverso la raffinazione, un chilo di eroina, questo significa 400 tonnellate di purissimo <Bianco di Cina> in giro per il mondo. Mai l'umanità ha avuto a sua disposizione tanta droga....e mai gli interessi politici e finanziari dietro questo traffico sono stati così vasti.
Il potere di Khun Sa, a detta dei suoi <ministri>, sta nel fatto che il popolo di Shan lo appoggia e che ha un esercito di 40.000 uomini che gli sono assolutamente fedeli.
Gli uomini sono a volte poco più che bambini. Una mattina, all'alba, vidi le reclute che si esercitavano sulla spianata al centro dell'abitato: alcuni sembravano non avere più di dieci anni. Mi dissero però che solo a sedici anni avrebbero ricevuto un fucile e sarebbero andati al fronte contro i birmani. Intanto venivano vestiti, nutriti ed educati a spese di Khun Sa, e questo, per chi viene dai villaggi delle montagne, non è cosa da poco.
L'esercito è efficiente e la disciplina ferrea. Se un soldato diserta e viene catturato, gli viene mozzata la testa. Se entro tre mesi uno non viene ripreso, sono le teste dei suoi genitori che vengono mostrate ai commilitoni come avvertimento. Il soldato che viene scoperto a fumare oppio o a iniettarsi eroina viene mandato in un centro di rieducazione. La <cura> consiste in dieci giorni da trascorrere in una buca in terra profonda tre metri, e in alcuni mesi di lavori forzati. Una ricaduta comporta l'esecuzione.
Per chi tradisce, anche involontariamente, un importante segreto non c'è perdono. Un giornalista di una rete televisiva giapponese, che era stato in visita a Ho Mong qualche anno prima di noi, tornato a Maehonsong aveva chiesto alla sua guida come faceva Khun Sa a mandare la droga anche in Giappone, un paese così controllato. La guida, che aveva bevuto un pò troppo, disse che veniva nascosta nelle auto di seconda mano che Tokyo mandava in Thailandia e che, se invendute, rientravano in Giappone senza dover ripassare la dogana. Il servizio andò in onda, e poco dopo quella guida e tutti i suoi familiari vennero trovati misteriosamente assassinati.
Khun Sa non era certo il Che Guevara degli Shan, il rivoluzionario idealista che i suoi uomini mi volevano far credere, ma, più restavo a Ho Mong, più mi convincevo che c'era qualcosa di ugualmente falso e forse di ingiusto nella descrizione di Khun Sa, come del grande responsabile della sofferenza provocata dall'eroina nel mondo.
A vedere Ho Mong all'alba, qando la cittadina, infreddolita, usciva dalla coltre di nebbia della notte e le donne Shan si acquattavano ad accendere, all'aperto, i loro focherelli a legna sotto le pentole nere di fumo per preparare la prima colazione, veniva da chiedersi se quel posto, nascosto nella giungla, fosse davvero la capitale del nuovo <Impero del Male>, come gli americani dicevano, e se quegli uomini, con il loro capo Khun Sa, fossero davvero gli untori dell'undicesima peste, o se invece, anche loro, non erano che semplici pedine in un gioco manovrato da ben più potenti e invisibili forze.....
TIZIANO TERZANI
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It's early morning The sun comes out Last night was shaking And pretty loud My cat is purring And scratches my skin So what is wrong With another sin The bitch is hungry She needs to tell So give her inches And feed her well More days to come New place to go I've got to leave It's time for a show Here I am, rock you like a hurricane Here I am, rock you like a hurricane My body is burning It starts to shout Desire is coming It breaks out loud Lust is in cages Till storm breaks loose Just have to make it With someone I choose The night is calling I have to go The wolf is hungry He runs the show He's licking his lips He's ready to win On the hunt tonight For love at first sting Here I am, rock you like a hurricane Here I am, rock you like a hurricane | É l'alba Il sole sta venendo fuori La scorsa notte è stata movimentata E piuttosto rumorosa Il mio gatto sta facendo le fusa E graffia la mia pelle Quindi cosa c'è di sbagliato In un altro peccato La puttana è affamata Ha bisogno di parlare Quindi dalle i pollici E saziala per bene Molti giorni devono arrivare Nuovi posti dove andare Devo andare È l'ora dello spettacolo Sono qui, ti scuoto come un uragano Sono qui, ti scuoto come un uragano Il mio corpo sta bruciando Comincia a gridare Il desiderio sopraggiunge Esplode con forza La lussuria è trattenuta Finche la tempesta non sarà finita Devo proprio farlo Con qualcuno che ho scelto La notte sta chiamando Devo andare Il lupo è affamato E porta avanti lo spettacolo Si sta leccando le labbra È pronto a vincere Nella caccia stanotte Per amore a prima vista Sono qui, ti scuoto come un uragano Sono qui, ti scuoto come un uragano |
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silenzio pornografico
risvegliami, raccoglimi
hai la rivoluzione in te
mi convinci a risorgere
gioia sperimentale
le tue mani sopra di me
l'errore più geniale
l'errore più geniale
giocattolo vibrante in te
cola miele che sa di me
hai la rivoluzione in te
mi convinci a risorgere
gioia sperimentale
le tue mani sopra di me
l'errore più geniale
l'errore più geniale
l'errore più geniale
in cui cadere
cos'hai per me
che sa di te?
sei la rivoluzione che
mi convince a risorgere
gioia sperimentale
le tue mani sopra di me
l'errore più geniale
l'errore più geniale
l'errore più geniale
in cui cadere
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Metaforicamente il culo è un formidabile grimaldello espressivo per scassinare la cassaforte arrugginita della nostra Cultura, che è vecchia, stantia, polverosa, muffita, accademica, elitaria, noiosa, triste, piagnona, quaresimale, punitiva, lugubre, cipigliosa, catastrofista, funeraria e lassativa. Inteso come lo intendo io, cioè quale stilema semantico sinonimo di gioia e liberazione e non di colpa e dannazione, è eversivo e non istituzionale come quelli esibiti in TV o dai colleghi catartici e purgativi, è un potente deragliatore ideologico degli aberranti valori consacrati dell'ordine costituito, un gioioso vademecum di libertà al cui confronto le opere di Kropotkin, Bakunin, Suvarov e Stirner sono malinconici regolamenti di Polizia, è il simbolo Contro per eccellenza, contro le Convenzioni, l'Ufficialità, il Perbenismo, l'Establishment, il Politically Correct, un allegro e giocoso Vessillo di rabbia, rivolta, ribellione, profanazione, provocazione, dissacrazione, disubbidienza, trasgressione, scandalo, opposizione, dissenso, rivoluzione ecc.
In una parola la sua idea è Libertà, la sua immagine Verità, la sua essenza Anarchia!
Tinto Bras
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.....Viaggia e troverai un'altra piacevole compagnia
che sostituirà chi a malincuore hai abbandonato.....
....viaggia, poichè uno dei piaceri della vita
consiste nel peregrinare.....
Quando l'acqua è stagnante
diventa putrida,
ma, quando scorre,
torna a essere limpida e cristallina.
Se il leone non abbandona il bosco,
non può cacciare la sua preda.
E la freccia non può centrare il bersaglio
se non abbandona l'arco.
Da "Le mille e una notte"
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potrei parlare, discutere, stringere i denti, sorridere
mentire infinitamente dire e ridire inutilità
mostrare falsa, ipocrita serenità
quando le parole si ribellano, favole fiumi, mari di
perplessità non c'è una ragione per non provare
quello che sento dentro
un cielo immenso dentro
quello che sento
ho bisogno di stare con te
regalarti le ali di ogni mio pensiero
oltre le vie chiuse in me
voglio aprire il mio cuore
a ciò che è vero
potrei parlare, discutere, stringere i denti, sorridere
soffrire infinitamente trovare un senso all'inutilità
mostrare falsa, ipocrita serenità
quando le parole si ribellano, favole fiumi, mari di
perplessità non c'è una ragione per non provare
quello che sento dentro
un cielo immenso dentro
quello che sento