....Un indovino mi disse....

Post n°40 pubblicato il 01 Dicembre 2009 da velenias

....La mattina dopo Bertil e io venimmo portati negli uffici del <governo> - una grande baracca di legno, dai pavimenti in terra battuta, sovrastante la piazza - per incontrare vari <ministri>. Quello dell'informazione, un ex veterinario, era incaricato di presentarci la posizione ufficiale del <Paese degli Shan>. Era questa. Noi Shan siamo una minoranza oppressa dai Birmani. Dopo vari tentativi di guerriglia condotti in passato da differenti gruppi, Khun Sa ha riunito tutti sotto la sua guida e conduce ora una guerra di liberazione. L'oppio è l'arma con cui combattiamo questa guerra. Saremmo felicissimi di coltivare altre cose, dei manghi, per esempio, invece che i papaveri dell'oppio. Ci costerebbe meno lavoro e nessuno potrebbe accusarci di essere dei trafficanti di droga, il che, lo sappiamo bene, getta una brutta ombra sulla nostra lotta. Il problema è che per coltivare dei manghi occorre la pace, occorrono le strade per andare a venderli a un mercato. Con l'oppio invece non occorre nulla. Lo si vende sul posto perchè gli acquirenti vengono anche da molto lontano per procurarselo. Coltivare l'oppio è dunque il nostro unico modo di sopravvivere. Se ordinassimo alla nostra gente dall'oggi al domani di smettere la coltivazione dei papaveri significherebbe condannarla alla fame. L'unico modo di far cessare la produzione della droga è di avere la pace e di sviluppare un'economia alternativa. Aiutateci. Non vogliamo di meglio.
Il ragionamento era tutt'altro che assurdo. Il <ministro degli esteri>, non più con la papalina e in pigiama, ma in giacca e cravatta per l'occasione, intervenne per rafforzarlo mostrandoci dei documenti: dal 1980 Khun Sa aveva più volte offerto all'Occidente, e in particolare agli Stati Uniti, di vendere o di distruggere l'intera sua produzione di oppio. In cambio il generale aveva chiesto aiuti economici per 300 milioni di dollari, distribuiti su un arco di sei anni. C'erano stati dei contatti, ma alla fine non se n'era fatto nulla. All'inizio di ottobre Khun Sa aveva scritto una lettera direttamente al presidente Clinton, riformulando la sua vecchia offerta, ma erano già passati due mesi e da Washington non era venuta alcuna risposta, dissero i suoi <ministri>.
Capivo che il presidente degli Stati Uniti non poteva mettersi a corrispondere con Khun Sa. Ma non era ugualmente paradossale che l'industria farmaceutica occidentale, avendo sempre più bisogno di oppio per i suoi prodotti, andasse a chiedere a paesi come l'India di raddoppiare la propria produzione legale, quando lì c'era qualcuno disposto - almeno diceva - a vendere la sua, pur definita illegale?
 <Perchè l'Occidente, invece di cercare di eliminarci, non ci aiuta a svilupparci?> disse il <ministro delle Finanze>.<La repressione serve solo ad aumentare i prezzi e con ciò a rendere il traffico della droga più attraente.>
Le cifre gli davano ragione. Nel 1948, quando la Birmania divenne indipendente,, il Triangolo d'Oro produceva 30 tonnellate di oppio. Nel 1988, nonostante miliardi di dollari spesi in operazioni internazionali di polizia e nei vari tentativi di distruggere l'oppio alla fonte - per esempio, con piogge defolianti sui campi di papaveri -, la produzione era già salita a 3000 tonnellate. Alla fine del 1993 gli uomini di Khun Sa si aspettavano un raccolto di oltre 4000 tonnellate. Siccome occorrono dieci chili di oppio per fare, attraverso la raffinazione, un chilo di eroina, questo significa 400 tonnellate di purissimo <Bianco di Cina> in giro per il mondo. Mai l'umanità ha avuto a sua disposizione tanta droga....e mai gli interessi politici e finanziari dietro questo traffico sono stati così vasti.
Il potere di Khun Sa, a detta dei suoi <ministri>, sta nel fatto che il popolo di Shan lo appoggia e che ha un esercito di 40.000 uomini che gli sono assolutamente fedeli.
Gli uomini sono a volte poco più che bambini. Una mattina, all'alba, vidi le reclute che si esercitavano sulla spianata al centro dell'abitato: alcuni sembravano non avere più di dieci anni. Mi dissero però che solo a sedici anni avrebbero ricevuto un fucile e sarebbero andati al fronte contro i birmani. Intanto venivano vestiti, nutriti ed educati a spese di Khun Sa, e questo, per chi viene dai villaggi delle montagne, non è cosa da poco.
L'esercito è efficiente e la disciplina ferrea. Se un soldato diserta e viene catturato, gli viene mozzata la testa. Se entro tre mesi uno non viene ripreso, sono le teste dei suoi genitori che vengono mostrate ai commilitoni come avvertimento. Il soldato che viene scoperto a fumare oppio o a iniettarsi eroina viene mandato in un centro di rieducazione. La <cura> consiste in dieci giorni da trascorrere in una buca in terra profonda tre metri, e in alcuni mesi di lavori forzati. Una ricaduta comporta l'esecuzione.
Per chi tradisce, anche involontariamente, un importante segreto non c'è perdono. Un giornalista di una rete televisiva giapponese, che era stato in visita a Ho Mong qualche anno prima di noi, tornato a Maehonsong aveva chiesto alla sua guida come faceva Khun Sa a mandare la droga anche in Giappone, un paese così controllato. La guida, che aveva bevuto un pò troppo, disse che veniva nascosta nelle auto di seconda mano che Tokyo mandava in Thailandia e che, se invendute, rientravano in Giappone senza dover ripassare la dogana. Il servizio andò in onda, e poco dopo quella guida e tutti i suoi familiari vennero trovati misteriosamente assassinati.
Khun Sa non era certo il Che Guevara degli Shan, il rivoluzionario idealista che i suoi uomini mi volevano far credere, ma, più restavo a Ho Mong, più mi convincevo che c'era qualcosa di ugualmente falso e forse di ingiusto nella descrizione di Khun Sa, come del grande responsabile della sofferenza provocata dall'eroina nel mondo.
A vedere Ho Mong all'alba, qando la cittadina, infreddolita, usciva dalla coltre di nebbia della notte e le donne Shan si acquattavano ad accendere, all'aperto, i loro focherelli a legna sotto le pentole nere di fumo per preparare la prima colazione, veniva da chiedersi se quel posto, nascosto nella giungla, fosse davvero la capitale del nuovo <Impero del Male>, come gli americani dicevano, e se quegli uomini, con il loro capo Khun Sa, fossero davvero gli untori dell'undicesima peste, o se invece, anche loro, non erano che semplici pedine in un gioco manovrato da ben più potenti e invisibili forze.....

                                                TIZIANO TERZANI

 
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Rock you like a hurricane

Post n°39 pubblicato il 30 Novembre 2009 da velenias
Foto di velenias

  
It's early morning
The sun comes out
Last night was shaking
And pretty loud
My cat is purring
And scratches my skin
So what is wrong
With another sin
The bitch is hungry
She needs to tell
So give her inches
And feed her well
More days to come
New place to go
I've got to leave
It's time for a show

Here I am, rock you like a hurricane
Here I am, rock you like a hurricane

My body is burning
It starts to shout
Desire is coming
It breaks out loud
Lust is in cages
Till storm breaks loose
Just have to make it
With someone I choose
The night is calling
I have to go
The wolf is hungry
He runs the show
He's licking his lips
He's ready to win
On the hunt tonight
For love at first sting

Here I am, rock you like a hurricane
Here I am, rock you like a hurricane
É l'alba
Il sole sta venendo fuori
La scorsa notte è stata movimentata
E piuttosto rumorosa
Il mio gatto sta facendo le fusa
E graffia la mia pelle
Quindi cosa c'è di sbagliato
In un altro peccato
La puttana è affamata

Ha bisogno di parlare
Quindi dalle i pollici
E saziala per bene
Molti giorni devono arrivare
Nuovi posti dove andare
Devo andare
È l'ora dello spettacolo

Sono qui, ti scuoto come un uragano
Sono qui, ti scuoto come un uragano

Il mio corpo sta bruciando
Comincia a gridare
Il desiderio sopraggiunge
Esplode con forza
La lussuria è trattenuta
Finche la tempesta non sarà finita
Devo proprio farlo
Con qualcuno che ho scelto
La notte sta chiamando
Devo andare
Il lupo è affamato
E porta avanti lo spettacolo
Si sta leccando le labbra
È pronto a vincere
Nella caccia stanotte
Per amore a prima vista

Sono qui, ti scuoto come un uragano
Sono qui, ti scuoto come un uragano

 
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....elymania....after for ever after

Post n°38 pubblicato il 05 Novembre 2009 da velenias


                         silenzio pornografico                             
                                 risvegliami, raccoglimi                               

                             hai la rivoluzione in te                                          
                                  mi convinci a risorgere                                        
                              gioia sperimentale                                            
                            le tue mani sopra di me                                 
                            l'errore più geniale                                   
                             l'errore più geniale                                        

                              giocattolo vibrante in te                      
                               cola miele che sa di me                  

                               hai la rivoluzione in te                           
                               mi convinci a risorgere                               
                                gioia sperimentale                                                    
                                  le tue mani sopra di me                                
                                  l'errore più geniale                                          
                                    l'errore più geniale                                              
                                     l'errore più geniale                               
                                      in cui cadere                                            

                                 cos'hai per me                                          
                                 che sa di te?                                      

                                   sei la rivoluzione che                            
                                    mi convince a risorgere                             
                                     gioia sperimentale                                         
                                      le tue mani sopra di me                                     
                                       l'errore più geniale                                                
                                        l'errore più geniale                                        
                                         l'errore più geniale                                 
                                          in cui cadere                              



 
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da Elogio del culo

Post n°37 pubblicato il 07 Settembre 2009 da velenias

Metaforicamente il culo è un formidabile grimaldello espressivo per scassinare la cassaforte arrugginita della nostra Cultura, che è vecchia, stantia, polverosa, muffita, accademica, elitaria, noiosa, triste, piagnona, quaresimale, punitiva, lugubre, cipigliosa, catastrofista, funeraria e lassativa. Inteso come lo intendo io, cioè quale stilema semantico sinonimo di gioia e liberazione e non di colpa e dannazione, è eversivo e non istituzionale come quelli esibiti in TV o dai colleghi catartici e purgativi, è un potente deragliatore ideologico degli aberranti valori consacrati dell'ordine costituito, un gioioso vademecum di libertà al cui confronto le opere di Kropotkin, Bakunin, Suvarov e Stirner sono malinconici regolamenti di Polizia, è il simbolo Contro per eccellenza, contro le Convenzioni, l'Ufficialità, il Perbenismo, l'Establishment, il Politically Correct, un allegro e giocoso Vessillo di rabbia, rivolta, ribellione, profanazione, provocazione, dissacrazione, disubbidienza, trasgressione, scandalo, opposizione, dissenso, rivoluzione ecc.

In una parola la sua idea è Libertà, la sua immagine Verità, la sua essenza Anarchia!
                                                         Tinto Bras

 
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A volte ritorno

Post n°36 pubblicato il 03 Settembre 2009 da velenias

.....Viaggia e troverai un'altra piacevole compagnia
       che sostituirà chi a malincuore hai abbandonato.....

....viaggia, poichè uno dei piaceri della vita
    consiste nel peregrinare.....

     Quando l'acqua è stagnante
    diventa putrida,
     ma, quando scorre,
      torna a essere limpida e cristallina.
   Se il leone non abbandona il bosco,
    non può cacciare la sua preda.
     E la freccia non può centrare il bersaglio
     se non abbandona l'arco.

                         Da "Le mille e una notte"

 
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QUELLO CHE SENTO

potrei parlare, discutere, stringere i denti, sorridere
   mentire infinitamente dire e ridire inutilità
     mostrare falsa, ipocrita serenità
quando le parole si ribellano, favole fiumi, mari di
 perplessità non c'è una ragione per non provare
      quello che sento dentro
   un cielo immenso dentro
     quello che sento

ho bisogno di stare con te
 regalarti le ali di ogni mio pensiero
oltre le vie chiuse in me
  voglio aprire il mio cuore
       a ciò che è vero

potrei parlare, discutere, stringere i denti, sorridere
  soffrire infinitamente trovare un senso all'inutilità
     mostrare falsa, ipocrita serenità
quando le parole si ribellano, favole fiumi, mari di
 perplessità non c'è una ragione per non provare
     quello che sento dentro
        un cielo immenso dentro
     quello che sento
 

 
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