Metanfore

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Incline al vezzo si morse un labbro, lo fece inconsciamente. Poi, di malizia colma, lo fissò con occhi astuti, chiuse le palpebre a sentire il calore di quello sguardo, ne era avida, ingorda. Senza riaprirli si voltò conscia della presenza. La nuca scoperta dalla mano lasciva fu il suo voluttuoso richiamo. Aspettava sicura della propria seduzione una parola, un suono, ma nulla accadde. Volse curiosa i sensi per ritrovarli delusi nella penosa assenza di qualsiasi desiderio. Sola.