Metanfore

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I colori del cielo aperto mi slacciano le mani, agguanto i mie bachi e tempesto la pelle impietosamente cercando le mirabili canzoni udite un tempo. Per forte che infierisca il tamburo si ingoia tutto, vorace. Poi i gesti si ammorbidiscono, la violenza si tramuta e i suoni fluiscono con un'energia loro. Un ritmo ancestrale si impradonisce di noi, lo sguardo travalica ogni cosa, è un amplesso furibondo, senza tempo, non esisto più.