Metanfore

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Seguivo con gli occhi le acque festose e come spesso accade con le nuvole, la mente inventa delle forme, dei lineamenti. Pareva un sorriso, andava via via muovendosi assumendo l'aspetto di un viso con le labbra impegnate in un discorso. Mi convinsi che mi stesse parlando, aveva i tuoi occhi (ovviamente), descriveva una musica, una canzone ritmata sui sassi come fosse uno xilofono. Così ho provato a raccoglierla, era dolce, vivace e melodiosa, a tratti si faceva aspra ed irruente per poi tornar presto suadente e complice. Mai una musica ti assomiglierà tanto. La scrissi e la riposi resterà muta sino al momento in cui la vorrai sentire. Custodita gelosamente almeno quanto tu conservi i nostri incontri.Remo