Metanfore

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Passeggiavo per la campagna una bella serata calda alla ricerca di un albero frondoso e petulante. Ovviamente mi hanno seguito un paio di civette fastidiose e facevano a gara per distrarmi dai miei pensieri. Frasi di senso compiuto rigorosamente riportate e provenenti da aneddoti sdruciti quanto insulsi. Ma loro si beavano come fossero novità tentando la misera seduzione di questo povero viandante. Luoghi comuni impastati con ossido di assiduità, prosopoppea 3a di coppa C e ipocrisia di lino e dei suoi fratelli. Per decenza mi costrinsi ad ascoltarle. Millantavano fior di patetico ai funghi, squittivano pomate, cinguettavano merletti dorati, tutto rigorosamente senza companatico intellettuale. Finalmente trovai una soluzione elegante a base di salomoniche frasi e predizioni ancestrali. Quando realizzarono che la trippa per gatti era finita volarono altrove con mio sommo gaudio e qualche fetta di prosciutto ipocondriaco. Così ripresi la mia ricerca per ritrovarti là sotto al nostro ficomoro con il secchiello del ghiaccio nuovo nuovo.