Metanfore

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Ovviamente quella sera pioveva. Ero alla finestra al piano terra e davanti a me il cortile, sul pietrisco battevano le gocce impietosamente. Il mio sguardo era perso in mille pensieri lontani quanto un'assenza forzata. Il rumore delle ruote mi riportò alla realtà. Sei arrivata come promesso e ti vedevo dai vetri. Hai spento il motore ma non sei scesa, il capo reclinato in avanti portatore di indecisione e sofferenza. Sarà passata un'eternità; io in attesa; tu in attesa. Nulla di buono (pensò la pioggia..). Ti sei voltata a guardarmi, sapevi che ero lì e che non avrei fatto nulla. Lacrime ovunque dal cielo e mi pareva anche sul tuo viso. Sorridevi tristemente come sappiamo fare in quei casi in cui le circostanze ci sono maledettamente avverse. Sei tornata ai tuoi pensieri lasciandomi il tuo dolce profilo mistificato dalle intemperie. Voltai le spalle alla finestra mentre una terribile ferita mi si apriva ovunque. Chiusi gli occhi per nascondermi a tutto il mondo. Le eternità si succedevano assurdamente. Poi il rumore dello sportello mi disse che eri alla porta, ma la porta non si aprì così ebbi quelle certezze che poco prima erano solo malcelati dubbi. Ti aprii con le mani gelate dalla tristezza e guardai quei tuoi meravigliosi occhi neri. Mi posasti un bacio leggero sulle labbra e dopo miliardi di anni sussurrasti l'unica cosa che speravo non sentire mai.. no, non posso.. Rimasi sulla porta mentre la pioggia si impadroniva della mia anima e tu sublimavi. Un vuoto sconcertante mi pervase portandosi dietro un gelo inesorabile. Solo adesso ricordo le parole prima del fragore dello sportello.. ma sai che ti amo...Ma qual'è quell'amore che separa? Quale quello che induce una tale violenza? Quello per le convenzioni? Per il quieto vivere? Quello che porta rispetto per gli altri soffocando il proprio ardore?Tu non risponderai mai, così lo farò io.Quell'amore è.. il nostro Amore.