Al lume di candela

Da "Come un lampo nel buio"

«Mi dispiace molto per tuo padre.» mormorò Hideyori in inglese. «Morikawa-san mi ha riferito la notizia e volevo porgerti le mie condoglianze.»
Corrado lo ringraziò e rimase a osservare le navi alla fonda. Erano entrambi in libera uscita, eppure non si erano allontanati dalla base. La stanchezza per le esercitazioni estenuanti iniziava a farsi sentire.
«Pregherò per lui che è stato tanto gentile con me.»
«Sì, grazie. Sono io che devo ringraziarti per avermi trovato un alloggio.» ribatté Corrado.
Hideyori annusò l’aria marina e vide un gatto fare uno scatto per rincorrere un topo, finendo entrambi sotto il carretto di un pescivendolo.
«Ho dovuto aspettare il consenso alla mia richiesta di averti come attendente, altrimenti ti avrei trasferito prima.»
Non aggiunse che, per riuscire nell’intento, aveva dovuto fare pressioni al ministero della guerra, poiché la richiesta aveva fatto storcere il naso a più di un pezzo grosso. Non capivano il motivo di avere al fianco uno straniero, sebbene naturalizzato giapponese, quando già c’era Morikawa. In pratica, gli avevano fatto intendere che si fidavano poco di Corrado per metterlo al suo fianco. Così, si era risolto a tornare a Tōkyō per parlare direttamente con il proprio superiore e spiegare che la sua richiesta era dettata dal semplice fatto che Corrado faceva parte di una nobile famiglia italiana, che avevano studiato insieme a Cambridge, che era giunto in Giappone sotto la sua responsabilità e che se gli fosse accaduto qualcosa lui si sarebbe sentito in dovere di togliersi la vita. E lui era pur sempre un Tokugawa.
Era tornato a Yokosuka con la vittoria in mano.
«Cosa ne diresti di andare in una casa da tè?» propose.
Corrado si girò a guardarlo, così dannatamente bello in divisa che faceva male agli occhi e annuì.
«Chashitsu oppure ochaya?» domandò con un sorriso malizioso.
«Dipende.» rispose Hideyori insinuante. «Se desideri solo tè e goderti il cha no yu, allora andiamo in una chashitsu. Se preferisci ascoltare una geisha mentre sorseggi il tè, allora la ochaya.»
Corrado annuì pensieroso e quando parlò fissò l’amico negli occhi:
«E poi la geisha sarà così discreta da lasciarci soli?»
«Ovviamente.»
«Allora non vedo motivi validi per rifiutare una simile offerta.»