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Monolith

Post n°687 pubblicato il 23 Agosto 2017 da mikacine
 

Raramente ci si imbatte in un film nostrano che riesca ad uscire dai soliti schemi narrativi e,soprattutto,da quelle tipiche storie raccontate dal nostro cinema. Qui siamo in presenza di un progetto tricolore che si avvale di un cast americano per raccontare una storia che,invece,abbraccia chiunque senza limitazioni di confini.


La Monolith del titolo è "l'automobile più sicura del mondo",un SUV che attraverso la sua intelligenza evoluta ed in continua espansione può rappresentare il perfetto compagno di viaggio per un qualsiasi guidatore,offrendo enormi vantaggi sia per la comodità del viaggio stesso che per la sicurezza dei viaggiatori. Sandra è una neo-mamma in viaggio per la calda Los Angeles - per intenderci quella dei deserti assolati.. - ed assieme a suo figlio di due anni sta cercando di raggiungere i suoceri. Dopo aver investito un cervo il piccolo David si chiude erroneamente nella macchina,lasciando sua mamma fuori in balia dei coyote famelici e senza possibilità di chiamare soccorsi; la temperatura si sta alzando e per David quella macchina diventa sempre più una fornace letale.

Angosciante sia a livello visivo che sonoro,il film è una metafora perfetta di un aspetto importante delle nostre attuali vite: quello della tecnologia e dell'uso che ne facciamo. Se anni fa il genere thriller/sci-fi era popolato da progetti in cui le macchine si ribellavano all'uomo,ora abbiamo oltrepassato il confine arrivando a tecnologie che,se abusate nell'uso o messe nelle mani sbagliate,possono "imprigionarti" o "rovinarti" anzichè proteggerti e servirti.

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