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Viva l'apartheid - capitolo 3

Post n°3 pubblicato il 13 Luglio 2010 da elzzza

Capitolo 3


Lorenzo Marx, colonia portoghese, attracco della nave alla foce di un fiume, nella capitale, Beira, odierna Maputo. La foce del fiume dalle acque limacciose era praticamente il porto, gli argini del fiume costituivano il molo dove attraccavano le navi. Gli argini erano contenuti da enormi tronchi, che davano a questo porto un aspetto quasi selvaggio.
In questa foce del fiume sullo scarno molo c'erano depositi dalle strutture essenziali, coperte con lamiere variopinte e, su panchine di fortuna, all’ombra di tali depositi sedevano sonnolenti indigeni, forse addeti ai lavori, ma, che a me sembravano che fossero lì solo per sonnecchiare, e così pure un cane che dormiva proprio al centro della strada che conduceva al porto. 
Ai miei occhi, quel paesaggio, quelle strutture così essenziali, quel ritmo di vita lento, che traspariva dal volto di quei negretti seduti all’ombra, felici di godere di quel dolce far nulla, quella era la vera Africa. 
La sera quel singolare attracco alla foce del fiume si animava, per cosìddire, in maniera stupefacente. Soprattutto colpiva la mia attenzione un insegna di colore rosso, a luci intermittenti, dove si leggeva, quando era illuminato, “Piripiri restourant”, ed era quello il posto più frequentato. Era proprio sulla foce del fiume, e offriva, come piatto tipico, gamberoni appena pescati, così dicevano, conditi con piripiri.
Piripiri è una spezia, che veniva usata per condire i gamberoni, dei gamberoni enormi come aragoste, che erano spaccati in due con un'accetta da negri sudati, appena pescati, mantenuti con un arpione, e messi direttamente sulla brace e conditi con questa spezia terribile, fortissima, una specia di peperoncino, evidentemente molto simile a quello che si usa da noi nel meridione d'Italia. 
Questo piatto era l’unico che veniva servito in quel ristorante, il tutto innaffiato con cerveza. La birra in quel ristorante veniva consumata a fiumi, proprio perchè il peperoncino era troppo piccante, e bisognava spegnerlo in qualche modo. Io, giovane ufficiale, al mio primo viaggio su quella nave, sconvolto dalla singolarità di quel posto, ero ancora più eccitato perchè i marinai che erano con me sulla nave, delle parti mie, di Torre del Greco, dicevano che era quello il posto per tenere a battesimo me, giovane, inesperto, alle esperienze più tipiche di marinai: un'ubriacatura e dopo una puttana. Allora mi dicevano: “Devi venire con noi, e Beira è il posto migliore per fare questa esperienza”. E così, prima mi hanno portato in quel ristorante, dove ho mangiato dei gamberoni buonissimi, e, giuro, che non avevo mangiato mai dei gamberoni così buoni in vita mia, ed anche così piccanti. Ho bevuto sette-otto birre da tre quarti: ero ubriaco, mi sentivo malissimo, e dopo questa abbuffata e ubriacatura, mi hanno detto: “E adesso si va a puttane”. Siamo saliti su un taxi, i miei amici marinai avevano giа preso dei regalini da portare a queste donne, perchè dicivano che queste donne non prendevano soldi, ma preferivano calze, profumi, collanine, dicevano che era difficele per loro reperire in quel villaggio sperduto quelle cose così preziose, e dicevano poi, scherzando, che non solo apprezzavano i regalini, ma che facevano volentieri all’amore con loro, perchè erano tutti autentici amatori. 
Siamo finiti così nel cuore della giungla. Abbiamo camminato, non mi ricordo perh quanto, perchè ero ubriaco, forse più di un ora; ricordo solo che le strade erano polverose. Siamo arrivati in questo villaggio, dove c'erano una seria di capanne, insomma, delle case rudimentali. Era buio, e al sopraggiugere del taxi un gruppo di donne ci è venuto incontro: tutti già sapevano cosa fare. Ogni marinaio dopo di aver dato il regalino alla donna prescelta, con la quale è andato in una di quelle capanne. Io invece, credo su indicazioni di uno di miei amici, sono stato, letteralmente, sollevato in aria da una cicciona, che pesava, credo, più di un quintale. Non ha preteso neanche il regalo, mi ha portato dirittamente nella capanna: io sbattevo i piedi e gridavo: “La cicciona non la voglio! No!” Alla fine mi sono liberato della cicciona, sono uscito fuori e ho visto una ragazzina più o meno adatta alla mia età, di cui si vedevano solo gli occhi che luccicavano nel buio; lei era vicino alla madre, e io ho detto, sperando che sentissero anche i miei amici: “Voglio questa qua!”, e così l’ho preso per mano, mentre la mamma cercava di trattenerla. Mi sono allontanato un poco perchè, anche se non volevo, dovevo fare il mio dovere, dovevo per forza far vedere che, come loro, dopo l’ubriacatura avrei avuto anche un’esperienza con una puttana, altrimenti sarei stato preso in giro da quei marinai così esperti, così incalliti, così abituati a queste cose, che io in realtà non mi sentivo di condividere. E così mi sono steso a terra con quella povera sventurata, che ha dovuto subire quella violenza atroce. Sentivo un'odore, che rimarrà per sempre nel mio olfatto, nella mia mente: un odore buono, però selvaggio, autentico, non era profumo, era odore di pelle umana. Lei tremava, e mi sono accorto che aveva solo questo vestitino addosso, sottile, non aveva nient'altro. Ricordo solo che ho raggiunto l'orgasmo immediatamente, forse è stato solo l’odore della pelle di quella giovane donna, o la novità dell’esperienza, o il desiderio di concludere quella violenza al più presto. Mi è rimasta impressa la scena della mamma che ha trattenuta a se la ragazza, quando io l’ho preso per mano, e poi l’ha lasciata andare. E questa è stata per mi un’esperienza traumatica: davvero dopo tutto questo non mi sentivo fiero di essere un marinaio. Avevo pensato a qualcosa di più poetico, quando sognavo di essere un marinaio, non avrei mai pensato che per diventare marinaio bisogna usare quelle povere donne negre che hanno bisogno di tutto, e sono disposte anche a prostituirsi per ottenere qualche monile, qualche calza, profumo, che nel loro povero villaggio non riuscirebbero mai ad avere. E io così ho capito quale era l'approccio dei bianchi con quella povera gente, ed in quel momento io ero uno di loro, e avevo tanta vergogna.
Siamo ritornati a bordo, era la mia prima ubriacatura, e sono stato malissimo. Non consiglio a nessuno di ubriacarsi di birra: è qualcosa di terribile; a parte che devi sempre andare in bagno a fare la pipì, tanto liquido nello stomaco comunque ti fa sentire davvero malissimo. Sono stato male tutta la notte, e la mattina avevo un terribile mal di testa.

 
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