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dal libro "Le Corna del Diavolo" di Carlo Petrini
COME PAPPARSI IL MILAN A PREZZO DI SALDO
(pagine 35-36)
Il 30 ottobre del 1985 il "Corriere dello Sport-Stadio" scrive che la
Fininvest di Silvio Berlusconi ha comprato il Milan calcio, e precisa
anche il prezzo: 24 miliardi di lire, pagamento in quattro rate. Lo
stesso giorno,con un comunicato ufficiale,la Fininvest dice che non è
vero e afferma la propria “totale estraneità alle trattative per
l'acquisto della squadra milanese”.
Naturalmente la smentita è una balla. Berlusconi sta effettivamente
tentando di mettere le mani sul Milan calcio, ma-nello stile del
personaggio fresco di P2-l'operazione deve restare segreta,dato
l'obiettivo è di prendere la società rossonera pagandola a prezzo di
saldo.Bisogna prima di tutto togliere di mezzo il presidente milanista
Giuseppe Farina detto Giussy,e poi mettere fuori gioco tutti i
possibili concorrenti interessati a comprare la società.Perchè la
Fininvest non ha nessuna intenzione di partecipare a un'asta,vuole
prendersi il Milan per due lire punto e basta.
Il presidente Farina non è uno stinco di santo, anzi è un gran
filibustiere, ma in confronto a Berlusconi è un dilettante.Infatti il
capo della Fininvest maneggia da anni miliardi su miliardi che non si
sa dove arrivano:una parte sono capitali anonimi percheggiati in
Svizzera,un'altra parte di miliardi gli piove dal cielo in contanti. E
poi è un tipo molto chiaccherato,al punto che il 30 maggio 1983 la
Guardia di finanza ha mandato alla Procura di Milano un appunto con
scritto: “E' stato segnalato che il noto Berlusconi Silvio,interessato
all'emittente televisiva privata "Canale 5", finanzierebbe un intenso
traffico di sostanze stupefacenti dalla Sicilia con diramazioni sia in
Francia che nelle altre regioni italiane (in particolare Lombardia e
Lazio)”.
Anche se non c'è piu la ragnatela della P2, nella operazione- Milan il
signor Berlusconi può contare su degli appoggi politici pesantissimi:
il presidente del Consiglio in carica Bettino Craxi, mezza Democrazia
cristiana, il craxiano Carlo Tagnoli sindaco di Milano, il presidente
del Coni Franco Carraro, e il presidente della Federcalcio Sordillo.Più
tv e giornali della Fininvest ,più la tifoseria milanista. Il povero
Farina,invece,anche se ha qualche miliardo è uno sfigato qualsiasi
senza nessun santo in paradiso,così il suo piccolo impero-con la gemma
del Milan,ha le settimane contate.
LO SCIPPO DELLO SQUALO
Per una simpatica coincidenza,la Federcalcio alla fine di ottobre 1985
manda gli ispettori a controllare la contabilità del Milan
calcio.Allora Farina si agita,ma il presidente federale Sordillo cerca
di tenerlo tranquillo: “Nella contabilità del Milan non sono state
riscontrate irregolarità sostanziali,ma solo formali”.
La società rossonera non se la passa molto bene: le casse sono vuote, e
i debiti con le banche arrivano a una decina di miliardi.Però il valore
complessivo dei giocatori milanisti è quattro volte tanto: in squadra
ci sono giovani campioni come
Baresi,Costacurta,Maldini,Evani,Tassotti,Stroppa,Hateley; e campioni
stagionati come Di Bartolomei,Paolo Rossi e Virdis.Poi ci sono gli
immobili del centro sportivo di Milanello,più il patrimonio personale
di Farina,che è consistente.
Quindici giorni dopo, cioè a metà dicembre,ecco il colpo di scena: con
una decisione che i giornali definiscono
“strana,improvvisa,inattesa”,Farina si dimette da presidente,lascia il
Milan. E dichiara ai giornali: “Ho preso questa decisione perchè è
successo un fatto grave che non posso raccontare. Me ne vado per il
bene del Milan... Non chiedetemi di essere più chiaro: non posso”. Il
potere gli ha ordinato di togliersi di mezzo, e lui è costretto a
ubbidire.
L'agenzia Ansa, il 17 dicembre,riporta “una voce secondo la quale il
pacchetto azionario della società Milan sarebbe già stato ceduto a un
gruppo del quale farebbe parte l'imprenditore milanese Silvio
Berlusconi”. La agenzia riporta la smentita della Fininvest,che nega
tutto,perfino l'interesse. L'indomani,il 18 dicembre,l'Ansa riporta il
seguente comunicato: ”Il gruppo Fininvest,di cui è presidente Silvio
Berlusconi,dichiara la sua disponibilità a esaminare la possibilità di
un intervento a livello di capitale nella società Milan. Questa
possibilità si manifesta oggi, a seguito delle intenzioni di disimpegno
pubblicamente manifestate dall'attuale presidente, Giuseppe Farina”.
A questo punto comincia una commedia che va avanti per settimane. Il
petroliere Dino Armani,da tempo interessato a comprare la società
rossonera,sembra rassegnato a farsi da parte: ”Ho chiesto più volte a
Farina di dirmi quanto voleva, ma una vera trattativa non c'è mai
stata,lui è sempre stato vago...”. Comincia a essere chiaro che la
società Milan calcio è destinata alla Fininvest. Allo stadio di San
Siro già si vedono tifosi rossoneri con striscioni e cartelli (non si
sa quanto spontanei) che inneggiano a Berlusconi. Intanto il padrone di
Canale 5 mette le mani avanti: ”Sono pronto a comprare il Milan,ma
sulla base del valore effettivo che accerteranno i miei esperti.
L'accordo potrà essere raggiunto solo se le richieste di Farina non
saranno esagerate”.
Le tre televisioni e i giornali della Fininvest accompagnano l'assedio
berlusconiano al Milan come strumenti di pressione: arrivano a tirare
in ballo il tifo rossonero di papà Berlusconi, di Silvio bambino, del
fratello Paolo,della nonna e della zia, dell'amico Fedele Canfolaneri,
del caro socio Adriano Galliani... E' tutta una ridicola sceneggiata
sentimentale,una telenovela brianzola per far passare la cosidetta
"trattativa" con Farina come “un atto d'amore” verso il Milan. In
realtà è un business politico e anche televisivo:
“Da molto tempo Canale 5 si interessa al calcio. Sono state proprio le
sue offerte a far decuplicare in pochi anni il prezzo che la Rai paga
per l'esclusiva sul campionato. L'impossibilità delle dirette e la
voglia della Lega di favorire comunque l'ente pubblico hanno fino ad
oggi sempre interrotto bruscamente il discorso. Il contratto attuale
che lega il calcio alla Rai scade però alla fine del prossimo
campionato.Per quella data quasi certamente l'interconnessione sarà
cosa fatta.Non solo,ma anche Canale 5 avrà imparato a gestire un
impegno tecnico grandissimo come la ripresa in contemporanea di tutto
il campionato.
L'accordo Rai e Lega per essere siglato ha per regolamento bisogno del
placet di tutte le società. Deve cioè esserci unaminità, il "no" anche
di una sola società terrebbe in sospeso la trattativa complicandola
moltissimo. E Berlusconi a quel punto potrebbe essere il presidente del
Milan. Non solo,potrebbe cioè rilanciare senza più il problema della
diretta la sua proposta d'esclusiva,ma potrebbe addirittura bloccare
materialmente l'accordo della Rai.
C'è poi da ricordare ancora una cosa. Le partite di Coppa europea sono
fuori dal contratto tra la tv di Stato e il calcio. Per quelle il
mercato è praticamente libero già adesso. Forte della diretta e del suo
rapporto preferenziale,la Rai è riuscita fino adesso a mantenere anche
quel tipo di monopolio. Ma se Berlusconi diventasse padrone del Milan
potrebbe concedere alle sue reti le partite di Coppa fin dalla prossima
stagione. Stando così le cose,le preoccupazioni Rai diventano
chiarissime. Nelle mani di Berlusconi il Milan si trasformerebbe
automaticamente in un'incredibile testa di ponte tra l'emittenza
privata e il calcio”. (Mario Sconcerti,"la Repubblica",20 dicembre
1985).
Pagine (40-41-42-43)
La Fininvest offre la miseria di 15 miliardi per un Milan addirittura
ripulito dai debiti,ma Farina vuole almeno il doppio con i debiti a
carico di chi compra. Si fa viva una finanziaria di Montecarlo, la Wac,
che offre 25 miliardi e si accollerebbe le passività; altre cordate
sembrano interessate all'affare. Farina è messo con le spalle al muro:
è sottoposto a pressioni di vario genere comprese le minacce di
fallimento e di guai giudiziari. Intanto la società rossonera viene
messa in mora dalla Federcalcio per le irregolarità contabili.
Domenica 19 gennaio 1986 si gioca a San Siro la gara di campionato
Milan-Fiorentina. La tifoseria rossonera scandisce il nome di
Berlusconi, e le televisioni indugiano su due grandi striscioni che
sembrano fatti apposta per la propaganda berlusconiana:”Farina
infame.Pagherai caro,pagherai tutto”, e “Silvio,facci sognare...Fai
tornare grande il Milan”.Pochi minuti prima del fischio d'inizio della
partita,un gruppo di giovani entra sul terreno di gioco e srotola uno
striscione con scritto:”Berlusconi o morte”.(Cfr.agenzia Ansa,19
gennaio 1986).
E' come vedere una messinscena.
Il 22 gennaio il vicepresidente del Milan,Gianni Rivera, fa un
clamoroso annuncio: la società rossonera ha chiesto al ministero del
Tesoro l'autorizzazione per un aumento di capitale da 10 a 20
miliardi,che verrebbe sottoscritto dagli attuali soci. E' un disperato
tentativo di Farina di ribellarsi alla svendita del Milan e all'ordine
di passarlo alla Fininvest,come spiega Rivera: ”Berlusconi pretendeva
che i consiglieri si accollassero tutte le passività, e non dava il
giusto valore alla parte attiva. I giocatori della squadra e gli
impianti di Milanello devono pur essere considerati dei valori in
attivo! Io fino a oggi sono stato zitto, ma adesso ho capito che non
c'è la possibilità di trattare alle condizioni poste da Berlusconi”. La
replica del padrone di Canale 5 è un capolavoro di ipocrisia:
“Le accuse indirizzate da qualcuno al gruppo Fininvest di voler
"giocare al ribasso" si qualificano da sè e rivelano,se mai ve ne fosse
bisogno, a quali livelli di serietà e responsabilità ancora oggi da
taluno si intenda gestire la società e si faccia opera di sostanziale
disinformazione del pubblico e dei tifosi. Gli unici scopi che muovono
il gruppo Fininvest all'acquisto del Milan sono quelli di realizzare
finalmente,dopo anni di vana attesa,una società ordinata,organizzata e
vincente,e di recuperare a Milano una squadra in grado di primeggiare
nel panorama calcistico nazionale e internazionale,secondo il rango che
il Milan si è guadagnato in tutta la sua storia”.
Il 24 gennaio circola la voce che Farina avrebbe raggiunto un accordo
con il petroliere Dino Armani: in cambio della maggioranza delle azioni
della società rossonera, il petroliere avrebbe offerto 25 miliardi più
l'impegno a coprire tutti i debiti della società. Quello stesso 24
gennaio,in serata,il presidente della Federcalcio Sordillo comunica che
“la presidenza della Figc ha ritenuto di investire il tribunale
affinchè svolga accertamenti preventivi sulla titolarità delle azioni
del Milan calcio”: in pratica,il presidente federale ha presentato due
esposti-uno civile e uno penale-contro Farina.
A questo punto si dice interessato a rilevare la società rossonera
anche il commercialista milanese Luigi Ceserani,come rappresentante di
“un gruppo che vuole rimanere al momento segreto. Posso anticipare che
ne fanno parte industriali milanesi e società quotate in Borsa. E' un
gruppo fortissimo con grandi progetti,che vogliono fai diventare il
Milan una cosa unica in Italia”.
Fra voci,manovre,azioni di disturbo e pressioni, una cosa sola è sempre
più chiara:il Milan deve finire alla Fininvest e alle condizioni
stabilite dal signor Berlusconi (cioè per quattro soldi),qualunque
altra possibilità viene boicottata. E il passaggio deve avvenire
presto,perchè il Milan a questo punto rischia il fallimento.
Il 1 febbraio Rivera annuncia le sue “dimissioni irrevocabili” da
vicepresidente della società rossonera e attacca Berlusconi: ”Nella mia
posizione di tifoso del Milan mi fa ribollire di rabbia il solo
pensiero che qualcuno possa volere il fallimento della società
rossonera. Non possiamo permettere che questa squadra venga
distrutta...Purtroppo, personalmente non possiedo i 5 o 6 miliardi
necessari per tacitare tutti i creditori e continuare nell'attuale
gestione,altrimenti l'avrei fatto. Ho partecipato alla trattativa, e
sono rimasto sorpreso dall'atteggiamento dei legali di Berlusconi,che
stanno cercando in tutti i modi di far affondare il Milan e poi
recuperarlo per poche lire”.
Il 3 febbraio,intervistato da Enzo Biagi,il padrone di Canale 5 fa una
delle sue solite sceneggiate televisive,arrivando al punto di dire che
il business Milan è per lui una faccenda sentimentale: “Un affare di
cuore da qualche miliardo,è vero, ma anche le belle donne costano
molto...Però il cuore non può spingere nessuno a entrare in una palude,
e oggi il Milan è in una situazione per cui c'è veramente bisogno di
fare un pò di bucato. Stiamo aspettando che qualcun altro faccia questo
bucato,noi non lo possiamo fare,poi speriamo di poter entrare”.
Paolo Berlusconi,fratello di Silvio,conferma che la Fininvest vuole un
Milan "pulito", pulito dai debiti e dai pasticci contabili,perchè
l'alternativa sarebbe “un nababbo scemo che investa 40 miliardi,ma chi
ha 40 miliardi non è proprio scemo”. Adesso è chiaro, dicono che in
molti,che la Fininvest punta al fallimento del Milan di Farina per poi
prendersi la società a prezzo di saldo. Intanto la magistratura,dopo
l'esposto della Federcalcio,ha messo lo stesso Farina sotto inchiesta.I
tifosi milanisti sembrano non avere dubbi,a San Siro tutti gli
striscioni sono per Berlusconi:”Silvio,salvaci dalla vergogna”,
“Vogliamo Berlusconi”, “Armani boia, Rivera troia”, “Silvio, il nostro
scudetto sei tu”. Una messinscena che sembra fatta apposta.
(PAGINE 43-44-45)
La situazione è paralizzata,ma è una paralisi-scrive il giornale "la
Repubblica"-”che giova a Berlusconi,il quale da tempo gioca al
ribasso.In linea teorica il prezzo del Milan diminuisce di giorno in
giorno,visto che le situazioni difficili per la società crescono con il
passare delle ore, e che di possibili acquirenti non ce ne sono”.
Non ce ne sono anche perchè il potere politico fa il cane da guardia al
bottino: nessuno deve interessarsi dell'acquisto del Milan, la società
rossonera ha già un destino deciso del presidente del Consiglio Craxi.
Intanto il capo della Fininvest ripete: ”Sono innamorato del Milan e
voglio prenderlo a tutti i costi. Ma devono essere costi
ragionevoli,infatti noi abbiamo fatto un'offerta più che onesta”.
Farina se n'è andato in Sudafrica, e c'è chi dice che non tornerà più
in Italia. La società rossonera chiede al tribunale l'amministrazione
controllata,anticamera del fallimento. Un giornale conferma che
“Berlusconi potrebbe avere interesse a che il Milan fallisca, perchè
così sarebbe più facile acquistarlo e rispiarmerebbe qualche miliardo”.
L'inchiesta della magistratura sta accertando che Farina pagava
parecchi giocatori milanisti "in nero",e ritiene che i bilanci della
società rossonera siano falsi. Il vicepresidente dimissionario Rivera
si sfoga:
La valutazione che Berlusconi da del Milan è assurda: Milanello vale da
solo circa 4 miliardi,poi c'è il patrimonio giocatori.Per tutto
questo,Berlusconi offre la somma ridicola di 15 miliardi,cioè 11
miliardi per il parco-giocatori. Stando ai parametri di mercato, due
giocatori milanisti valgono da soli 11 miliardi! Se Berlusconi vuole
comprare il Milan,deve alzare il prezzo, è troppo comodo prendere
questa società per due lire! Se ci fosse un compratore disposto a
valutare correttamente il parco-giocatori,mi accollerei personalmente
tutte le passività. Il Milan è stato portato a Berlusconi su un vassoio
d'argento,ma lui non può approfittarne. Siamo disposti ad andarcene
tutti al suo arrivo, me compreso, ma non può pensare di comprare il
Milan per niente. Oltretutto,l'interessamento di Berlusconi per il
Milan può avere arrecato danni alla società: certi compratori
interessati si sono bloccati di fronte al suo nome, sicuri di non avere
speranze di poter competere con lui”.
La tifoseria rossonera-guarda che combinazione!- continua a invocare
l'arrivo del padrone di Canale 5: gruppi di ultrà ("Commandos
Tigre","Fossa dei leoni","Brigate rossonere",ecc) presidiano la sede
milanista di via Turati al grido “Vogliamo Berlusconi!”. I giornali
scrivono che “anche a livello di Federazione gioco calcio si tifa in
maniera decisa per l'avvento del magnate delle tv private”. Paolo
Berlusconi fa il poeta-playboy: “Il Milan è tale e quale una donna
meravigliosa e di gran classe,ma con un passato chiaccherato.Che poi
sono le donne più interessanti...e quindi da non perdere”.
Succede tutto il 20 di febbraio. La procura di Milano emette un ordine
di cattura contro Farina,latitante in Sudafrica. E poche ore prima che
il tribunale civile deliberi l'amministrazione controllata, anticamera
del fallimento,arriva la notizia ufficiale: il Milan calcio è della
Fininvest.
“Io sarò il presidente della società”,annunciava Berlusconi, “con mio
fratello Paolo e Gianni Nardi vicepresidenti”. Esulta il capo della
Lega calcio Antonio Matarrese: “Silvio Berlusconi sarà un grande
presidente che potrà fare molto per il mondo del calcio”.Alla domanda
se abbia preso il Milan per guadagnarci,il neo-padrone rossonero
risponde:”E' una squadra,ma è anche un prodotto da vendere,da offrire
sul mercato. Impiegheremo la nostra esperienza con le televisioni
commerciali per migliorare e esaltare l'immagine del Milan”.
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Il "Trofeo Berlusconi" a novembre in una serata di Champions davanti a quattro gatti infreddoliti e senza nessun Berlusconi in tribuna, è stato un altro atto della Pompei societaria che sta bruciando la città da qualche anno. E con essa la materia cerebrale residua. Nemmeno la prima Inter di Massimo Moratti sarebbe riuscita a concepire un tale capolavoro tragicomico. Se non altro è servita per capire in quale inesorabile spirale di solitudine stia per rimanere intrappolato Pippo Inzaghi.
La gente non ne può più e ha ripreso a disertare San Siro anche in campionato: gli estremisti accusano Pippo di aver accettato la panchina condividendo le miserie filosofiche di mercato, sulle ceneri di Seedorf il quale si era illuso di poter stravolgere la rosa prima a parole poi con l'avallo di Berlusconi. Una visione singolare delle cose. Primo: non si capisce perché uno che ha fatto la storia rossonera in campo e avesse già intrapreso la carriera di allenatore in questo club, avrebbe dovuto rifiutare la panchina della prima squadra. Secondo: noi come Pippo ci eravamo illusi che almeno per difendere la scelta del pupillo allevato in casa, grazie al quale hanno anche risparmiato l'ingaggio oneroso di un Allegri qualsiasi o di un tecnico di nome, lo straccio di un giocatore di rendimento e di esperienza glielo avrebbero preso.
Balle. Gli hanno rifilato i soliti prestiti e parametri zero costringendolo a lucidare il peltro in salotto. Pippo si è messo a strofinare sull'amor proprio di qualcuno e con Abate, Rami, il giapponesino l'operazione è parsa riuscire (anche se il tempo dimensionerà per bene il valore effettivo di tutti). Il visitatore di Milanello non ha scucito un euro nemmeno questo giro, se non per il carburante dell'elicottero. Affidata l'estate ai consueti magheggi e detto che la squadra è #ultracompetitiva e #apostocosi secondo copione, per vincere lo scudetto bastava farla giocare come dice lui. E come dice, lui? Che bisogna tirare in porta dentro l'area? Che bisogna non prendere gol? Che bisogna fare il possesso-palla (specie negli ultimi minuti se si è in vantaggio)? Invece altrove cosa dicono? Che non bisogna tirare, va bene prendere gol e lasciare la palla agli avversari? Il discorso fila dritto verso Inzaghi e le sue colpe: la tattica, il giuoco, la formazione, quello strumentale 8 in pagella inesorabilmente pronto a diventare un 4 se le cose proseguissero su questa piega. I menestrelli e la stampa allineata gli faranno da eco in tempo reale e molti ci cascheranno persino.
Che le colpe siano in larga parte di una società dimessa da grande club sin dal 2012 non vi sono dubbi, basterebbe pensare semplicemente al triste spettacolo allestito mercoledì scorso. Certo è che con la società, la stampa allineata e i disertori di San Siro, qualcun altro sta per abbandonare Pippo al suo destino: i giocatori. Torres e Menez hanno l'ultima grande chance di combinare qualcosa di buono con una maglia importante, non pare se ne siano accorti. El Shaarawy è al bivio per trasformare la sua carriera da quella di Pato a una da campione vero. De Sciglio ha in mano l'asticella per un salto in alto significativo. De Jong potrebbe riperdere presto la voglia di fare da balia all'armata Brancaleone. Il resto invece è il resto: comunque vada il milanista resterà crocefisso alle papere dei portieri, a Zapata, Muntari, Essien senza sapere cosa dire di Armero e Van Ginkel. Poca roba, roba che non cambierebbe il corso del destino nemmeno in zona retrocessione.
Inzaghi starà pure commettendo errori, nessun allenatore ne è esente, però la personalità e la qualità scadenti di buona parte del suo gruppo non è e non può essere sua. Potete insistere nella colpa di averlo accettato, questo gruppo, ma è troppo facile giudicare le scelte altrui da lontano. Quella di Pippo è stata anche una rischiosa scelta d'amore, un sentimento che purtroppo il Presidente non prova più per questo club. Questo si, avrebbe potuto e dovuto saperlo. Conoscendolo bene, Pippo sapeva perfettamente e se non altro non ne resterà spiazzato.
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Dall'inizio della stagione (precampionato compreso) in effetti è (sempre per il livello del calcio italiano) un iradiddio:
gol su punizione a Valencia
gol di sinistro nel trofeo TIM contro la Juve
gol di destro contro la Lazio
gol di testa contro il Parma (+ assist per il gol di Bonaventura)
gol di sinistro ad Empoli
gol su punizione contro il Chievo
due gol di sinistro contro il Verona
In definitiva, tranne che con la Juve (dove fu comunque sua l'unica nostra occasione della partita) e il Cesena (due squadre curiosamente bianconere), il giapponesino l'ha sempre messa.
(e per completare la sua ancora non completa stagione al Milan, essendo stato preso a gennaio, un gol in coppia Italia al suo esordio e un gol a Genova contro il Genoa molto bello tra l'altro)
Il tutto per la precisione, ovviamente.
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Inviato da: riga1968
il 12/02/2014 alle 23:26
Inviato da: pigilli
il 19/09/2012 alle 18:59
Inviato da: MrPanzetc
il 29/08/2012 alle 07:36
Inviato da: riga1968
il 26/08/2012 alle 21:39
Inviato da: MrPanzetc
il 16/07/2012 alle 18:18