Creato da alessandrini_mario il 05/12/2008

MILK

il film sulla storia di Harvey Milk

 

MILK visto dall'Africa

Post n°34 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da alessandrini_mario
 

Mai luogo fu più azzeccato per raccontare la storia di un uomo simbolo della lotta contro la discriminazione in una società conservatrice e ottusa. L’Africa del sud, quella ancora intenta a curare le ferite procurate dall’apartheid, non poteva infatti accogliere in maniera più entusiasta l’uscita del film (lo scorso novembre) sugli anni clou della vita di Harvey Milk. Per un pubblico abituato a inghiottire film-panettone dodici mesi su dodici, l’arrivo nelle sale di Milk deve aver rappresentato non solo l’evento dell’anno (sia di quello appena concluso che di quello da poco iniziato) ma soprattutto l’occasione, tutt’altro che comune, per osservare la “diversità” attraverso lo schermo piuttosto che ad occhi nudi. Guardare un film sul tema delle differenze da una prospettiva africana vuol dire riflettere su questo concetto a trecentosessanta gradi. La storia di Milk infatti, letta in chiave più ampia, non é solo la storia di un omosessuale che lotta contro l’intollerante società americana degli anni settanta per la rivendicazione dei propri diritti politici e civili, ma rappresenta anche la condizione di un nero in un paese dominato dalla minoranza bianca, di un sieropisitivo che vive in un piccolo vilalggio rurale, di un bambino senza nome e identità, di una ragazza madre e di tutta le gente che si batte quotidianamente per difendere i propri diritti e libertà fondamentali messi in discussione da leggi e tradizioni culturali insensate. Ed è proprio perché il continente nero è la terra della discriminazione che il messaggio lanciato attraverso lo schermo dal protagonista del film, interpretato da un brillante Sean Penn, e suggellato dal suo sacrificio finale lascia qui un’eco più forte che altrove: la difesa dei diritti non richiede coraggio, né eroi, ma la determinazione di gente comune pronta al sacrificio per costruire una società migliore.


 


Marianna Garofalo – UNICEF Namibia

 
 
 

Alessandro Cecchi Paone commenta MILK

Post n°33 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da alessandrini_mario
 

In Italia teodem, teocon, omofobi e razzisti pullulano ovunque. Ma ripartire, e proprio da Milk, si deve e si può. Non mollando dopo le prime sconfitte elettorali;andando a trattare coi partiti tradizionali non singolarmente ma come gruppo di pressione strutturato proprio in senso pragmatico anglosassone; abbandonando le pregiudiziali ideologiche e le diffidenze interne fra gay,lesbiche,travestiti e trans; alleandosi con gli altri esclusi,donne,giovani e immigrati; e chiedendo esplicitamente aiuto e sostegno all'opinione pubblica eterosessuale di ogni orientamento politico,in nome dei comuni principi di libertà, uguaglianza e fraternità, che sono i veri valori insindacabili della nostra civiltà.

Alessandro Cecchi Paone

 
 
 

Sean Penn si racconta a Vanity Fair

Post n°32 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da alessandrini_mario
 

L'attore americano racconta il suo ruolo nell'ultimo fil di Gus van Sant in cui interpreta Harvey Mik, il primo politico apertamente omosessuale. "A mio figlio dava fastidio che io baciassi James Franco. A mia figlia, invece, dava fastidio che James Franco baciasse me"

Nel suo ultimo, acclamatissimo ruolo – quello di protagonista del film di Gus Van Sant Milk – Sean Penn dà vita a un uomo estroverso, generoso, innamorato della vita, che con Jeff Spicoli (il suo primo ruolo importante nel film del 1982 dedicato al mondo del surf Fuori di testa) ha più di una cosa in comune. E’ la storia di un uomo realmente esistito: Harvey Milk, hippie tardivo emigrato a San Francisco all’inizio degli anni Settanta con il suo amante Scott Smith (James Franco), convertito alla causa dei diritti gay, primo politico apertamente omosessuale a essere eletto in America, eroe e icona del movimento dei diritti civili, ucciso dopo una troppo breve carriera dal rivale Dan White (interpretato nel film da uno straordinario Josh Brolin). Di questo e di molto altro Sean Penn ha parlato con Vanity Fair Italia - che gli dedica la copertina in edicola dal 14 gennaio.

Non la si vedeva sorridere tanto in un film dai tempi del Jeff Spicoli di Fuori di testa. "Non mi piacciono i miei denti (ride)". È interessante vederla interpretare un personaggio così aperto, così pronto ad abbracciare il mondo e il prossimo. Perché il pubblico si è fatto di lei un’idea diversa. "Immagino di sì. Ma quando sei una persona conosciuta, in un certo senso è meglio avere quel tipo di reputazione. Tiene le mosche alla larga". Un grande tema di Milk è l’ottimismo americano, che di questi tempi è raro. "E quando muore la speranza, è finita davvero: questo penso, a dispetto del cinismo che mi gira nel cervello, quando penso a Barack Obama. Se c’è qualcuno che quella speranza la può incarnare di fronte alla gente, è sempre una buona cosa". È stato un evento emozionante, per lei, l’elezione di Obama? "Molto. Ho pianto. Non mi sono speso pubblicamente, ma non ho mai dubitato che l’avrei votato. Molti di noi hanno pensato: finalmente un presidente degno del Ventunesimo secolo. Penso che, a differenza di Clinton, sia un uomo buono. E che, a differenza di Bush, sia un uomo intelligente. E per quanto io sia in disaccordo con molte delle sue politiche – quelle che ha annunciato, almeno – non credo di aver mai pronunciato nella vita le parole “il mio presidente”. E questa volta non vedo l’ora di pronunciarle".

L’America è molto cambiata dai tempi di Milk. Quella era l’America delle battaglie per i diritti civili. "Ma ricordo di aver detto a Gus e Lance (Gus Van Sant, il regista, e Lance Black, lo sceneggiatore, ndr), quando abbiamo iniziato a lavorare al film due anni fa: il fumo sta per sollevarsi. Il Paese è stato distratto più a lungo rispetto ad altre volte, ai diritti non si pensava più – alle pari opportunità, ai diritti civili, alla tutela dei malati di Aids –, ma le cose stanno per cambiare. Quando ho visto il documentario che gli è stato dedicato (The Times Of Harvey Milk, ndr), ho pensato che mi dispiaceva non averlo conosciuto. Poteva essere un mio vicino, un politico della mia città. Gus me ne aveva parlato la prima volta una decina di anni prima, e voleva sapere se la parte mi interessava. Poi non ne avevo più saputo niente, fino a due anni fa".

Pensa sia stato meglio aspettare? "Sì, perché Milk aveva 47 anni quando l’hanno ucciso, e io avevo la stessa età quando l’ho interpretato. Meno ore al trucco. Molto meglio". Così lo sentiva più vicino? "Sì, ma la trasformazione c’è comunque, e spesso è una cosa difficile. Alejandro (González Iñárritu, ndr) mi aveva proposto la parte che poi ha interpretato Brad Pitt in Babel. Ho rifiutato: non me la sentivo di girare un film dove in ogni scena c’è mia moglie moribonda in mezzo al nulla. Pitt è stato bravissimo, quando l’ho visto gli ho fatto i complimenti e lui mi ha risposto: brutto stronzo, ho capito perché avevi detto no".

Questo film passerà alla storia come "il film dove Sean Penn bacia un uomo". James Franco, per la precisione. "Ai miei figli (una ragazza, Dylan, 17 anni, e un ragazzo, Hopper, 15, avuti dalla moglie Robin Wright Penn, ndr) l’ho messa in un altro modo: è James Franco a baciare Sean Penn. A mio figlio dava fastidio che io baciassi James Franco. A mia figlia, invece, dava fastidio che James Franco baciasse me". Siamo in piena stagione di premi cinematografici. Che cosa ha visto? Che cosa l’ha colpita? "Gomorra. Credo abbia buone possibilità".

 
 
 

Dicono di MILK

Post n°31 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da alessandrini_mario
 

Il film è strutturato in flashback, e parte da una registrazione, realmente esistente, nella quale Milk confida la paura di venire ucciso: Van Sant e lo sceneggiatore Dustin Lance Black utilizzano la confessione come espediente drammaturgico sulla falsariga della "Fiamma del peccato" e la trasformano in una rivisitazione degli ultimi anni della sua vita, e in un' occasione per ribadire l' importanza dell' operato. C' è da scommettere che Penn riceverà l'Oscar per un' interpretazione nella quale ha preso tutte le movenze del vero Milk senza farne mai una caricatura.  Ciò che colpisce particolarmente del film è la perfetta ricostruzione dell' epoca e la scelta di un tono sobrio ed essenziale, che minimizza la retorica, con la possibile eccezione dell' uso della musica lirica nei momenti più drammatici. è interessante mettere a confronto il film con il documentario "The life of Harvey Milk", che vinse l' Oscar nel 1984.  

Il film inizia con il racconto dell' arrivo dell' ebreo newyorchese Milk a San Francisco: la West Coast rappresentava il luogo della fuga e il sogno di una vita diversa. I primi atti di ostilità lo spinsero a cercare una rappresentanza politica, così come l' orrore dell' omicidio di un omosessuale, che sentì, mentre moriva per i calci e i pugni ricevuti, queste ultime parole: "faggot, faggot, faggot", checca.

Milk, che subì ripetutamente minacce di morte per il proprio operato, è raccontato come un eroe americano, e non è un caso che nella scena più potente citi il passaggio della costituzione in cui si dice che tutti gli uomini sono creati uguali. Le forze violente e ottuse della reazione appaiono per lui (come per Van Sant) un tradimento dell' idea stessa di America. Il film celebra il coraggio di chi sa imporre, mettendo a rischio la propria pelle, i valori fondanti, sfidando il mondo con quella che il presidente eletto poche settimane fa definirebbe «l' audacia della speranza». - ANTONIO MONDA

 
 
 

Direttamente dal set

Post n°30 pubblicato il 14 Gennaio 2009 da alessandrini_mario
 

Gus Van Sant e il direttore della fotografia Harris Savides sono alla loro quinta collaborazione . “Ogni film che abbiamo fatto insieme è stato un viaggio per capire come lo avremmo filmato”, ricorda Van Sant. “Sapevamo che Milk sarebbe stato diverso dai film più piccoli che avevamo già girato.” Nonostante l’ampiezza del progetto, regista e direttore della fotografia hanno preferito non ricorrere agli storyboard, e privilegiare il loro approccio collaborativo
ed esplorativo.

 

“Ogni volta, partiamo sapendo che le possibilità sono infinite”, prosegue Van Sant. “Poi, restringiamo il campo alle
possibilità che ci interessano. A volte facciamo riferimento a film o a foto. Prendiamo in considerazione tutto, e finiamo con una manciata di idee che ci piacciono.”

 

“Frederick Wiseman è stato un nostro punto di riferimento per Milk  - e per altri nostri film come Elephant e Last Days. Ci piace perché di solito gira sequenze emozionanti e insieme ‘grezze’, perché le situazioni che riprende non consentono grandi attrezzature o luci.  Eppure sembra totalmente rilassato di fronte a persone e luoghi molto intensi. Certo, Wiseman ci ha molto influenzato, ma abbiamo avuto anche altri punti di riferimento per Milk- come Robert Flaherty, per esempio.”

 

“Ci entusiasmava l’idea di ricostruire il look e il clima degli anni ’70 per dare maggiore realismo al film”, racconta Bruce Cohen. “Gus ha detto: ‘Che ne dite di Harris Savides?’, e noi gli abbiamo subito risposto: ‘Sì, grazie!’ Sapevamo che aveva fatto un lavoro fantastico non solo con Gus, ma anche con i paesaggi anni ‘70 di American Gangster e Zodiac. Con un direttore della fotografia come Savides, vedendo questo film vi sentirete parte di qualcosa che accade in quel preciso istante. Non sarà come stare seduti in poltrona e pensare: ‘Be’, è successo tanto tempo fa…’”

 

“Sul set ho imparato molto guardando Gus”, ricorda Black. “Ha uno stile diverso da quello di tutti gli altri registi
con cui ho lavorato – è molto poco invadente. Sa fare un passo indietro, lasciare che le cose accadano e trovare l’imprevisto. Permette agli attori e agli artisti di scoprire tante cose.”

“Non è un regista che parla a vanvera”, osserva Dan Jinks. “Dice qualcosa solo quando è necessario e, di conseguenza, gli
altri lo ascoltano. Possono essere solo un paio di parole, ma capisci subito che cosa vuole.”



 “E’ come navigare a vista”, spiega Alison Pill, entusiasta. “Molto spesso ci sono due macchine da presa che filmano insieme. Se c’è la fiducia, è il modo più bello di lavorare perché devi essere
presente in ogni singolo momento delle riprese.”



“Gus ti fa camminare con le tue gambe”, aggiunge Hirsch, “anziché farti da stampella e impedirti di trovarle. Così,
spinge i suoi attori ad avere coraggio e a fidarsi del loro istinto, come non hanno mai fatto prima. E’ straordinario lavorare con lui.”

 
 
 

IL PRIMO MINUTO DEL FILM

 

INTERPRETAZIONE DA OSCAR

 

IL GIURAMENTO DI MILK

 

CLIP IN ESCLUSIVA

 

IL TRAILER

 

SPOT RADIO

 

LE INTERVISTE

 

LE FOTO

Foto di alessandrini_mario: Milk

Foto di alessandrini_mario: Milk

Foto di alessandrini_mario: Milk

Foto di alessandrini_mario: Milk

Foto di alessandrini_mario: Milk

Foto di alessandrini_mario: Milk 





 

I COMMENTI DELLA STAMPA

“Uno dei Migliori 10 film dell’anno”  National Board of Review

 

“Magistralmente interpretato da Sean Penn"  La Repubblica

 

"Saggio di bravura del grande Sean"  L'Espresso

 

LA BIOGRAFIA

Harvey Bernard Milk (Woodmere, 22 maggio 1930 – San Francisco, 27 novembre 1978) è stato un politico statunitense, militante del movimento di liberazione omosessuale. Fu il primo consigliere comunale apertamente gay di San Francisco. 

Emerse ben presto come un leader della comunità gay, fondando la "Castro Valley Association". Fu eletto supervisor (cioè consigliere comunale) nel 1977, risultando così il primo rappresentante eletto di una delle maggiori città degli Stati Uniti ad essere apertamente gay. In undici mesi da supervisor, si batté in difesa dei diritti dei gay. Harvey Milk venne assassinato il 27 novembre 1978 all'interno del Municipio, assieme al sindaco George Moscone, dall'ex consigliere comunale Dan White.

Un corteo spontaneo a lume di candela per la memoria di Milk e Moscone attirò migliaia di persone, decorato con bandiere arcobaleno. Milk, consapevole del rischio che correva, aveva registrato numerose audiocassette da ascoltare in tale evenienza. In una di queste registrazioni sono immortalate le sue famose parole:

"Se una pallottola dovesse entrarmi nel cervello, possa questa infrangere le porte di repressione dietro le quali si nascondono i gay nel Paese"

 

TAG

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
http://www.wikio.fr
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963