C ha occhi verdi ed una sola fossettina a sinistra, quando sorride.
Ha gambe lunghe come il raggio del sole estivo, e sode come argilla ben lavorata.
Mani nervose ma dolci, delicate – occhi che ti affacciano verso il cielo.
L’abbraccio non è un comune abbraccio; mentre guidi, in auto, ti tiene la mano e potresti scansare le nuvole.
Ogni cosa è relativa, ogni mondo sta sospeso, perché quei baci, e quel corpo, hanno saputo parlare più di mille cose.
Potrei percorrere Trastevere mille volte, per mille chilometri in una sola sera, stando con lei.
Per ogni lode che tesso, ce n’è una che dimentico.
Ora C non c’è più, ma la memoria ha un senso. Deve averlo.
Malgrado il tradimento, o il resto del mondo che è penetrato tra noi, o le verità imperfette.
Così C rivive in me, nelle mie mosse quotidiane, nella elementarità dei giorni che si susseguono, dei gesti che si ripetono, stanchi ma desiderati – perché con C il desiderio è fondamentale.
Arrivederci C, o addio. Ma la memoria – come la verità – non ha paura.
La foto del post è per te. Stando lì, diresti “j’adore”. Ne sono dolcemente consapevole.
Inviato da: gianlucagian69
il 25/01/2010 alle 09:55
Inviato da: poison.dee
il 25/01/2010 alle 08:45
Inviato da: gianlucagian69
il 13/02/2009 alle 00:01
Inviato da: quotidiana_mente
il 12/02/2009 alle 23:57
Inviato da: gianlucagian69
il 08/02/2009 alle 23:31