Entro in biblioteca, abbasso la testa su un libro – ho cercato una serie di edizioni degli anni ’50, traduzioni di poeti tedeschi, mi hanno consegnato due testi su sei, gli altri erano irreperibili – e ho letto che il tempo delle rose è andato.
Perfetto, è dicembre: aspetterò un’altra guerra, altre telefonate fatte per compiacimento, altre improvvise simpatie.
Avrei potuto aspettare nella stanza da letto o nel salotto, ma ho preferito stare qui, nell’aria che non si respira, ad attenderti. E – “nel bene e nel male” – sei arrivata. Benvenuta.
Nella mia libreria immaginaria. Nel mondo che non ha più il mio tempo.
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il 25/01/2010 alle 09:55
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