Noblesse

Cara amica,

da qui, mi pare di vederti.

Ad occhi chiusi, saprei disegnarti. Saprei lasciare scorrere lo stilo sui tuoi fianchi, sulla rotondità delle tue braccia, sulla linea dei tuoi piedi.

Saprei disegnare la linea dei tuoi capelli. Il modo in cui sanno ricaderti sulle spalle.

Io so fissare, sulla tela, la linea del tuo seno.

So sentire, su di me, la sua morbidezza. La sua sublime dolcezza.

Io saprei dipingere anche il tuo profumo.

Il tuo fresco sentore di fiori. L'essenza che ti ostini ad usare, per quanto io ti dica che la tua pelle, nauralmente, sia molto più dolce.

Il caldo aroma di te. Che, per me, vale più di qualunque profumo.

Non c'è paragone, tra ciò che spalmi sulla tua pelle, e ciò che emana da te, mia dea.

Io saprei descrivere tutto ciò.

Io potrei continuare a descrivere le tue bellezze, all'infinito. La piega delle tue labbra.

La tua schiena.

Potrei ritrarti, ad occhi chiusi. Come ora. Dolorosamente ad occhi chiusi.

Ti ho attesa. Ancora. Ancora.

Ho sperato.

Ho desiderato affannosamente, che la porta venisse aperta e tu potessi venire verso di me!

Tenevo lo sguardo fisso soltanto in quel punto; il punto dal quale sapevo che saresti potuta uscire.

La mia apparizione speciale. Esclusiva. Mia.

No.

Hai scelto di non farlo. Hai scelto di declinare l'invito.

Hai scelto d'ignorarmi. Nonostante tu dicessi d'amarmi. Hai scelto di restare con lui.

Accanto a lui.

Hai lasciato me.

Non sto tentando di dirti che dovresti preferire me a lui. O, forse, sì. Credevo che, il nostro, fosse amore.

Ci credevo.

Forse ti sto accusando ingiustamente.

Forse ti è stato vietato, e non hai potuto agire diversamente. In quel caso, ti chiedo di perdonarmi, amore mio!

Cos'ha, che io non possa avere? Cosa?

Perché l'universo è favorevole a lui e sfavorevole a me?

Forse tu mi detesti poiché credi che io lo odi. Non è così.

Bene... Forse un poco...

Il mio Charmant è stato l'ignara vittima di questo assurdo carosello.

L'ammiro, a volte.

Non dev'essere semplice, vedere, quasi quotidianamente, la propria fidanzata tra le braccia d'un altro. No, amore... In pubblico tu non sei tra le mie braccia... Sto tentando di comprenderlo...

Eppure...

Non ha mai chiesto ragione. Non ha mai dimostrato di sospettare. Non ha mai opposto la seppure minima resistenza.

L'ammiro.

Posso soltanto immaginare, i suoi tormenti! E mi scuso, con lui, per i miei pensieri.

Io do come certo che egli sia innamorato di te, zolletta di zucchero, che sei! Ho notato, l'espressione nei suoi occhi, mentre ti osserva. Finge indifferenza, ma non gli riesce...

E' sin troppo tenero. Gli manca la componente agguerrita che caratterizza me.

Ora ti offenderesti. Non l'ho chiamato vigliacco, sia chiaro! Ho soltanto detto che nella sua vita, forse, qualcosa sia venuto a mancare.

O ce n'è stato in eccedenza.

Si accontenta di adorarti di lontano, ecco.

Ah! Ma... Se io fossi stato al suo posto, non avrei esitato un solo istante! Mi sarei lanciato alla conquista. Avrei tentato di sedurti. Avrei potuto farlo, con buone possibilità di riuscita.

No. Nel suo caso, no.

I fiori, i biscottini – erano caramelle, amore? - e sorrisi evanescenti.

Non puoi andare sposa ad un uomo simile!

Tu sposerai me.

E gli lascerai i fiori, le caramelle e tutte le sue cianfrusaglie. Che se le accarezzi! Tu accarezzerai me.

Giuramelo!

Devo, forse, convincermi che Michelle non agirà mai contro di lui.

Ma... Per me... Per me, accetterà di lasciarlo.

E' me, che ama.

E' me, che ami.

Lascia il principe delle fiabe e vieni da me.

Non importa, che tu non sia arrivata qui, all'ora fissata. Sono solto convenzioni. Tra di noi non servono, anzi..

Lascialo!