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Dans dix minutes

Post n°135 pubblicato il 03 Novembre 2013 da Disegnorupestre
 

Due fogli, tra le mie mani.

 

Stento a crederci.

 

Volessi renderti in visita... Estremamente felice... Ti attendiamo...

 

...Ed ho risposto negativamente, credetemi... Non ve l'avrei spedita, altrimenti... Credo che, anche voi, l'abbiate ricevuta...

 

Ora... Sì, anch'io ne ho ricevuto una copia... Un'altra lettera, indirizzata a me.

 

...L'antica amicizia che li lega... Non sia sconveniente... Su mio invito... Sentimenti più cordiali...

 

La madre di lui ha invitatato lei ad andare a rendergli visita. Ha scritto anche a me. Impeccabile.

 

Michelle mi ha fatto recapitare una lettera, per mezzo di cui mi spiega di non aver accettato l'invito... Mi chiede, addirittura, di scusarla... Scusarla?

 

Dovrei essere io, ad andare a trovarlo?

 

Da parte della signora, appare un segnale d'apertura che non mi sarei atteso. Ha rispettato, pienamente, ogni formalità. Nella sostanza, chiede a me, di permettere alla mia fidanzata di potere rendere visita a suo figlio, gravemente ferito.

 

Non posso permettermi di negarle alcunché. Non lo farei, mai.

 

Non intendo farlo. Non lo farò.

 

Cara Michelle,

 

No, è troppo confidenziale...

 

Mia cara promessa,

 

No. E' troppo formale.

 

Signora,

 

Meglio.

 

Vi ringrazio per avermi reso partecipe della vostra decisione; credete, è una manifestazione di fiducia che apprezzo molto più che profondamente.

 

Non sta a me vietarvi d'agire come meglio ritenete di dovere, o volere. La signora de Montboisy ha considerato di rendere partecipe me d'una questione sin troppo privata... Non entro nel merito di ciò che non mi riguarda.

 

La starò offendendo?

 

Vi chiedo la grazia di non considerare come avvenuta la consegna della lettera che era indirizzata a me, e di comportarvi come meglio desidererete... Diciamo... Secondo le inclinazioni del vostro animo.

 

L'amicizia è il più prezioso dei doni, signora. Sento soltanto di dovervi dire di non sciuparla.

 

Ecco.

 

Attendo vostre ulteriori notizie. Scriverò alla madre del vostro amico, per ringraziarla di questo suo tocco di estrema cordialità.

 

Spero che suo figlio si riprenda presto. Lo spero di tutto cuore. Vi prego, se doveste rendervi in visita, presso di lui, di porgergli i miei più sentiti auguri, per una presta e completa guarigione.

 

Accenderò un lume, nella nostra cappella, questa sera, durante la celebrazione della Santa Messa. Ricorderò anche voi, amica cara.

 

Non posso certamente dirle che sia nei miei pensieri più cari e preziosi... Non posso dirle molto altro...

 

Resto a vostra completa disposizione,

 

Gérard (C. de B.)

 

Aggiungo, a questo mio sproloquio, mille e mille baci. Abbracci e carezze. Ma sono fuori luogo.

 

Scriverò anche alla signora de Montboisy. L'ho promesso a Michelle. Devo farlo.

 

Soltanto... Cosa potrei mai dirle?

 

Vedremo... Saprò raccogliere qualche parola, e gliela spedirò.

 

Spero realmente che non so come si chiami si ristabilisca, completamente. La sofferenza mi ripugna.

 

Soffro per lui, per quanto io sia certo che Michelle, la mia Michelle, senta per lui molto più che amicizia. Molto di più.

 

Mancano meno di dieci giorni, alle nozze. Forse dovrei accettare l'invito di quella signora? Dovrei proporre a Michelle di recarci a casa sua, insieme? E' l'ufficialità, che stanno cercando? Non comprendo...

 

Non sta a me, di questo sono certissimo, intromettermi in questioni che non mi riguardano.

 

Michelle ed io siamo cresciuti separati, in due ambienti completamente differenti. Abbiamo stretto amicizie diverse. Forse amiamo condurre esistenze diverse. Non posso entrare, così, nella sua vita, e recitare la parte del fidanzato geloso! Sarei ridicolo! Ed il ridicolo è ciò che temo, maggiormente.

 

No, no... Che vada pure da lui. Se dovesse ritenere di doverlo fare, dovrebbe poterlo fare. Non sarò certamente la persona che le impedirà d'agire...

 

Tra un tempo brevissimo sarò responsabile anche di lei, oltre che di me stesso... Allora... Sì, soltanto dopo vedremo come agire.

 

Devo iniziare a pensare a noi, come nucleo familiare.

 

Se soltanto mi fermo per meditarci, sento crollare ogni mia certezza.

 

Indubbiamente, desidero essere un buon marito. Aperto. Comprensivo.

 

Un buon compagno.

 

Un buon amico.

 

Un... Sì... Un amante tenero.

 

Un buon padre. Se dovesse accettare di avere dei figli, da me.

 

Ne parleremo. Spero che vorrà ascoltarmi...

 

Non so cosa attendermi. Durante i nostri incontri mi è sembrata sempre molto dolce. Molto gentile. Immediata. Fresca.

 

Bellissima.

 

Mi sento fremere, in sua presenza.

 

La mia inadeguatezza, per una donna tanto bella. La mancanza di quell'atteggiamento che ho così spesso notato, nelle persone che, solitamente, frequenta. La tracotanza. L'iper sicurezza di sé.

 

Non sono nelle mie corde.

 

Giusto per questo, mi chiedo se ella non mi confronti, continuamente, con loro. Roger dice che dovrei tentare di smettere di tormentarmi, e dovrei approcciarla.

 

Me ne manca la forza. Cosa potrei dirle?

 

Ho letto e riletto la lettera che le ho scritto, e mi è suonata come volgarissimamente banale. Certamente, il suo grande amico saprà scrivere meglio di me. A quanto pare, sa fare qualunque cosa, meglio di me...

 

Ora è al centro della scena... Povero martire! E sua madre collabora con lui...

 

Basta, Gérard! Questi non sono pensieri degni d'un cristiano. Manchi di pietà. Non è degno di te!

 

Sì. E' vero.

 

Ma...

 

Non so impedirmi di bruciare di gelosia. L'ho già detto, altre volte. Non dovrebbe essere così bella. Non dovrebbe essere così dolce. Non dovrebbe essere così meravigliosamente cordiale.

 

Dovrebbe essere brutta, arcigna e rustica.

 

Non costringerei Roger a seguirmela, ovunque. Non gli chiederei di parlarmi di lei. Di raccontarmela...

 

Sarei impegnato a vivere la mia vita. Sarebbe infinitamente più semplice. E risparmierei un'immane fatica ai miei amici. Che sento vicini alla resa.

 

Manca poco.

 

Il mio abito è quasi pronto. Spero che le piaccia. Per quel giorno, potrei legare i capelli. Forse. Un nastro intonato all'abito...

 

Vedremo...

 

Di certo, vorrei suonare la marcia d'entrata... Vorrei essere io, ad accoglierla...

 

Ho provato, nei giorni scorsi... Ma... Non è che l'organo sia proprio il mio strumento... No... Forse sarebbe meglio assoldare un organista.

 

Io l'attenderò davanti all'altare. La riceverò dalle mani di suo padre e l'accoglierò tra le mie. L'avvolgerò nel mio abbraccio. E, da quel momento, niente potrà più portarmela via.

 

Nessuno?

 

Ne dubito...

 

Credo che qualcuno si sia già impegnato, completamente. Mi chiedo, soltanto, se ella si sia lasciata rapire...

 

Perché è così dolce, con me? Perché?

 

Sarò sufficientemente coraggioso, da parlarle? Saprò confessarle ciò che sento, senza apparire vergognosamente banale? Saprò reggere l'emozione? L'intensità dell'averla vicina?

 

Accetterà, di restare accanto a me? Non saranno gli occhi neri di lui ad interporsi?

 

Saprò abbracciarla? Saprò farlo?

 

Sarò sufficientemente forte da confessarle tutto ciò che sento? Tutto ciò che ho provato, in questi lunghi anni? Tutto ciò che non ho fatto, in attesa di poterlo condividere?

 

Saprà ascoltarmi? Riderà di me?

 

Non saprei sopportarlo.

 

No. Preferirei un netto rifiuto, piuttosto che la burla.

 

La compassione. Lo sguardo pietoso della donna sapiente.

 

Certamente, i suoi cari amici possono dirsi più vissuti di me. Certamente, ella avrà conosciuto, in loro compagnia, esperienze che non sono le mie.

 

Potrebbe trovarmi pietosamente noioso.

 

Ridicolmente d'altri tempi.

 

Sento, quotidianamente, aumentare la tensione e l'angoscia, per un avvenimento così fondamentale. Saprò farvi fronte?

 

Perché forse Michelle non sa - ovviamente, non lo sa! - che io ami esprimermi al meglio delle mie potenzialità. Non conosco la via di mezzo. Questo, no. E non so se sia un pregio, od un difetto.

 

Chissà, il suo caro amico!

 

Ora devo farle avere la mia lettera. Non le presterà alcuna attenzione. Correrà al capezzale del grande invalido – perdono! - e vi rimarrà. Il rifiuto di cui mi parlava sarà certamente una formalità. Non avrà, sicuramente, ignorato un'occasione tanto determinante!

 

Scriverò anche alla madre di lui. Tra dieci minuti.

 

Quando questa marea di sensazioni mi abbandonerà, e sarò nuovamente lucido. La ringrazierò per l'invito, ma declinerò.

 

Lascerò suo figlio e Michelle, soli.

 

A parlare d'amore.

 

 

 

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