stagioni

vivendo la vita

Creato da asia_doro il 10/05/2008

Ritorna sarai il ben venuto!

 grazie per la vista

 

 
 

Vivamus, mea Lesbia, atque amemus
Rumoresque senum severiorum
Omnes unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
Da mi basìa mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum
deinde usque altera mille, deinde centum.
Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut nequis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.
________________________________

 
FREE TIBET

 
Questo sognar da solo.. Se improvvisa
la tua vita sorgesse sull`attesa!
Ma dove sto cadendo? Primavera,
nel frattempo, dilapida il suo aroma
intorno a me e nella caduta sfugge.
Quanto si affretta solitariamente
- e c`e`la notte lì,, mutando fuori -
la gravità di un'inerme brama!
Ma un tale soffocare dentro il vuoto
terminerà. Godrò di apparizioni
che freneranno il vergognoso intento
di colmar la tua assenza col delirio.
Realtà, realtà, non mi lasciare
per sognare meglio il profondo sogno.
 
 

A volte le parole servono a poco
per esprimere ciò che vorremmo dire.
Restiamo in silenzio,
sperando che qualcuno riesca a cogliere
ciò che non diciamo.
Ma solo un
cuore attento riesce a leggere
negli occhi.

 

 

 

--------------------------------

la mia casa continuerà
a viaggiare su due gambe
e i miei sogni non avranno
frontiere.

E. CHE GUEVARA

 
 

===========

grazie orso!

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Le Isole Borromee: il più bel gioiello del Lago Maggiore

Post n°115 pubblicato il 22 Febbraio 2009 da asia_doro

 

sulla sinistra l'isola Madre a destra l'isola Bella 

 

L’Isola Madre

E' la più grande delle isole Borromee, sorge in mezzo al golfo e si presenta con un magnifico palazzo rinascimentale avvolto da un incredibile giardino tra i più antichi ed importanti d'Italia. Evocata da Flaubert quale "paradiso terrestre", l'isola affascina per l'atmosfera raccolta e serena che aleggia attorno ad un ambiente surreale fatto di mille colori e profumi.  Anticamente fortificata, fu a cominciare dal XVI secolo che la famiglia Borromeo (subentrata ai Visconti dal 400) progettò di trasformarla in confortevole residenza estiva. La mitezza del clima ha consentito lo sviluppo su cinque diversi terrazzamenti di un incredibile orto botanico, con oltre 150 varietà diverse di camelie, un maestoso cipresso del Kashmir, piante e fiori tipici dell'ambiente subtropicale, esemplari unici e particolari quali le piante del sapone, della cera, del ferro, dell'anice, del caffè e l'albero del fazzoletto del Tibet, autentico prodigio naturale. Il fascino di una tanto rigogliosa natura d'eccezione viene ulteriormente accentuato dalla presenza di animali esotici quali pavoni bianchi, fagiani di ogni tipo e pappagalli variopinti, tutti straordinariamente liberi di muoversi tra i sentieri del giardino. Il palazzo, eretto sin dal XVI secolo, è stato restaurato nel 1978 dalla Principessa Borromeo che lo ha arredato con beni provenienti da altre dimore di famiglia, trasformandolo in un museo dove all'interno si possono ammirare deliziose ricostruzioni d'ambienti d'epoca, numerose collezioni di livree, arazzi e porcellane, un celebre teatrino delle marionette, una ricca pinacoteca del Seicento Lombardo ed un affascinante museo delle bambole con pezzi da collezione dell'Ottocento di produzione francese e tedesca. Sull'isola sorge anche una Cappella di Famiglia fatta costruire da Vitaliano IX Borromeo nel 1758 e dedicata a S. Carlo.

 

L’Isola Bella

La più celebrata del piccolo arcipelago è sicuramente l’Isola Bella, essa è tutta occupata dall’ampio e sontuoso Palazzo Borromeo, del se. XVII, e dal suo bellissimo giardino all’italiana, che insieme creano uno dei più suggestivi complessi barocchi d’Italia. Carlo Borromeo iniziò la costruzione del palazzo nel 1630, avvalendosi dei maggiori architetti del tempo. Ancor oggi il palazzo racchiude inestimabili tesori d’arte: una ricchissima pinacoteca, con tele di A. Van Dyck, G. Tiepolo,  V. Foppa,  G. Ferrari, Bramantino, Tempesta, Gianpietrino; una Sala degli Arazzi, con tappezzerie fiamminghe del sec. XVII; una cappella con notevoli sculture; molte sale fastose, ricche di arredi originali. Il giardino del palazzo è un capolavoro di architettura verde: su dieci terrazze, che si sovrappongono in gradinata partendo dalle sponde del lago, sono disposte statue e fontane, immerse tra cedri, magnolie, camelie, conifere, aranci, limoni, allori e piante rare. Alla sommità, sull’ultima terrazza, una scenografica costruzione è sormontata dall’unicorno, il simbolo dei Borromeo.

 

 L’ Isola Pescatori

una goccia di terra posta nell’arcipelago delle Isole Borromee da cui prende il nome anche l’omonimo golfo (golfo Borromeo).

 L’isola, chiamata anticamente Isola Superiore, apparteneva dall’abbazia benedettina di San Donato di Sesto Calende, a sua volta dipendente dal vescovo di Pavia.
Nel sec. XI i benedettini di S.Donato promossero la costruzione della chiesa di S. Gandolfo; nei secoli successivi l’isola passò alle dipendenze dell’arcivescovo di Milano che era riuscito ad estromettere il vescovo di Pavia dai suoi possedimenti del lago Maggiore.
Nelle Consegne del 1380 gli isolani erano tenuti a pagare un tributo in pesci al castellano del Vergante: la pesca fu infatti la principale attività degli abitanti e ancora alla fine del Settecento Carlo Amoretti, erudito viaggiatore settecentesco, scriveva nel suo celebre ‘Viaggio ai tre laghi’ (pubblicato nel 1794 in riferimento al lago Maggiore, al lago di Lugano e al lago di Como): “Casucce piccole, angustissime strade, ornate generalmente da festoni di reti poste ad aciugarsi; uomini e donne arse dal sole e aggrinzite dall’acqua. Nel corso del sec. XV la chiesa mutò la dedicazione in S.Vittore per appropriarsi del titolo di parrocchiale che era proprio della chiesa di S.Vittore sull’isola Madre; tuttavia solo nel 1627 divenne parrocchia autonoma.

 

e non dimentico

L'Isolino la più piccola delle isole, quello di San Giovanni più tardi diventato Isolino Toscanini, posto proprio davanti a Pallanza (Verbania) dove il grande maestro usava soggiornare era per lui un luogo di riflessione, angolo incantato dove isolarsi e assumere decisioni importanti, rifugio  privato, dove l’uomo prevaleva sull’artista.  Da quando il maestro iniziò a soggiornarvi, divenne soltanto l’Isolino.  Senza altre precisazioni nominali: tutti sapevano che era l’isolino Toscanini e tanto bastava ad identificarne il luogo geografico. Ovunque nel mondo, si sapeva che Toscanini amava quel luogo più di ogni altro. La bellezza del lago, la sua quiete quale fonte inesauribile di meditazione, per trovare se stesso e, come scrive Toscanini in una delle sue lettere, per sentire “nel mio cuore troppo d’assoluto”.

e un isolotto,
la Malghera, poco più di uno scoglio disabitato che emerge dall’acqua nel breve tratto di lago che separa l’Isola dei Pescatori dall’Isola Bella.

 

 

 
 
 
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