stagioni

vivendo la vita

Creato da asia_doro il 10/05/2008

Ritorna sarai il ben venuto!

 grazie per la vista

 

 
 

Vivamus, mea Lesbia, atque amemus
Rumoresque senum severiorum
Omnes unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
Da mi basìa mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum
deinde usque altera mille, deinde centum.
Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut nequis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.
________________________________

 
FREE TIBET

 
Questo sognar da solo.. Se improvvisa
la tua vita sorgesse sull`attesa!
Ma dove sto cadendo? Primavera,
nel frattempo, dilapida il suo aroma
intorno a me e nella caduta sfugge.
Quanto si affretta solitariamente
- e c`e`la notte lì,, mutando fuori -
la gravità di un'inerme brama!
Ma un tale soffocare dentro il vuoto
terminerà. Godrò di apparizioni
che freneranno il vergognoso intento
di colmar la tua assenza col delirio.
Realtà, realtà, non mi lasciare
per sognare meglio il profondo sogno.
 
 

A volte le parole servono a poco
per esprimere ciò che vorremmo dire.
Restiamo in silenzio,
sperando che qualcuno riesca a cogliere
ciò che non diciamo.
Ma solo un
cuore attento riesce a leggere
negli occhi.

 

 

 

--------------------------------

la mia casa continuerà
a viaggiare su due gambe
e i miei sogni non avranno
frontiere.

E. CHE GUEVARA

 
 

===========

grazie orso!

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i savoiardi

Post n°176 pubblicato il 10 Novembre 2010 da asia_doro

 

Il potere dei Savoiardi….

La storia del Piemonte da secoli è legata ad una dinastia, quella di Casa Savoia, dobbiamo risalire alle lotte, alle guerre ed a tutti quegli eventi che sancirono la spartizione degli Stati Carolingi, per trovare riferimenti certi del loro primo antenato storicamente conosciuto, il conte Umberto Biancamano, morto nel 1048. Prima di lui tutto è leggenda,  anche quella del Cavaliere Bertoldo, il mitico fondatore della Casata.

I possedimenti sabaudi, erano inizialmente arroccati a cavallo delle Alpi tra Piemonte, la Savoia ed il Vallese, territori in gran parte aspri, montagnosi, collinari, difficili da coltivare, che imposero, anche per gli usi alimentari la ricerca alternativa e l’utilizzo di prodotti umili, semplici, spesso selvatici, eliminando lo spreco e cercando di recuperare tutti gli avanzi.

Nel suo insieme l’epopea di Casa Savoia, ci fa assistere ad progressivo rafforzamento di una dinastia che dal “piccolo Stato situato ai piedi delle Alpi” definizione data da Napoleone III, si afferma con la diplomazia, con la forza, con il carattere sulla scena europea, per divenire infine, protagonista dell’Unità d’Italia.

I Savoia fecero un grosso passo avanti nella scala europea del potere anche per meriti culinari, perché offrirono, nel 1348, un famoso dolce, il “GÂTEAU DE SAVOYE” (il dolce della Savoia) a Carlo di Lussemburgo eletto successivamente Imperatore di Germania con il titolo di Carlo IV.

Infatti verso la metà del quattordicesimo secolo, l’Europa era dilaniata da lotte di vari pretendenti al potere: la corono imperiale di Germania era vacante e c’erano ben cinque aspiranti. Uno di loro, Carlo di Lussemburgo, nel 1348 passò da Chambéry, dove risiedevano i Savoia e ospite di Margherita, madre e reggente per conto di Amedeo VI, venne adulato e coccolato, i Savoia pensavano che fosse lui il probabile vincitore della contesa tra i pretendenti al trono e cercavano di tenerselo buono, e per non dirgli esplicitamente che lo riconoscevano già come loro sovrano, ricorsero ad un artificio per farglielo capire. Ovvero lo presero per la gola!

Per il gran pranzo di gala, il cuoco di casa Savoia, preparò una gigantesca torta: secondo alcuni rappresentava il castello di Chambéry sormontato dallo stemma di Carlo di Lussemburgo, e  a portare in tavola il dolce per l’ospite fu lo stesso Amedeo VI a cavallo, il che sottolineò il significato della sua sottomissione,  rendendo evidente che poteva già considerarli suoi vassalli.

Consacrato Imperatore qualche anno più tardi, Carlo si ricorderà del principino Savoia, del suo dolce e del significato dell’offerta, così che Amedeo VI, già noto come il “Conte Verde”, perché aveva sempre gli abiti di quel colore, fu nominato “vicario imperiale”.
La pasta del “GÂTEAU DE SAVOYE”, conosciuta come pasta savoiarda, rappresenta tutt’oggi una delle migliori  e più antiche preparazioni di pasticceria e i savoiardi, assieme ai bajcoli veneziani sono da considerarsi i più antichi biscotti italiani.

 

I Savoiardi

 3 uova
75 gr di farina
75 gr di zucchero
1 pizzico di sale
2 cucchiai di zucchero a velo
2 cucchiai di zucchero semolato
Burro e farina per la teglia

 

Si mescolano i tuorli con lo zucchero e si lavora sino ad ottenere un impasto spumoso. Si unisce la farina e si lavora il composto, in un altro recipiente si montano gli albumi a neve con il sale e in successione si amalgamano i tuorli con le chiare, si unge la teglia con il burro e la farina, si adagia il composto ottenuto in una tasca da pasticceria con bocchetta tonda e si creano listarelle di circa otto cm, tenendole ben distanti l’una dall’altra. Infine si spolverizza di zucchero a velo e semolato e si lascia riposare qualche minuto. Si porta a cottura in forno preriscaldato a 150°, tenendo i biscotti fino a che si indorano.

Ciao ciao a tutti

 
 
 
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