stagioni

racconti del Lago Maggiore


 
 I fratelli della Malpaga  -  storia dei Mazzarditi e dei castelli di Cannero Correva l’anno 1402 quando il primo duca di Milano Giovanni Galeazzo Visconti morì, gli successe nel ducato il primogenito Giovanni Maria, sotto il cui impero lo Stato di Milano andò sottosopra, si ribellarono molte città, tra cui Como, ove le due famiglie più potenti i Ruscona di fazione Ghibellina  e i Vitana  di fazione Guelfa si contesero con le armi il dominio della città. Ne prevalse la più potente che era la famiglia Ruscona, e ben si sa in questi casi non solo le terre comasche ne furono interessate ma anche quelle attigue ne subirono conseguenze. Conseguenze che arrivarono ad interessare anche le popolazioni del lago maggiore, pare sino alla Valsesia. Inizia così la storia dei cinque fratelli della famiglia dei Mazzardi, comunemente cognominati “Mazzarditi” figli di un beccaio, tal Lanfranco Mazzardi, della villa di Ronco nella spiaggia di Cannobio.Costoro vengono ingaggiati da alcune potenti famiglie Cannobine di fazione ghibellina, fazione a cui loro stessi  erano seguaci per contrastare e prevaricare con ladrerie e omicidi  i Gulfi; fu così che con amici e compagni entrarono una notte nel borgo di Cannobio e lo presero senza resistenza alcuna, occupando il palazzo della Ragione e l’attiguo alto campanile (oggi campanile di San Vittore), fortificandolo ed usandolo come prima base del loro dominio.Iniziò così un decennio di dominio da parte dei Mazzarditi che si diedero a perseguire con ogni sorta di crudeltà i Guelfi, diventando degli impuniti tant’è che nemmeno gli ufficiali osavano contraddire le loro azioni. Con metodi illeciti ed estorsioni nonché uccidendo ben presto divennero ricchissimi. Non risparmiarono nemmeno i Ghibellini seppur loro amici e partigiani che li  temevano con terrore essendo i Mazzarditi fieri e crudeli tiranni. Non essendovi fortezza veruna, nella quale potessero ritirarsi all’occorrenza, occuparono “i castelli di cannero”, tre isolotti che emergan dall’onda  i cui lembi rocciosi son incoronati da torri e mura merlate. Li fecero fabbricare grazie a rapine, estorsioni, violenze, facendo lavorare gli abitanti delle terre vicine senza essere pagati ed era già una fortuna non finire trucidati, diventarono così ancor più superbi, crudeli e intolleranti, spogliando tutti quelli che passavano o navigavano facendoli prigionieri o mettendoli a taglia, seminando terrore lungo tutto il lago e nelle zone circostanti. Solo alla morte del duca Giovanni Maria, ucciso in Milano da alcuni congiurati, il fratello Filippo Maria Visconti, mandò un esercito di 500 soldati, che dopo un lungo assedio, catturarono i Mazzarditi che si arresero a patto, cioè salva la vita e le proprietà.Non conosco il motivo per cui rimasero “impuniti” in quanto il fatto che fossero obbligati ad andare fuori dai confini del lago mi sembra una punizione veramente blanda, ma probabilmente anzi certamente “è questione di politica” dove la legge è uguale per tutti…Furono così solamente esiliati da tutte le terre del Lago Maggiore.Il duca Filippo Maria Visconti fece spianare e gettare a terra i castelli edificati dai Mazzarditi.Solo nell’anno 1519 dove insisteva il castello della Malpaga il Conte Ludovico Borromeo, fece edificare il castello, che  ancor oggi, sulle fondamenta dirute del castello Malpaga, seppur in pessime condizioni, si può ammirare sia dalla sponda sabauda che da quella austro-ungarica.