Carlo Molinaro

Spostare un napoletano


Visto il trionfo della Lega Nord, mi permetto... No, scherzo, ma voglio raccontare, con un sorriso, questo aneddoto di ieri. Chiara e io, il giorno dopo il concerto, lasciamo con calma la nostra camera d’albergo e andiamo in stazione, a Roma Termini, a prendere il treno per il Nord. È un Intercity Plus a prenotazione obbligatoria (lo so che ho scritto il Recitativo contro i treni rapidi, ma sulle lunghe distanze si fa quel che si può, e poi è un viaggio guadagnato gratis con i punti della Cartaviaggio!) e noi abbiamo prenotato i posti di finestrino, uno davanti all’altro (primo schema a sinistra nell'immagine). Il treno arriva da Napoli. Saliamo, troviamo il nostro scompartimento e vediamo che i «nostri» posti sono occupati da due vivaci marmocchi, mentre altri due posti sono occupati dalle rispettive nonne, disposte come nel secondo schema da sinistra nell’immagine.Sussurro che «quei due posti là» sarebbero prenotati. Una delle nonne mi risponde: «Ma dobbiamo far spostare i bambini?» – all’incirca con il tono con cui si potrebbe ragionevolmente dire «ma dobbiamo conficcare un pugnale nei nostri ventri e sparpagliare a terra le nostre budella?».Ah no, beh, certo, e poi l’importante è che ci siano due posti, per Chiara e per me, chi se ne frega della disposizione. Però mi azzardo ancora a proporre, probabilmente in modo troppo timido e confuso, che una delle nonne potrebbe almeno spostarsi accanto al pargolo suo, lasciando liberi i due posti di corridoio, in modo da permettere a Chiara e a me di stare uno di fronte all’altra (terzo schema da sinistra nell’immagine).La mia proposta alternativa non viene neppure percepita, mi pare. Chiara dice: «Va bene, non importa» – e insomma occupiamo i due posti liberi, senza che nessuno dei pre-occupanti sposti le chiappe nemmeno di un centimetro (quarto schema da sinistra nell’immagine).Vabbè. Chiara e io abbiamo lo stesso parlato molto e bene, sporgendoci l’uno verso l’altra, e anzi forse è stato più divertente così. Le nonne napoletane hanno parlato pure loro lamentandosi dell’inciviltà sui treni, dei prezzi, dei tempi, delle infedeltà del principe Carlo in Inghilterra e delle distanze da viaggiare, mentre i marmocchi, pur dotati di giochi elettronici vari e filmoteca su lettore dvd portatile speciale antiurto per bimbi, si sono lamentati del treno, del ritardo, del non arrivare mai e di mille altre cose.E dire che io avrei voluto proprio che quel treno non arrivasse mai, che il viaggio continuasse per tante altre ore ancora; ma io ho le mie ragioni di poeta, e non si possono neanche lecitamente dire; mentre quelle delle nonne napoletane e dei loro marmocchi si possono dire eccome, perché l’importante è la famiglia – la famiglia e l’Itaglia. Ma confermo che racconto tutto questo con un sorriso, e oggi sono contento, abbastanza contento.