Per un lavoro di rassegna stampa che faccio per avere il pur poco panem che non mi danno certo i carmina, devo comprare spesso Il Sole 24 Ore, giornale economico e di cose varie gestito, a quanto mi dicono, dalla Confindustria. Ho notato che spesso il suddetto quotidiano pubblica intere pagine con la mappatura degli autovelox e, più in generale, dei controlli della polizia stradale in giro per l’Italia. La stessa cosa fanno altri giornali, radio private, siti internet, eccetera. Tutta una strategia per sfuggire ai controlli, insomma. Esistono anche navigatori satellitari con l’indicazione degli autovelox, e pare che si stia diffondendo una vernice spray che, spruzzata sulla targa, impedisce alle telecamere di leggerla – e più o meno tutti ne sono entusiasti e vorrebbero provarla (e dicendo tutti non parlo di ragazzacci, ma di seri professionisti, lavoratori, padri di famiglia).
Io questa cosa non riesco a digerirla. M’indigna, mi scandalizza, non so che farci ma m’indigna. Già trovo abbastanza assurdo che gli autovelox siano segnalati in loco. A Torino ce n’è uno, in un importante corso non lontano da casa mia, che è annunciato da pannelli luminosi, cartelloni, segnaletica orizzontale, avvisi di ogni tipo. Il messaggio che ne ricavo io è che lì, e soltanto lì, bisogna rispettare il limite di velocità. Un chilometro più avanti, passato il «pericolo», puoi riprendere tranquillamente a guidare come un pazzo.
Pare che, in Italia, se l’autovelox non è segnalato l’automobilista pirata possa farsi annullare la multa invocando la privacy o qualcosa del genere. Assolutamente ridicolo. E ho sentito buoni cittadini piemontesi lamentarsi perché i vigili stavano dentro una zona pedonale a dare la multa a chi ci era abusivamente entrato: secondo loro, sarebbero dovuti stare all’inizio della zona, a deviare il traffico. Vigili ridotti a segnali stradali, insomma. Perché i segnali stradali sono ridotti a nulla: chi li guarda più? Tranne forse quelli che segnalano la presenza dell’autovelox...
In Italia la privacy è quella cosa che serve a evitare le multe e a non pagar le tasse (contro ogni controllo fiscale invocano la privacy!). Nessuno vuole mai essere sanzionato se sbaglia. Nessuno vuole mai pagare niente. Le leggi valgono solo per gli altri.
Io, se non fosse che non ho potere e sarei travolto e ucciso da una mandria di avvocati prezzolati, denuncerei Il Sole 24 Ore (e tutti gli altri giornali e radio e siti internet che fanno la stessa cosa) per apologia di reato e favoreggiamento di strage. Ipocriti di merda, piangono sui ragazzi morti sulle strade e poi insegnano a evitare i controlli. Ipocriti di merda.
Mondo cane. Che poi già mi girano le palle a dover comprare Il Sole 24 Ore, e lo si può ben capire leggendo il mio Recitativo contro i treni rapidi, a pag. 453-455 de La parola rinvenuta, il libro che potreste anche farmi il favore di comprare (vedi riquadro in alto a sinistra nel blog!). La poesia ve la metto qui sotto, evidenziando in colore la strofa che spiega perché soffro a comprare Il Sole 24 Ore. Questo in fondo è un blog di poesie, il resto è accessorio. Baci, e buon day after di Ferragosto.
RECITATIVO CONTRO I TRENI RAPIDI
I treni rapidi
hanno i finestrini che non si aprono
quindi non sono veri treni
ma capsule o supposte
come gli abominevoli aeroplani
e le automobili climatizzate.
I treni rapidi
hanno il supplemento rapido
a volte Intercity a volte Eurostar
e sono tutti soldi buttati,
un insulto a chi ha bisogno per mangiare.
I treni rapidi
arrivano troppo rapidi
e questo toglie tutto il gusto
del quieto paesaggio, dell’odore di piscio
o rosmarino delle stazioncine.
I treni rapidi
sono come mangiare al fast food,
sono una sveltina con una puttana
frettolosa e costosa,
sono la macchina fotografica
di un turista giapponese.
I treni rapidi
a volte poi non sono in perfetto orario
e intralciano il traffico
facendo ritardare i diretti
e i regionali che devono attendere
che sfrecci la loro prepotenza:
è sopruso di classe.
I treni rapidi
hanno dentro una cattiva compagnia,
gente che legge stampa di destra
o peggio ancora stampa finanziaria
e dà ordini e appuntamenti col cellulare
allargandosi come una piovra.
I treni rapidi
sono una sventura ambientale,
sono correre troppo che fa male,
sono perdere tutte le occasioni
passando oltre da veri coglioni.
I treni rapidi sono una trappola!
Questo mondo è pieno di trappole!
E tutta la gente ci cade peggio dei topi!
Come fanno a non vedere
i finestrini bloccati?
I finestrini piombati vuol dire
che il treno è per Auschwitz!
È talmente evidente! Idioti!
I treni rapidi
sono celle frigorifere d’obitorio,
sono la follia che separa la via
dal suo contorno, sono la non andata
e il non ritorno e non vedere
né l’inizio né la fine del giorno.
I treni rapidi
sono la perdita del senso del viaggio
dunque del senso del tempo della vita,
sono una cosa che prima di cominciare
è già finita.
Basterebbe non prenderli.
Ma ho visto ahimè in una stazione
un treno regionale coi finestrini ermetici,
un treno regionale a due piani,
truccato da rapido sigillato
con l’aria condizionata che spacca le ossa.
Un treno regionale moderno
perché nessuno, per povero che sia,
riesca mai più a fuggire dall’inferno.
Inviato da: anita_19
il 02/07/2020 alle 09:15
Inviato da: lumachina85
il 22/03/2019 alle 09:19
Inviato da: molinaro
il 06/06/2017 alle 11:31
Inviato da: molinaro
il 06/06/2017 alle 11:26
Inviato da: molinaro
il 09/08/2016 alle 11:41