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« NON C'E' SPAZIO PER LE...A QUANDO I POSTRIBOLI CO... »

IMPARARE L'ARTE E METTERLA DA PARTE

Post n°2101 pubblicato il 03 Marzo 2017 da monellaccio19
 

Risultati immagini per arte e provocazione bronzi di riace con mutande leopardate

 

L'altro giorno ho accennato ai 50 anni di attività di Oliviero Toscani. Artista, fotografo, provocatore e innovatore che nel campo ha introdotto tra i primi, un nuovo modo di  comunicare: irritare e provocare i beneficiari del messaggio. Piaccia o non piaccia, la sua fama mondiale è tale da essere celebrato con una ennesima mostra dedicata alla sue opere più significative che si terrà in quel di Milano fino al 28/04/2017. Un conto è creare un opera personale, soggettiva, ricca di messaggi sublimali e provocatori, un altro è servirsi di opere non proprie, metterci le mani e tentare il pubblico. Di questi "artisti" ve ne sono parecchi: si "appropriano" anche di opere importanti e famose, per proporre la loro arte. Sopra vi ho postato il frutto di un raid (tra l'altro non autorizzato) su uno dei Bronzi di Riace: un velo da sposa e uno slip leopardato e l'opera personale prende corpo. L'artista di cotanta creatività e Gerald Bruneau, francese con un passato movimentato e interessante, ha lavorato anche con Andy Wharol e tante altre collaborazioni in tutto il mondo. Non entro nel merito artistico del nostro autore francese, non ho la facoltà e la capacità per giudicare, pertanto mi limiterò a considerare alcune ragioni che spingano questi artisti a servirsi di materiale non personale per colpire la platea. Ossia, cosa recepiamo per esempio, di questo travestimento del nostro Bronzo? La provocazione è la prima impressione, ci sentiamo provocati e offesi; ebbene, se se costoro non provocassero in tal guisa, se non sferrassero pugni virtuali nello stomaco come in questo caso, chi se li filerebbe?Io, voi e tanti altri, non avremmo alcun cenno di questo intervento se la vestizione fosse avvenuta su un comunissimo lampione stradale. Ergo, la provocazione è uno dei pilastri del nostro tempo tempo, non solo nell'arte ma in un qualsiasi altro campo, ovunque e comunque, se non si provoca non si è nessuno. Pertanto provocare per essere, provocare per farsi notare, produrre arte con un fine preciso e in assenza di provocazione, quest'arte non se la filerebbe nessuno. Verrebbero meno i mezzi di comunicazione, nessun servizio, nessuna segnalazione in cronaca e inoltre, se si cercassero acquirenti, non si farebbero mai avanti proprio perché non ci sia stato l'input della forte sceneggiata provocante. Il verbo è sovraesporsi, solo in tal modo ci sono speranze e sfottendo e irretendo, si crea l'alone di interesse. Infine c'è la condanna per tutti questi signori poiché per ottenere l'eccezionale visibilità costante, sono costretti a non cadere nel dimenticatoio, non possono permettersi di durare 4/5 giorni e poi cadere nell'oblio. Devono preoccuparsi di mettere su un altra provocazione e così via...ad libitum. Io non la vedo così: le mani sulle opere d'arte non le mette nessuno, un artista che voglia porsi all'attenzione produca sue opere, tutte sue e se poi voglia provocare, lo faccia senza servirsi di altro che non sia opera sua e senza manipolare l'altrui capolavori. Se sarà accettato dal pubblico, dagli estimatori e dai critici bene, altrimenti....a lavorare!

 
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Commenti al Post:
monellaccio19
monellaccio19 il 03/03/17 alle 10:37 via WEB
Non metto in evidenza l'interpretazione dell'arte che è soggettiva e personale, ma enfatizzo come una certa arte espressiva, abbia bisogno di provocazione evidente: se non si sferra un ceffone, nessuna la nota e per far si che si noti, deve necessariamente essere divulgata a tutti i livelli, altrimenti non se la fila nessuno. Poi la si può discutere, la si può giudicare e criticare, ma il contesto, per forza, deve essere noto e associato a qualcosa di molto conosciuto. Ciao carissima Misty.
(Rispondi)
 
 
misteropagano
misteropagano il 03/03/17 alle 16:33 via WEB
E' quel :'Vai a lavorare che non mi piace per nulla'_* Ti ho anche anticipato che ogni opera prodotta è a rischio di interpretazione ma l'artista non si priva per questo della sua funzione, e dona il senso, anche provocazione.
L'interpretazione non è solo soggettiva, perchè non è solo emozione di lettura, ma oggettiva nel capire il contesto in cui un'opera nasce e la sua visione, o perchè sembri addirittura una provocazione. Se il tuo parametro di Arte è riconoscere solo un autore nella storia come portatore di Arte, combini un grave errore, giacchè non sei la critica ma diventi cassa di risonanza dell'ignorare cos'è l'arte; in pratica non superi nemmeno la provocazione, ammesso che questo fosse nello specifico del messaggio.
Quando Fontana tagliò la tela con uno squarcio, il popolino si disse capace di farlo per primo - o Kandinski con le sue righe colorate o il cubismo di Picasso. - )E a parte il mettere su il costumino al bronzo è proprio il processo del pubblico che può essere contestualmente osservato dall'autore. Ci sono individui estremamente ignoranti capaci di dire che artiste contemporanee del calibro di Carol Rama, siano delle autrici di scarabocchi con la vena di vecchie psicopatiche, un gravissimo abbaglio che va evitato, per rispetto di ciò che non si comprende...ciao Monellaccio, buon pomeriggio_M
(Rispondi)
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 03/03/17 alle 16:55 via WEB
Accetto la garbata lezione e confesso che il mio comportamento è tale, cioè quasi assoluto per tutto ciò che devo vedere, leggere e stimare. Un racconto, un libro in genere, li rifiuto se non mi piacciono sin dalle prime venti /30 pagine; un opera se non colpisce subito, posso rimanere a guardarla una mezz'ora al massimo, dopodiché la mollo. Le poesie di Wood sono ostiche per me, mi sforzo e grazie alla sua infinita pazienza, mi libero scrivendo ciò che mi passa per la testa tanto dopo lui mi spiegherà il senso. Ergo, le opere che non producono emozioni dirette, avrebbero bisogno dell'autore che stia lì a spiegare perché e come abbia composto ragguagliandoti su ogni parola usata e ogni virgola se fosse uno scrittore. Lo stesso un pittore, uno scultore ecc.ecc. Se poi andare per mostre significa erudirsi prima con tesi appropriati, presumo che sia più facile capire, ma troppo facile emozionarsi a comando. L'arte pittorica antica io l'approcciavo al contrario: prima le emozioni e poi i ragguagli nel caso ne avvertissi la necessità. Queste sono le mie personali argomentazioni e il mio modo di rapportarmi alle arti. Ho parlato di ignoranza, lo confermo e mi accontento. Non ho pretese di nessun genere, io vedo, leggo e la percezione mi dice se devo continuare a vedere e a leggere. Un ultima notazione e ti prego di accettare la mia sincerità: è forse questo uno dei motivi per cui io ho sempre avuto difficoltà a leggerti! Se ricordi, ne abbiamo parlato io e te. Ma non mi sono suicidato io e men che mai, tu. Per Marco Sagredo la stessa cosa: in forma diversa ma più o meno siamo là. Come vedi, denuncio i miei limiti: se non c'è feeling amen. Ciò non toglie amicizia e rispetto. Bye cara.
(Rispondi)
 
 
misteropagano
misteropagano il 03/03/17 alle 16:42 via WEB
ps...dimenticavo...un artista può fare anche la fame pur di svolgere la sua funzione..: e non lo dico io ma la storia, seeU
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monellaccio19
monellaccio19 il 03/03/17 alle 16:56 via WEB
Su questo non ci piove, ne conosco tanti a cui porto un piatto di minestra calda.
(Rispondi)
 
 
 
 
misteropagano
misteropagano il 03/03/17 alle 19:04 via WEB
laconico monellaccio..non so, ma ho l'impressione che tu affondi, altro che, il coltello in ciò che non conosci o non ti piace, la modalità del post lo dice e anche la battuta sulla minestra. ..quanto agli esempi che citi, ti pregherei di non considerarmi simile, io non ho mai rotto le scatole per egocentrismo e autoreferenziale sicumera tanto quanto quel tizio_______* seeU
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monellaccio19
monellaccio19 il 03/03/17 alle 19:12 via WEB
Visto? Confermi come la mia "arte" (perdona la protervia) manifestata nella scrittura connotata da un eloquio scorrevole e semplice, sia oggetto di interpretazione da parte tua. Io non volevo assolutamente dire altro che non sia scritto nella mia replica: tu vuoi leggere ciò che ti serve per rimproverarmi? Vuoi leggere ciò che non abbia scritto? Vuoi mettermi in bocca parole che non abbia scritto? Andiamo su, coraggio, qualche capello bianco non c'è l'ho per caso. I "piatti di minestra" calda li offrivo quando lavoravo in centro, ai Madonnari: erano lì per ore a terra in Via Sparano a dipingere Madonne. Arte anche quella o no? Per quanto riguarda Marco, io lo rispetto come rispetto te. Non ho molto da condividere con lui per i motivi che ho spiegato e qualche commento lo abbiamo scambiato. Tutto qui.
(Rispondi)
 
 
 
 
misteropagano
misteropagano il 04/03/17 alle 08:06 via WEB
Suvvia qlk capello bianco dovrebbe farti capire che Bruneau non è un deficiente qualunque che si diverte a mettere i veli alle bambole ..anche perchè la prima domanda legittima da porsi è come sia possibile lo 'sfregio' così autorizzato.
Tu o io non potremmo nemmeno sfiorarli i bronzi_* si ammetto che la tua frase sulla minestra sembrava una freddura ma in fondo lo dici anche nel titolo, impara l'arte e mettila da parte: l'arte non fa campare, è un modo dialettale di dire occupati di altro nella vita. La 'semplicità' di molti discorsi sono imbastiti da pregiudizi, critica popolare, tanto per sollevare uno sdegno... in fondo è una provocazione anche il tuo testo per chi mastica l'arte o la vive, ci hai pensato?
Il Bruneau, vanta uno storico di lavoro nel mondo dell'arte e dell'immagine tale che non ha bisogno di andare a lavorare, egli lavora, poi se sia un successo o meno il vestimento, lo sapremo avanti . ____*
Io non rimprovero, sono sempre dell'idea che la mente si può aprire sempre un peletto di più prima che passi all'azione della bocca.. non posso pretendere che i semplici cambino ma visto che vengo definita, con tanto rispetto tuo e meno quello di altri, 'criptica', complicata o complessa, la consecutio è semplice: grazie alla conoscenza delle cose almeno non ho i pregiudizi e le paure vostre sulle differenze che l'arte espone. E la semplicità, non dovrebbe essere un pretesto per oscurare alcunchè o appiccicare etichette.
La semplicità non esclude la responsabilità di ciò afferma.
Insomma le furberie in genere non mi piacciono e nemmeno le fallacie, ma questo a titolo generale e colloquiale. Buon sabatoM_M:):)
(Rispondi)
 
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 04/03/17 alle 11:35 via WEB
Non mi interessa stabilire se sia o meno deficiente il nostro amico francese. E' un artista e come tale merita rispetto per la sua professione. Anche coloro che scrivono sui muri, a modo loro, sono artisti. Solo che alcuni lo fanno sui muri giusti e lo fanno bene, altri invece imbrattano e basta. Poi sta a noi decidere e giudicare se sono artisti, se lo fanno bene e se scelgono di farlo nella maniera più consona. La mente si apre quando viene sollecitata e quando riceve i giusti input. Non è pagando un biglietto che si aprono le menti. Io posseggo solo due neuroni che si muovono in uno spazio ridottissimo. Quando si incrociano, devono fare manovra. Per cui, torno a ripetere: io non devo convincere te e tu non devi convincere me. I miei limitati orientamenti li ho dichiarati, non ho alcuna presunzione di critico e mi limito ad entusiasmarmi solo per ciò che mi tocca emotivamente. Vuoi crocifiggermi per questo? Spero di no. Buon w.e. cara.
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