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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete " La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Il buon Luca Giurato avrebbe esclamato: "Qualquadra non cosa", riferendosi ai grandi processi italiani chiusi in questi ultimi mesi, con assoluzioni! L'ultimo in ordine di tempo è il processo IMCO dove il maggior imputato era il noto imprenditore Ligresti (deceduto un paio di anni fa). Durato sei anni si è chiuso con una assoluzione per tutti gli imputati: il fatto non sussiste! Il famoso processo Monte dei Paschi, con una sfilza di imputati eccellenti, in appello sono stati tutti assolti: i giudici non hanno trovato ragioni per condannarli. Il governatore della Lombardia Fontana processato la commessa dei camici, è stato assolto perché il fatto non sussiste. Processo stato-mafia con Dell'Utri assolto alla fine dell'anno scorso, importante per le accuse e per gli imputati, il fidato del cav è stato assolto per non aver commesso il fatto. Siamo a parlare dei mesi appena trascorsi, ma se allarghiamo il campo visivo, molti altri processi con personaggi noti tra imprenditori e politici, alla fine a qualsiasi grado di livello, gli imputati sono stati tutti assolti...o quasi. La maggior parte sono processi milanesi ma pare che le procure della Repubblica, stiano prendendo ceffoni a non finire: possibile che tutti questi processi siano stati messi su con fatti e prove rigettate, non riconosciute e non precise? I PM lavorano sodo per mettere su processi dove le prove siano puntualmente rilevanti e a carico degli imputati. A Milano se un grande processo si dovesse chiudere con una condanna, credo che in Procura festeggeranno alla grande visto che il successo manca da molto tempo. Ultima considerazione: l'ultimo concorso per entrare in magistratura, è stato un flop: solo il 5% dei candidati ha superato le prove, rimangono scoperti 90 posti. "Una grande povertà argomentativa e linguistica", questo il giudizio di un prof esaminatore. "Mala tempora currunt?".
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"No, sorry, i speak globish". Ekkedè il globish? Ahimè, non si finisce mai di imparare su questa terra e necessita una ripassata ogni tanto. Globish non è altro che un idioma generato in questi ultimi anni e nasce dall'unione di due termini il "Global english", ovvero "Inglese Globale". Sul pianeta vi sono circa un miliardo e mezzo di persone che parlano l'inglese, è ormai la lingua universale riconosciuta dappertutto che mette in contatto le persone ovunque si trovino. Ma attenzione, solo 400 milioni sono di madre lingua, i restanti parlano il cosiddetto inglese maccheronico. Quindi quasi il 75% dei contatti in lingua, sono "arrangiati" e espressi con termini che della nobile lingua inglese, hanno solo l'estrazione, ovvero subiscono alterazioni lessicali che agiterebbero moltissimo i puristi della lingua anglosassone. Tuttavia, meno male che c'è e che permetta a tantissima gente di comunicare: facilità di espressione, facilità di comunicazione e soprattutto, semplicità nel comprendersi. Infatti si presume che col tempo, la gente che parlerà il globish, aumenterà in maniera esponenziale e basti pensare che solo 12 anni fa, erano appena 4 miliardi di persone che cincischiavano l'inglese maccheronico. Complici di questa tracimante diffusione, ovviamente, sono stati i big del web, i social. Insomma, siamo alla low cost della lingua diffusa, preferita in tutti i sensi: nel professionale, nel business e in tutte le circostanze in cui le persone sono portate alla comunicazione corrente, senza barriere e senza che qualcuno salga in cattedra e faccia lezioni sulla esemplare lingua madre. Un modesto esempio pratico: per dire "Sei grande, con il globish è suffciente dire: "U r gr8" che sarebbe "You're great". Scorrettissimo ma comprensibilissimo. La lingua inglese è basata su un milione circa di etimi, i giornali colti usano cica 40 mila parole, il "Sun" ne usa settemila e la lingua Globish si basa su 1.500 parole circa e credetemi, ci si intende perfettamente, nessuno si tura il naso e un vaffa ci scappa pure: "fakoviu".
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Credevo non ci fosse altro ormai, che mandato in onda in tv o pubblicato sulla stampa, potesse suscitare scandalo o censura immediata da parte dell'IAP (Istituto Autodisciplina Pubblicitaria). Uno spot intrigante e volutamente provocatorio, riguardante il "Mascara extra black della Laica Cosmetics", è andato in onda provocando contestazioni vigorose: la Ceo della società, tale Babila Spagnola, danza in compagnia di sei fustacchioni neri completamente nudi. Accompagnati da una base musicale molto pertinente dal titolo "The longer the better", si pone in evidenza la lunga durata del prodotto, il mascara appunto, con un'allusione molto significativa. I ballerini si muovono sul ritmo del brano, poi si allineano con la bassa zona pelvica pixellata e con una lettera ben visibile, mostrano la scritta (una lettera per uno) "longer"; indi poscia, si girano e mostrano la scritta "better" sul fondo schiena. Il tutto giocando con le luci, mostrando poco o niente, in modo piuttosto discreto. Il colpo più pesante, se mai, è il significato del titolo del brano: "The longer the better" che in italiano si traduce: "Più è lungo, meglio è". L'allusione e palese, il messaggio è chiaro e tutto questo a parere della IAP, viene meno alla lealtà della comunicazione commerciale, inoltre l'impiego dei sei ballerini neri e nudi, punta a uno stereotipo ormai liso, consunto e superato. Si intravede la mercificazione della persona, uno sfruttamento del corpo dei ballerini che bene o male, mostrano la parte...pendula. Insomma, lo spot è stato bloccato, chi l'ha visto magari se l'è goduto e non so se tornerà in onda nella versione originale. Orbene e concludo, mi e vi chiedo: se avessero impiegato uomini come Rocco "Patatina" Siffredi e altri suoi colleghi bianchi con attributi maschili notoriamente...noti, a parità di spot, ci sarebbe stata la stessa censura? No, chiedo sempre per un amico!
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Non c'era poi bisogno di una sfera di cristallo, una maga qualificata o il Mago Otelma, per prevedere la vittoria dell'Ucraina all'Eurovisione 2022. Se ci fate caso, pochi critici all'indomani della finale di sabato scorso, hanno esaltato le qualità della canzone vincente. Dobbiamo fermarci un momento e riflettere, dobbiamo capire come nel volgere di qualche anno, sia cambiata fortemente l'opinione pubblica (una volta si chiamava così) frutto di un vero e proprio orientamento generale verso avvenimenti, fatti, costume, usi e tutto ciò in cui la gente era chiamata ad esprimere un parere. Oggi i media la fanno da padroni, sono loro a dettare tempi e modi, sono loro a decidere per le masse cosa sia da premiare o da scartare. Evidente e palese condizione di una società che non ha altri interessi che li coinvolgano completamente. Oggi si bada al proprio orticello e di tutto il resto frega poco e niente, possono esserci avvenimenti travolgenti e la gente si rimette a ciò che sente, a come viene raccontata e alla invasione barbarica dei talk show. Fateci caso: non vi sorprende che ogni giorno, una mezza dozzina di programmi sulle reti più seguite, parlino di grandi problemi e dei relativi risvolti? Prima l'epidemia e oggi a posteriori, riconosciamo come siamo stati pronti a iscriverci alla parrocchie più convincenti. Chi per i vaccini, chi per i no- vax, è stato un turbinio di posizioni diverse, un confronto serrato che con una pressione pazzesca, ha fatto i suoi proseliti. Oggi la guerra: stesse condizioni, anzi ancora più asfissianti: programmi serrati, la stampa impegnata a fare i suoi proseliti, la rete idem con patate, un fare catechismo per ottenere il dominio della situazione. Portare acqua al proprio mulino e formare, manipolare le persone con le dettature di capoccioni che sanno tutto loro e fanno scuola per chi li comanda. Andiamo su, non è più tempo, cerchiamo di sbagliare con la nostra testa: doveva vincere l'Ucraina solo perché è il suo momento di gloria. L'anno scorso dovevano vincere i Maneskin perché quel furbo di Amadeus con il suo staff ha messo su un impero per gestire parte della RAI e avere nelle mani le carte giuste per giocare. L'Eurovision ha recepito tutto questo e si crede che nel mondo miliardi di persone tifino per costoro o per Blanco e/o per Mahmood. Andiamo su, non sono loro quelli veri, questi sono quelli finti, creati per una fascia di giovani e proposti come gl idoli di tutti compresi anche i 40/50enni. Ma fateci caso: la musica la sentite ed è quella che amate? A parte i testi, la "musica" ci sta o no? Siamo ostaggi manipolati: oggi, grazie alla grande spettacolarizzazione, se dovessimo votare per un concorso o per altra manifestazione mondiale, vincerebbe sempre l'Ucraina. E' il suo momento perché è soggetto che la gente ha preso in simpatia, è perno di una guerra maledetta e sanguinaria, ogni giorno i bollettini di guerra ci straziano il cuore: i morti, le distruzioni e il paese oltraggiato selvaggiamente va oltre ogni facile previsione. Certo tifiamo in tanti per questo paese, io per primo sono dalla loro parte, ma la canzone dell'Ucraina vi è piaciuta perché è bella?
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Dania Mondini, giornalista del TG1, da quattro anni si sta battendo contro i suoi diretti superiori per una stramba e indelicata situazione: è costretta a lavorare in un ufficio con un collega che nella sua evidente condizione, ritiene che emettere suoni e odori dalla bocca e dal sedere, rientri nelle normali manifestazioni umane dell'individuo. Ossia, chi capita, ci deve stare! Beh, se le cose stanno cosi, presumo la signora abbia ragione: del resto portare avanti la diatriba per quattro lunghi anni, sarebbe da folli se il tutto fosse falso. Nel 2018 la giornalista ha trascinato in tribunale cinque persone a partire dai diretti superiori per ottenere giustizia e sottrarsi alla condanna "espressiva e manifesta" di un collega che non riesce a controllarsi. Anche in tribunale l'iter non è scivolato serenamente, ma ha subito un percorso travagliato: no, no per le condizioni di flatulenze e di massima espressione ruttante, ma perché si sospettava che i suoi rapporti con alcuni colleghi non fossero poi idilliaci. Pertanto questi, per punirla perché c'era sempre maretta, l'avevano mandata a lavorare con un collega noto come "Lo Scoreggiando Maledetto". Lei sentendosi insultata per lo spostamento punitivo, cambia stanza e per ulteriore punizione dei superiori, le vengono affidati solo compiti banali e di lieve entità. Insultata in tal guisa, ha favorito le aggressioni verbali di cui si è lamentata, e mentre il tribunale chiudeva lo scontro con il "non luogo a procedere", lei ha insistito insospettendo il pg che ha avvocato a se la pratica e ha riaperto il procedimento. Questi i fatti e al di là delle grane in RAI che non è certo un posto dove tutto vada per il meglio, resta la preoccupazione per le cause che abbiano indotto questo scontro molto teso, rumoroso e agitato: tutto questo per rutti e peti? Subendoli per quattro anni, avrà perso il senso dell'odorato e il senso dell'udito. E lu... dito dove lo punta?
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