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Oltre una decina di regioni italiane sono in ginocchio a causa del maltempo che ha procurato disastri indicibili con esondazioni di fiumi, allagamenti cospicui e danni gravissimi a città, paesi e campagne. I morti, purtroppo, sono il prezzo più alto pagato per questo drammatico stravolgimento atmosferico che ha imperversato da nord a sud colpendo con vigore estremo, tutto e tutti tragicamente. Le immagini le abbiamo viste, abbiamo visto allibiti, scene indicibili con ondate da paura alte oltre i dieci metri, case allagate, campagne inondate abbondantemente e distruzioni selvagge che hanno colpito persino le foreste alpine. Ho visto come nel Veneto e nel Friuli, i volontari organizzati in associazioni e i civili pronti a farsi in quattro per i loro corregionali: decine e decine di uomini del posto pronti a rimboccarsi le maniche e a prestare soccorso nelle zone più colpite; presumo abbiano fatto altrettanto in altre regioni colpite duramente. E' partita la solita gara di solidarietà al 45500 con la donazione solidale dei due euro per telefonata; bene, in altri termini è partita la solita giostra organizzata dalla Protezione Civile, per raccogliere milioni destinati dagli italiani ai connazionali in difficoltà per poi farsi la solita domanda: "Che fine hanno fatto i soldi raccolti?". Questa volta pare che molti non doneranno un centesimo per le regioni in difficoltà: ancora oggi molte regioni terremotate vivono ancora in attesa di interventi; case fatte e consegnate, sono crollate o inficiate dalla pioggia oggi sono inservibili, la gente continua a vivere come può e qui si riparla ancora di aiuti? Lo Stato ha l'obbligo di provvedere tempestivamente per coloro che hanno bisogno di interventi e le donazioni servono solo per rastrellare danaro e tenerlo in cassa. Pirozzi, ex sindaco di Amatrice, è una vittima (non solo lui) di promesse non mantenute, di soldi donati e mai visti, di ritardi colposi e di situazioni mai risolte, eppure di tempo ne è trascorso dalle forti scosse. Questo è un paese che deve imparare ancora, un paese abituato alla superficialità, credono ancora che bastino un numero unico, una donazione e i problemi si risolvano alla faccia dei donatori e di coloro che aspettano ancora di essere aiutati. Pirozzi non metterà un centesimo su quel numero e poiché vittima sulla sua pelle, ha messo su un associazione per raccogliere soldi per fini solidali e chiede di assicurare al suo "Movimento dello Scarpone", l'apporto solidale degli italiani per aiutare i più colpiti duramente dal maltempo. Lui assicura che porterà di persona il contributo raccolto immediatamente alla zona più colpita e sopratutto, darà i soldini ai cittadini che soffrono i danni. "Sms solidali, riparte la giostra ma alle opere pubbliche ci deve pensare lo Stato"
„"La solidarietà e i soldi degli italiani devono servire per aiutare i nostri fratelli che soffrono". Beh, detto così l'idea è buona e realizzabile: in fondo, alle opere pubbliche danneggiate è lo stato che deve provvedere. Pertanto decidete se vorrete aiutare gli italiani, se vorrete servirvi del 45500, oppure del "Movimento dello Scarpone" di Pirozzi e i suoi iscritti. Sappiate tuttavia che conoscere, accertare, è un diritto di chi dona e se il donatore deve correre rischi per i soldini donati come sia accaduto finora, allora è giusto che decida se dare, come dare e a chi dare. Di furbate non ne vorremmo più vedere specie se sono sulla nostra pelle di creduloni. Che ne pensate? Io dubiterei di tutti, nessuno escluso, e voi?
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