Vince198 il 27/03/19 alle 09:26 via WEB
Carissimo Carlo,
ieri mi sono preso il tempo necessario per approfondire ulteriormente il tema perché ho avuto l’impressione, leggendo tutti gli interventi, soprattutto di come io sia stato frettoloso, superficiale nel mio commento e come sia essenziale chiarire ciò che si intende per fede e chiesa ( ti chiedo anticipatamente scusa se quello che scriverò sembrerà cattedratico: non è mio intento però non posso esimermi da riferimenti che potrebbero avere questo “vizio” che è del tutto apparente ).
Secondo la dottrina vigente la fede è, in termini teologici, l'adesione assoluta con cui l'uomo, sorretto dalla “grazia e dalla fiducia” nella potenza di Dio operante in Gesù Cristo, risponde all'iniziativa di salvezza di Dio che si rivela e lo professa in sintonia con la chiesa.
Per chiesa (nel caso specifico cattolica) si intende il corpo mistico di Cristo di cui lo stesso Gesù è il capo spirituale. Si suddivide in chiesa trionfante, ovvero coloro che godono la beatitudine eterna, e chiesa militante, cioè l'insieme di tutti i fedeli in vita. Nella chiesa militante convivono uomini così detti buoni e cattivi. I cattivi, in particolare, partecipano dei medesimi sacramenti e professano la stessa fede dei buoni, ma si differenziano per la vita e per i costumi. Buoni sono quelli i quali sono congiunti e stretti tra loro non solo dalla professione della fede e dalla comunione dei sacramenti, ma anche - sempre in termini teologici - dal “soffio della grazia e dal vincolo della carità”.
(In breve l’incipit avvenne nel 1° sec. p.C.n. sulla base del dettame biblico V. Sec. Matteo (16, v.18: “E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”) e sulle predicazioni di Paolo di Tarso. In seguito, come noto ci furono evoluzioni, suddivisioni, scissioni etc. etc.)
I ministri facenti parte della stessa chiesa, in base scelte personali, studi, approfondimenti e formazioni ben precise, hanno dedicato la propria vita agli insegnamenti di Gesù, scelta che viene giustamente definita come una vera e propria vocazione. Anche ai nostri giorni, questa è una scelta "ispirata" dalla fede in Dio per servirlo degnamente, corroborata dalle sacre scritture in cui si crede fermamente e che tali restano per sempre in quanto pregne di quella sacralità che conferisce loro la Parola di Dio immutabile nel tempo.
Detto questo sempre ai nostri giorni ci sono ministri del culto cattolico che, in quanto esseri umani, sono deboli e fallibili, tanto che alcuni di loro commettono peccati odiosi. Costoro vanno individuati, allontanati e consegnati alla giustizia ordinaria.
Il predecessore di Papa Francesco nel suo periodo ne spretò circa 400 seguendo la direttiva predetta che lui stesso, da cardinale, ispirò a Papa Giovanni Paolo II°.
Resto comunque dell’idea che, come ho già detto, i preti sono circa 400mila e che i reati che commettono – in particolare quelli di natura penale – riguardano il singolo individuo, anche se non si può trascurare che certi comportamenti odiosi mettono in cattiva luce quella categoria. La via da perseguire è difficile ma ben delineata, la guardia va tenuta alta soprattutto dalla guida in terra, cioè il Papa: chi sbaglia va immediatamente escluso dall’ufficio professato e fatto processare come anzidetto.
Tutto questo non mi autorizza a giudicare negativamente la chiesa nella componente ministri per come ho esposto sopra, anche se i tempi cambiano e adattare le sacre scritture all’oggi per me è fuori da ogni logica: il messaggio – di amore - da loro trasmesso è sempre lo stesso.
L’insegnamento che Gesù ci ha tramandato, in particolare il discorso della montagna, le beatitudini ed il suo esempio, il suo sacrificio per la salvezza di noi fedeli, per quanto possibile devono rimanere il punto di riferimento imprescindibile per TUTTA la chiesa compresi i suoi ministri. Ieri, come oggi e come domani.
Chi ha la fede nel cuore e nello spirito sa come comportarsi rispettando quei principi riportati nella Bibbia e seguendo, per quanto possibile, l’esempio di Gesù quando fu in terra.
Scusa la lunghezza del commento: m’è sembrato corretto dare questo contributo più completo perché il sottoscritto e tantissimi fedeli cattolici (1,2 miliardi circa in questo mondo), siamo parte integrante della chiesa stessa. Grazie per la tua pazienza.
(Rispondi)
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