Creato da monellaccio19 il 12/10/2010
scampoli, ritagli, frizzi e...lazzi

Area personale

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
Citazioni nei Blog Amici: 177
 

Ultime visite al Blog

monellaccio19cassetta2apungi1950OgniGiornoRingrazioDoNnA.SVince198hesse_ffeelinedivinacreatura59surfinia60Dott.Ficcagliaje_est_un_autreelyravscivolare.sultuoviso
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

 

« VUOI BERE QUALCOSA?COME SI INIBISCE UN POPOLO »

COME ERAVAMO

Post n°4914 pubblicato il 06 Giugno 2024 da monellaccio19
 

 

 

 

 

Come eravamo e...come siamo? A prescindere dai dati anagrafici, cosa c'era nella testa di questi ragazzi che negli anni '50 avevano da percorrere strade perigliose e indirizzate allo studio e alla cultura per affrontare, ognuno, il proprio futuro? Beh, io ho una confusione tale che spesso, all'improvviso, mi sovvengono quelle dannate poesie che in quegli anni erano materia basilare per l'italiano. Inoltre, tenete conto che noi alle medie, si studiava anche il latino. Orbene, su quelle poesie voglio intrattenervi, citandole ma, non essendo in grado di ricordarle tutte come allora, vi metterò alla prova, e vediamo se mi date una mano, ma soprattutto, se avete ancora buona memoria. 


La nebbia agl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi

e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?

Dall’Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;

Entro, e ti trovo un pieno di soldati,
di que’ soldati settentrionali,
come sarebbe Boemi e Croati,

Ma in quella che s’appresta il sacerdote
a consacrar la mistica vivanda,

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,

mia madre ha sessant’anni
e più la guardo e più mi sembra bella.

La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
col suo fascio dell’erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e di viole,

Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:

Soffermati sull’arida sponda
Vòlti i guardi al varcato Ticino,
Tutti assorti nel novo destino,
Certi in cor dell’antica virtù.


 


 

Ecco, questo "fritto misto" poetico, io lo cito così come lo leggete e lo declamo appassionatamente come voleva la mia prof. d'italiano. Ero (e lo sono ancora) attore nato e leggevo anche alle superiori, poiché la prof. voleva che ci mettessi cuore e arte. Resta la confusione, mischio le carte e nulla è preciso. Ditemi voi se le ricordate queste grandi opere dei nostri illustri poeti...citati alla rinfusa. 


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://gold.libero.it/monellaccio19/trackback.php?msg=16764622

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
Vince198
Vince198 il 06/06/24 alle 11:32 via WEB
Fra Carducci, Novaro, Leopardi etc. .. si, una bellissima rentrée in tempi che non torneranno mai più. Oggi è il tempo delle movida, degli sballi, del fentanyl, di sfogo di rabbia, di supremazia etc. Tutta roba di .. pregio! .. ahahahaha ..
Ad ognuno la sua storia in un'epoca che muta rapidamente con il continuo lavaggio del cervello che certi nostri giovani subiscono. A me davano già fastidio tutti i cartelli 10x6 mt. che incrociavo in autostrada, figurati assistere a certi episodi notturini poco commendevoli di bande che sfogano la loro rabbia spesso su persone non tanto innocenti, quanto inerti e rassegnate. Chissà che un giorno non ci sarà qualcuno che tira fuori il "ferro" e fa una strage! Ci mancherebbe solo questo per evidenziare una società in cui il fallimento dell'impartire educazione, alla base di qualsiasi comportamento, è finita dritta nel .. "< b<W>inston Churchill"!!!
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 06/06/24 alle 12:15 via WEB
E quando ci venvano assegnate, corte, lunghe o mmedie, dovevamo impararle a memoria bene e senza indugi, quindi a furia di leggere e dclamarle alle interrogazioni, magari anche casuali dal posto e improvvisamente, c'era da studiare. Il tempo poi mi ha sempre riportato alle memoria questi capolavori della nostra letteratura poetica e didattica, che riuscivo a iventarmi il collegamento con un'altra poesia: cominciavo con una e dopo una dozzina mixata con altre terminavo e chi voleva cogliere....coglieva. Buon pranzo Vince.
(Rispondi)
 
gianor1
gianor1 il 06/06/24 alle 14:58 via WEB
Carissimo Interlocutore e Amico, non mi soffermo sulla didattica migliore o peggiore perché non avrebbe senso in quanto quella contemporanea è frutto di quella trascorsa, nella continuazione formativa e costruttiva dei cittadini del domani. Quel che è mutato è la variabile "tempo", quindi anche la pedagogia che assume la funzione di vero e proprio catalizzatore e promotore dell’innovazione, quest’ultima intesa nelle sue dimensioni organizzativa, didattica e metodologica. Personalmente "il tempo" mi permette l’uso flessibile dell' insegnamento e e agli allievi quello dell' apprendimento (probabilmente questo è un segno distintivo rispetto al passato). Ti assicuro che come ieri in molti docenti come me l' obiettivo è è massimizzare la concentrazione degli studenti, evitare il sovraccarico cognitivo (come le varie educazioni che ci vengono imposte dalle varie attualità (educazione al sesso e ai rapporti tra i sessi, alla salute, tutto viene affidato e responsabilizzato a noi docenti, Troppi compiti, poco tempo per realizzare l' importante e l' essenziale), favorire la memorizzazione; questa tecnica mnemonica consente di migliorare le capacità di apprendimento degli studenti e può essere applicata in ogni ordine e grado di scuola. La scuola del passato è quella dei nostri nonni che sono oggi il pilastro di molti giovani; è quella dei nostri padri che ci hanno reso responsabili. Gli errori come ieri esistono anche oggi, ma la società sa mutare, l' umanità e la natura sapranno sempre sopravivere. A ben rileggerci. Gian
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 06/06/24 alle 17:09 via WEB
Un'analisi competente e nella sua esposizione, puntuale e precisa. Riconosco quanto sostieni e non ho altro da aggiungere alla tua disamina professionale. Altri tempi e altre dinamiche didattiche, ma sono sempre del parere che chi voglia trarre il grande senso essenziale e proficuo dall'insegnamento, sia in grado di farlo in qualunque tempo, ieri come oggi, abbeverandosi alla fonte della didattica che gli venga proposta, nei modi e nei contesti di sempre. Bella serata Gian. Grazie.
(Rispondi)
 
hesse_f
hesse_f il 06/06/24 alle 18:39 via WEB
se nessuno ti spiega il perché di ciò che vieni obbligato a fare, spesso, lo fai malvolentieri. Credo sia questo il motivo per cui non ho mai amato molto le poesie. Impararle a memoria poi, come le tabelline, mi faceva accomunare numeri a sillabe più che a parole. Così nella mia testa non avevano senso né gli uni né le altre. E poi questo memorizzare parole che sapevano di antico e che nessuno pronunciava più, mi dava l’impressione che volessero fermare il tempo, o il mondo. E a quell’età il tempo lo vuoi cavalcare e il mondo te lo vuoi mangiare. Oggi rimpiango di non averne imparate di più, e di non aver chiesto di più. E’ probabile che i maestri o i professori vedendo le espressioni sui nostri visi, pensassero che forse era meglio liquidare la questione in quel modo. Impara e metti da parte. Mi ha fatto sorridere trovare tra le citazioni Sant’Ambrogio del Giusti, perchè quando cito “in tutt’altre faccende…” quasi nessuno mi capisce…ciao Ps: ci metto più tempo a capire i commenti degli altri che a scrivere il mio :)
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 06/06/24 alle 18:55 via WEB
AhAhAhAhAhAh!!!!! Stai serena, l'importante è che tu scriva con...parole tue!!!! Ci sono casi di idiosincrasia verso certe situazioni, certe dinamiche e molte avversioni verso termini ormai desueti e fuori da ogni contesto attuale. Pensa te, come dicevo nel post, io con quei spezzoni di poesie ci campavo alla grande come Tognazzi, in "AMICI MIEI" che giocava con la supercazzola e parole buttate lì a regola d'arte. Quello era con i tre amici ormai insieme da circa sessantacinque anni. Mai divisi e sempre insieme, anche ora che uno di noi purtroppo, è seduto su una sedia a rotelle e inibito in tante azioni. Gli stiamo vicini ogni sabato pomeriggio per un paio di ore ed è un impegno minimo per un...fratello. Giravmo con le nostre signore e ovunque fossimo, quando doveva scattare qualche trappolone prendendo qualcuno in contropiede, partivo io con la tiritera delle poesie mischiate e declamate in modo da sembrare racconti di fatti fantasici, ma campati in aria. Ne abbiamo fatte tante in sessantanni e ora siamo a ricordare il passato e tutte le cazzate fatte insieme. E intanto i cipressi che a Bolgheri... Buona sera carissima.
(Rispondi)
 
elyrav
elyrav il 07/06/24 alle 08:41 via WEB
Ne conosco soltanto 2 ... il resto è buio per me. Buongiorno
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 07/06/24 alle 10:44 via WEB
Ai tempi delle guerre puniche ( i miei tempi), erano le più note e le più studiate. Bye Ely.
(Rispondi)
 
 
 
elyrav
elyrav il 11/06/24 alle 09:01 via WEB
Beh non è che sono tanto più giovane ...
(Rispondi)
 
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 11/06/24 alle 09:26 via WEB
AhAhAhAhAhAh!!!!!! Tu sei anche giovane...nell'anima! Buondì cara.
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
 
elyrav
elyrav il 12/06/24 alle 08:58 via WEB
Beh almeno l'anima :) ciaoooooo
(Rispondi)
 
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 12/06/24 alle 10:47 via WEB
Pace e serenità sempre, per te e i tuoi! Buon lavoro Ely.
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963