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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Direi che a questo punto, prospettandosi il solito rischio che ci trasciniamo dietro da decenni, una decisione dura, difficile e inevitabile per le nostre casse e il nostro bene, vada presa senza se e senza ma! Siamo alle barzellette: La "Delta" società americana pronta per una cordata per entrare in Alitalia, ha offerto 100 milioni! Un insulto vero e proprio pretendendo il riassetto economico finanziario della società e il taglio di esuberi. Inaccettabile proposte e visto che non c'è nessun altro disposto e mettere soldini senza fare una scrematura corposa, siamo ancora a parlare di aiuti di stato. Inaccettabile anche questa eventualità: dopo miliardi e miliardi messi a disposizione del più grande carrozzone clientelare che oggi ci tocca gestire in questo paese (non è l'unico), siamo veramente ancora disponibili a mettere toppe e ricorrere ai pannicelli caldi per una società come la nostra compagnia aerea? Io sono propenso ad una serena e seria proposta, non sono l'unico a pensarla così e persone molto più autorevoli di me, sono sulle stesse posizioni: facciamo fallire questa maledetta palla al piede che ci limita economicamente e ci aliena inibendo tutte le nostre disponibilità per accedere a operazioni che servono al nostro paese. Non è demagogia, non è cinica decisione alla faccia dei lavoratori, è il bene del paese riportato alla normale attività di una qualsiasi azienda che per anni e anni, non viene fuori dal tunnel della...inefficienza! Solo il fallimento e le naturali operazioni alle quali si possa accedere in seguito, possono aiutare Alitalia.
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