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CASALINGHE DISPERATE...NON TUTTE!

Post n°3933 pubblicato il 29 Maggio 2021 da monellaccio19
 

 

 

 

Riconosciamo come il ruolo delle donne sia profondamente mutato in questi ultimi anni. In particolare, il ruolo della casalinga, va rivisto e interpretato con un'ottica diversa dagli stereotipi finora considerati.

Le Soddisfatte: donne che viaggiano verso la sessantina, ex lavoratrici che hanno fatto scelte in piena coscienza e responsabilità. Oggi magari pentite della svolta importante fatta a suo tempo, ma per un vero riconoscimento della loro posizione sociale, vuoi anche per ciò che hanno dato nella loro vita professionale, esigerebbero una giusta collocazione di fiere casalinghe pronte a soddisfare la famiglia nel suo complesso. Insomma, soddisfatte e senza rimpianti, ma esulando dal cliché ormai logoro della casalinga per antonomasia. Ovvero: "Rendetemi giustizia e datemi atto, almeno voi di casa, marito e figli. Senza di me non andreste da nessuna parte!". E' un po' il caso del mio 51%: quando deve rispondere a una domanda precisa e diretta, con un certo rimpianto replica: "Lavoravo nel settore petrolifero, ero addetta.....". E io, immediatamente, quando le sono affianco: "...ad una pompa di benzina!". Gomitata nel fianco garantita.  

Le Adattate: al contrario delle soddisfatte, come loro sono avanti con gli anni, ma il lavoro l'hanno lasciato per "necessità" familiare, per badare con più impegno alla casa e alla famiglia. Portatrici sane di vero pentimento, tentano disperatamente  di rientrare nel mondo del lavoro ma con scarsi risultati. Quindi, sono incazzate di brutto, sono insofferenti alla limitata indipendenza economica e soffrono, pur rassegnate, per la condizione di casalinghe disperate e a disposizione. "Mamma? Ci sono le uova? Sì? Bene, comincia a sbatterle!". "Cara, oggi ho  troppi impegni. Visto che non hai un caxxo da fare, perché non lavi la macchina?". Ecco di cosa soffre l'adattata.

Le Costrette: beh...queste sarebbe meglio scansarle! Inviperite e agguerrite, insoddisfatte, piene di livore  e acredine verso tutto e tutti. Buttate fuori dal mondo del lavoro per "necessità" aziendali, sacrificate sull'altare della crisi galoppante, tentano affannosamente di rientrare comunque e a qualunque costo nel mercato occupazionale. Sentenziano e verbosamente attaccano istituzioni, governo, sindacati e stato sociale. Non hanno sbocchi, di necessità devono far virtù e si arrangiano come possono perché tra casa, cucina e quant'altro, non fanno parte delle scelte, a volte obbligate, che hanno dovuto fare. Fanno le casalinghe per tacito contratto, avversione per la cucina e....tutto sommato, per marito e figli, sarebbe meglio se andassero a...lavorare, potendo!

Le Temporanee: fiduciose nell'adagio popolare "Prima o poi toccherà a me", sono le giovani donne con istruzione superiore, sono "parcheggiate" in casa a badare alla famiglia di recente costituzione: per loro, consce che ci sarà un futuro di lavoro, è una priorità dedicarsi anima e corpo per crescere i figli. Contano su un futuro lavoro ben remunerato, corrispondente alla loro professionalità. Confidano proprio in questo e da buone ottimiste, ritengono l'occupazione un traguardo raggiungibile e a portata di mano quando la situazione generale avrà lasciato alle spalle la crisi. Ci credono e aspettano. I figli cresceranno e sarà più facile.....per loro: "Quando nevicherà in pieno deserto, io sarò dirigente di una grande azienda!".



 

 
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