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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Vi sono alcune categorie di imprenditori che in Italia posseggono un lavoro, una impresa e non sono disposti a nessuna azione che possa compromettere il loro impegno. I "Balneari", coloro che hanno avuto a loro tempo un bel pezzo di spiaggia da gestire, non lo mollano per nessuno motivo e ogni volta, per vocazione divina, la spiaggia viene puntualmente assegnata alla famiglia di chi l'abbia sempre amministrata nel lungo tempo. Costoro puntualmente, si comportano come la gatta del seminario citata in un vecchio adagio barese: " La gatt' du semnarie, fott' e chiagne". Sarebbe in italiano: "La gatta del seminario, scopa come una matta, ma piange sempre...". Infatti, i balneari piangono per le cifre che pagano per la concessione allo stato: cifre irrisorie che per i loro "esigui guadagni", ritengono onerose. Poi se capita di parlare di concorrenza e di mettere all'asta le tante concessioni, cominciano a frignare perché non vogliono perdere il grande business. Quest'anno poi, più delle altre stagioni, la situazione si è aggravata: da una parte l'Europa spazientita, richiama l'Italia al rispetto delle regole, mentre i maggiori esponenti della categoria, contano sui due personaggi di destra come la Santanchè e il povero Briatore, perché siano a proteggere i loro diretti interessi e i colleghi balneari. Infine, per il giungere della stagione 2023, mancano bagnini, camerieri e altri collaboratori per portare avanti le strutture. I no che ricevono dai giovani, sono giustificati: i "padroni" pretendono di dare circa 2.000 euro per lavorare 12 ore al giorno, nessun riposo settimanale e niente protezione sindacale. Non so come se la caveranno questi sbruffoni, ma i giovani se ne fottono delle loro richieste e al momento nessuno sembra intenzionato a farsi tre mesi alle condizioni che pongono i padroni. Concludo: riaprire le aste e liberare questi luoghi dal potere delle "famiglie". Infine fare veramente impresa e creare concorrenza, per pagare i collaboratori in piena regola e abbassare i prezzi per gli utenti.
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