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EVOLVERSI SENZA PARITA' DI GENERE

Post n°1167 pubblicato il 24 Settembre 2014 da monellaccio19
 

Il problema è vecchio,  da tempo dibattuto e i nostri maestri, "padroni" della lingua madre,  non sono affatto convinti che si possa  prescindere e trascendere. Da Udine e da Trieste, le due università in sede, auspicano l'uso non discriminatorio della nostra lingua nell'avvio di questo millennio. A tale notizia, l'illustre e dotta Professoressa Bonomi, docente di lingustica presso l'Università degli studi di Milano, non è incline ad accettare una "grammatica paritaria" mentre di contro, è favorevole al rispetto, senza forzature, della lingua nella sua intrinseca ricchezza e varietà. "La prefetta" è espressione inammissibile, così come "la giudichessa o giudicessa (ancora peggio), "la ministra" non è accettabile e così via tutti quei nomi di ruoli al maschile che per parità di genere tentiamo di adattare. Insomma, non si intende rifiutare l'evoluzione lingusitica a priori,  tuttavia, si eviti la forzatura della lingua italiana.  Quindi la Bonomi non  è per  una posizione intransigente  e severa, ma pur riconoscendo giusto che la lingua subisca la sua naturale evoluzione, chiede che si presti attenzione e cautela nel rispetto dell'uso lessicale. "la sindaca o sindachessa" sono termini foneticamente obbrobriosi...il mio orecchio si rifiuta di sentire. E i vostri?
"Chi difende il buon italiano non difende la pedanteria, né rifiuta le innovazioni: difende invece il buon senso, e accetta le novità". (B. Severgnini )

 
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Kitham_Worth
Kitham_Worth il 24/09/14 alle 13:29 via WEB
Cara amistad, esiste il termine "chirurgo", ma se dici "la chirurga", ti guardano storto, secondo te perchè? Eppure, dal punto di vista sia fonetico che grammaticale, è molto più corretto di "LA chirurgo" che purtroppo viene adoperato spessissimo! Un secolo fa, anche dire "avvocata" o "avvocatessa" sarebbe stato obbrobrioso e dispregiativo, ma oggi siamo tutti concordi nell'usare il sostantivo declinato al femminile, quindi come vedi la fonetica non c'entra un tubo, è solo una questione di tipo culturale.
 
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