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C'ERA UNA VOLTA LA POLAROID...

Post n°1424 pubblicato il 17 Giugno 2015 da monellaccio19
 

 

Non mi aggredite, so che sto per toccare dolenti note, un argomento che vi coinvolge tutti, ne sono convinto: alzi la mano chi non si è mai fatto un selfie! Ho capito, la alzo io, sarò da ricovero, sarò da studiare in laboratorio ma non mi è ancora accaduto, ci crediate o no! Intendiamoci, che io sia stato fotografato da uno smartphone è accaduto eccome, ma che io abbia con il mio smartphone immortalato me stesso o altre persone, oppure qualsiasi altro avvenimento degno e meritevole d'essere impresso digitalmente, no, decisamente no! Ribadisco quindi che su questo argomento desidero solo segnalare i burini, i tamarri e i cafoni. Una volta si partecipava alla presentazione di un libro con l'autore che intratteneva la platea sul suo lavoro e subito dopo, con il testo tra le mani, ci si presentava per chiedergli una piccola e modesta dedica da scrivere sulla prima di copertina. Oggi, l'invasione è scorretta se ci si affianca con invadenza per farsi un selfie con l'autore; perché mai chiedere una dedica se si può vantare una bella istantanea? Quante volte avete scattato un selfie con qualcuno e fatalmente nella foto ci sono come contorno alcuni illustri sconosciuti ignari del coinvolgimento? Non è corretto. Non parliamo poi di tutti i posti importanti e interessanti dove il selfie con amico/a, con il compagno/a è dovuto, obbligatorio e...deprimente: si è a visitar la Cappella Sistina, il Louvre o un qualsiasi scrigno ricco di capolavori? Bene, anzi male, si scatta il selfie con due che si baciano o abbracciano teneramente  e sorridenti per dimostrare che loro sono stati là. Andiamo su, magari sul posto non si sono nemmeno documentati, non si sono interessati a seguire una guida per conoscere i dettagli della bellezza che stanno visitando. Insomma un selfie è più importante dell'informazione culturale. E quelli/e che in gruppo si fotografano, mentre sono tutti in tondo, i piedi e le scarpe? E quelli che mettono le mani tese al centro del cerchio per mostrare le mani e le dita smaltate? Non ho problemi con i selfies, fatti a tempo debito, nei posti e nei luoghi più consoni, mi sembra una buona occasione per cogliere istantanee. Per esempio di fronte a fatti gravi e drammatici, filmare o scattare foto può tornare utile. Ecco, mi piacerebbe vedere meno cafoni in giro, meno abuso dei selfies, un uso più discreto e meno aggressivo per chi è intorno a chi scatta. Io per mio conto, non so quando comincerò a farmi i selfies, per il momento non avverto l'impellente bisogno, tuttavia, vi assicuro che all'ultimo momento, quando sarò ormai inerme e giacente in un opportuno cappotto di legno, scatterò da solo il mio selfie. In primis perché...forse sarà l'ultimo, e poi, perché vorrò vedere se il...cappotto sarà prestigiosamente griffato!

 
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psicologiaforense
psicologiaforense il 17/06/15 alle 11:13 via WEB
L’American Psychological Association, carissmo Carlo, è molto più severa di te:-) Infatti, per questo Ente di riferimento scientifico il selfie sarebbe una nuova patologia. Gli autoscatti, utilizzati in tutti i social network, sono visti come una forma di espressione personale, che nasconde gravi carenze di autostima, ecc...La patologia chiamata “Selfitis”(Selfite, in italiano) è un vero e proprio bisogno ossessivo compulsivo di scattare foto a se stesso da solo o con terzi per pubblicarle sui social network, veicolo fondamentale dei selfie. Tutto ciò sanerebbe lacune in ambito affettivo e relazionale.
 
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