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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Se permettete, oggi con il mio post gioco in casa, non mi muovo dal mio quartiere "Poggiofranco" a Bari. La parrocchia è una delle tante sorte nel mio rione, non è di mia pertinenza, ma oltre a conoscerla molto bene, da oggi mi preoccuperò di tenerla d'occhio, di puntare spesso e volentieri, lo sguardo e l'attenzione su di essa. Grazie all'iniziativa del Parroco Don Antonio Ruccia e alla Associazione "Culle per la Vita", anche noi a Bari e in Puglia, per la prima volta, abbiamo nella Chiesa di S.Giovanni Battista, una "Ruota degli Esposti". Non è una ruota del gioco del lotto, è denominata così da lungo tempo perché in quel vano presso una chiesa o meglio un convento di suore, si deponevano (e si depongono) i bambini abbandonati, non desiderati, rifiutati. Un desolante luogo dove spesso i neonati trovavano casa perché come pacchi da respingere, venivano lasciati dalla madri o da chi per loro aveva il fegato e il cuore per abbandonare una creatura. Finalmente si può avere un punto di riferimento certo e sicuro, un indirizzo utile per chi venisse a trovarsi in una situazione difficile e senza soluzione appropriata. Quante volte ci siamo commossi, addolorati per bambini abbandonati nei bidoni della spazzatura: gesti spregevoli che offendono, non solo per il lurido posto scelto per lasciarlo, la dignità dell'essere umano. Ora speriamo che questi luoghi attrezzati alla bisogna siano tenuti in considerazione dai disgraziati che si accingeranno a mollare di punto in bianco un bambino appena nato per strada o in un giardino pubblico. La buona notizia è che nel primo anno di "attività" della Ruota della Vita, finora, come dice Don Antonio, nessuno se ne sia servito: è un bene si spera, poiché trovare un bimbo là dentro, sarebbe una fitta al cuore. Inoltre, e qua c'è la tecnologia dell'Associazione, il posto è molto accogliente; senza pensare alle grate girevoli di un tempo e alla spartana condizione di un cestino dove porre il bimbo per passarlo (girando la ruota appunto) dall'altra parte.
Direi che sia perfetto alla vista e alla effettiva comodità preparata per il neonato. Innanzi tutto, la piccola culla è riscaldata così come l'ambiente, poi appena si depone il piccolo, grazie a dei sensori, scatta una telefonata per il nostro buon parroco e contemporaneamente per la Neonatologia del Policlinico di Bari. Sono i segnali per attivarsi subito e correre per vedere se realmente sia stato deposto un piccolo. Mi sento bene, scrivo e mi sento sollevato, negare un figlio è una dramma, una tragedia che non si può comprendere, possono esserci tante ragioni per giustificare una mamma "costretta" al terribile gesto, ma senza voler fare i censori a tutti i costi, spero solo che se ve ne fosse la necessità, si servano della soluzione più giusta e garantita. Così come sarà garantita la privacy e l'anonimato di chi lascia il neonato. Mi scoccia dirlo, ma credo che il posto di cui abbia parlato, sia meglio di un cassonetto per i rifiuti, o no?
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