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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Sulla proprietà di linguaggio, sulla grammatica, sulla sintassi e sulla conoscenza dei vocaboli, si intessono le più svariate discussioni. C'è un parte di addetti ai lavori che reputa opportuno essere rigorosi e severi sull'uso corretto della nostra lingua; per esempio lo scempio esondante del famoso congiuntivo di fantozziana memoria, è uno dei più discussi casi tra gli esperti linguisti. Contro costoro, v'è la schiera di chi con la dilagante conoscenza della lingua inglese, non ritiene di doversi accanire contro chi la lingua italiana la parli poco e male, limitando la povertà dialettica a pochi vocaboli. Un confronto legittimo in effetti: a che vale continuare a battere sullo stesso tasto quando ben altre sono le aspettative di un "mercato" aperto ed esteso anche fuori dall'Italia? La lingua inglese la fa da padrone e molti, oltre questa lingua, parlano bene altre lingue straniere; purtuttavia, c'è una parte di puristi che insiste affinché la lingua italiana sia parlata correttamente (congiuntivi compresi) e nell'eloquio lessicale, sia più arricchita di vocaboli. Don Milani ebbe a sostenere molti anni fa: "Un operaio conosce 100 parole, il padrone 1000. Per questo lui è il padrone". Sono passati molti anni da allora, siamo più acculturati, siamo più capaci delle 1000 parole e la classe operaia non è certamente quella di tanti anni fa. Allora di cosa discutiamo? Parliamo di conoscenza e competenza, siamo alla giusta e impellente necessità di settori come economia, scienza, qualità della vita, ecc.ecc. per cui, per essere all'altezza di questa richiesta, è necessario migliorare il linguaggio che è il veicolo trainante dell'adeguato e diffuso livello culturale. Pertanto, chi non abbia la capacità di partecipare criticamente al dibattito pubblico e politico, come potrebbe essere parte partecipante al vivere sociale e civile? Il pericolo della deriva politica populista, è proprio nel rude e scialbo linguaggio dei leader: vago e molto superficiale. Quindi essere molto prudenti è obbligatorio: la scuola non può e non deve rinunciare a impartire precise lezioni di lingua italiana, i congiuntivi vanno rispettati, è una cattiva idea quella di abolire addirittura gli esami scritti nell'ambito scolastico. Se l'istruzione pubblica accusasse una debacle in questo senso, i penalizzati saranno i figli delle famiglie più disagiate favorendo, invece, i ragazzi delle classi più abbienti perché avrebbero comunque altre scelte scolastiche! Non permettiamo che la nostra lingua si inaridisca, perdendo le sue classiche sfumature uniche e assolute nel senso e nella sostanza, convinciamoci che dovendo operare una scelta per un posto di lavoro, un capo, un padrone, tra due persone che dimostrino di conoscere una 1000 parole e l'altra 10.000 parole, il selezionatore sceglierà il secondo. E' ineluttabile.
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