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CHE FINE HA FATTO LA CONVERSAZIONE?

Post n°2119 pubblicato il 13 Marzo 2017 da monellaccio19
 

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In principio fu il verbo, poi furono i tam tam, i segnali di fumo, i piccioni viaggiatori, i messaggeri (ambasciatori senza pene), il telegrafo senza filo,  i telefoni, e infine i cellulari. In maniera succinta e compendiosa, questo il tragitto della storia della comunicazione tra persone. I primi cellulari erano grandi quanto ad una cabina telefonica e progressivamente il design cambiava in rapporto all'evoluzione galoppante di questi ultimi trent'anni: più belli, più slim, più evoluti e più ricchi di prestazioni. Eppure Gigi Proietti, un tacito segnale l'aveva lanciato con il suo vecchio e famosissimo sketch che preconizzava come poteva andare a finire: 

 

Ditemi se avete ascoltato una frase, anche breve, di senso compiuto. Cioè, c'è stato scambio comunicativo tra i due interlocutori? Questo ahimè doveva accadere ed è accaduto: la parola, il senso del nostro dire, vengono attirati in un vicolo cieco e soffocati a morte. Nacquero poi le fastidiose abbreviazioni che nella nostra lingua non esistono, erano generate dai giovani per semplificare e fare in fretta. Ebbene invece di correggere i giovani e indurli a non abbandonare la nostra bella lingua, abbiamo configurato noi adulti il loro linguaggio "fasullo" ma convenzionale e ce ne siamo impadroniti. Invidiosi della nostra omologazione, passarono alle faccine, ai simboli, ai ritratti astrusi ma eloquenti; bene ci siamo appropriati anche di questa "terminologia". Allora, incazzati neri, pensarono  ai messaggi, ai what's up e alle app che ormai sono più di quante parole riusciamo a dire in un giorno: tutto a portata delle dita da prestigiatori, tutto piacevole e tutto molto esaustivo. E anche in questo caso, è roba a portata di tutti. Da un po' va forte il "messaggio vocale", una breve frase "ad capocchiam" e i due che trasmettono, si capiscono al volo! Siamo al "de profundis" della comunicazione: fateci caso, non si parla più, non c'è conversazione, non c'è incontro o scontro de visu. All'inizio del post, tutte le varie forme che ho citato nella breve e succinta storia della nostra vita comunicativa, non c'è mai incontro di persone: dal tam tam, al "messaggio vocale", ci teniamo alla larga come se ce l'avesse ordinato il dottore. Ah a proposito, ho sbagliato e mi correggo: uno c'è che comunicava e comunica ancora oggi di persona, costui era e sarebbe (per ciò che vale) l'ambasciatore senza pene! Capirai che piacere!

 
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NoRiKo564
NoRiKo564 il 13/03/17 alle 11:54 via WEB
Quanto li odio i messaggi vocali, io non riesco proprio a registrarli, mi sembra di parlare con una segreteria telefonica (che anche li ho i miei problemi: quando devo lasciare una frase di senso compiuto ridotto al minimo per paura che il bip del fine tempo registrazione mi amputi il discorso!) Io inizio ad odiare anche Whats App...perchè a parte qualche comunicazione di servizio necessaria, quando si vuole evitare di disturbare la cotroparte con una telefonata che magari arriva in un momento inopportuno, io ho persone che passano la vita ad inviarmi immagini di buongiorno, buon pranzo, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte a ripetizione...o video beceri e pruriginosi o al contrario demenziali, che non apro neanche più, lascio sempre lo stesso commento... Io che amo le telefonate fiume, specie con chi non posso raggiungere di persona, dove ti racconti tutto il vissuto dalle elementari ai giorni nostri...io questa comunicazione SlimFast proprio non la digerisco...poi magari muore un parente e nessuno ti avvisa! :-(
 
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