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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Come va? Difficile vivere quando la situazione muta e non vi siano le solite condizioni di vita. Si perdono i consueti punti di riferimento, si hanno angolazioni limitate per visualizzare campi che solitamente abbiano altre prospettive. Siamo immersi da giorni in una realtà diversa e oltre a sentirci in un limbo in cui non avvertiamo presenze e contatti univoci, costanti e sicuri, dobbiamo relazionarci al certo ma non sicuro, al solito ma nuovo appiglio, all'amico che si affaccia ma non era noi che cercava. Siamo alla ricerca del post perduto e della casa che era nostra ma che non è più la stessa, insomma a passare le giornate come non le abbiamo mai passate. "Eppur si muove" avrebbe detto Galileo Galilui...ho sbagliato volutamente, se era un maschietto, perché dovrei dargli del LEI? Ossia, qualche refolo c'è, incerto per la direzione: pare che ci punti, ma al momento buono cambia direzione voltandosi a maestrale forza sette. Piombi nel buio non puoi far altro che farti dondolare dalla successiva bonaccia. "E' l'ora che volge al desio e ai naviganti intenerisce il core...", ma ecco un luce, finalmente una fioca ma certa luce là in fondo. Remiamo e arriviamo a una lampara, no non è ciò che volevamo, volevamo un approdo definitivo, finale e stabile; ci tocca aspettare, pazientare, remare fino a quando non deciderà Nettuno dio del mare, della tempesta e del nostro "Libero" navigare senza paura, senza scogli e senza carichi che impediscano l'affondare quotidiano. Proprio vero: "Sono in pochi sullo stesso yacht e...
...tantissimi sulla stessa barca". "Qui habet aures audiendi, audiat". Cioè: "Capisci a' mmè".
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