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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Questo è un gioco che qualcuno ricorderà: da noi si chiamava "sguincio", un gioco di strada che è ormai fuori da ogni memoria. "Staccio", "Strifone" erano altri giochi che nell'immediato dopoguerra i ragazzini praticavano per strada; certo ve ne erano altri, ma quelli più virili, più maschili erano i tre che ho citato. Un altro gioco era quello delle corse delle ramette: il tappo di una birra riempito di cera, quindi bello pesante e all'interno la faccia ritagliata da una figurina in bianco e nero, di un ciclista famoso del tempo: i Coppi e i Bartali si sprecavano. La pista da percorrere picchiando la rametta con l'indice e il pollice, era un qualsiasi marciapiede del tempo: "chianche" bianche che bordavano tutti i marciapiedi, quindi piste ideali per fare queste corse: bastava non far cadere la rametta a sinistra e non farla uscire dal bianco a destra! Così si viveva in strada, così si cresceva giocando all'aria aperta dei cortili e delle strade. Quanti ricordi, quante litigate, discussioni, eppure, sempre con l'innocenza dei bambini di allora, con il candore e il rispetto verso gli altri. Poi col passar del tempo cambiarono le abitudini, i giochi e via fino a quando terminò la "pacchia" e si passò a pensare ad altro. Transitare dalla fanciullezza alla giovinezza, ti cambia tutta la vita. Le generazioni dopo la mia, sono state più fortunate, hanno avuto più possibilità e più giochi da praticare, meno strada e più interno: i lego, i passatempi diversi e sempre aggiornati, insomma, c'era sempre un motivo per invitare a casa qualche amico per...studiare! Vabbè, a ciascuno il suo tempo e i suoi passatempi e chi non avesse avuto troppe disponibilità, ha sempre supplito al possesso di un oggetto relativo a un gioco, con qualche altro accessorio per far finta: chessò, un telecomando della TV per far finta di fare una telefonata portandolo all'orecchio. Quindi mi permetto fornirvi un esempio palese delle varie situazioni in cui si sostituiva qualcosa con ben altro!
La sezione supplente! La realtà!
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