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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Ho rispetto per tutti i lavoratori e i loro diritti. Non c'è discussione su questo punto, tuttavia, devo tornare a ripetere che un qualsiasi diritto vale fino a quando non lede il diritto di un proprio simile. Pertanto, il caso odierno dello sciopero proclamato dai sindacati di base per tutti i trasporti pubblici, lascia spazio alla classica e ormai melensa definizione: "Venerdì nero per i trasporti". E già, se si scegliesse un altro giorno per scioperare, non avrebbe senso perché non lascerebbe il segno voluto: un grandissimo disagio e un danno inqualificabile per i viaggiatori che specie nel fine settimana, si muovo con i mezzi di trasporto, verosimilmente aerei e treni. Orbene, essere trattati peggio di ostaggi militari che avrebbero diritto ad appellarsi alla ormai celebre "Convenzione di Ginevra", esiste solo la prepotenza di chi si arroga il privilegio di danneggiare gli altri! Oggi, non si può accettare la sudditanza verso questo tipo di sciopero, i sindacati se ne facciano una ragione con le loro regole disastrose che non saranno condivise mai da tutti gli altri: colpire i cittadini per vantare diritti significa minacciarli in un momento di inerzia per loro e sostenere con un coltello alla gola: "Nessuno si muova, noi siamo i padroni!". Ma di che? Specie l'Alitalia che vive un momento drammatico in cui si stia facendo il possibile per tirarla fuori dall'impiccio in cui si sono cacciati con il referendum dei folli, passano a scioperare costringendo migliaia e migliaia di passeggeri a sacrifici enormi. Vorreste anche la loro condivisione magari? Ho visto passaggi televisivi pubblicitari in cui, nel momento più critico dell'azienda, si faccia eco ai voli, ai prezzi e quant'altro mentre si aspetta una vendita decisiva, e voi scioperate fregandovene degli altri? E magari pensando sempre ai vostri privilegi e benefici? E' finito quel tempo e lo dico per tutti coloro che vedono in uno sciopero la soluzione dei problemi. Non ce lo possiamo permettere più questo stato di cose, non potete colpire più alle spalle come facevate un tempo, la nostra pelle vale quanto la vostra: la pelle dei giovani che cercano lavoro, la pelle dei cinquantenni esodati, la pelle di chi non abbia un straccio di lavoro. Per cui trovatevi altri sistemi di lotta, una lotta che sarà condivisa da tutti se non limiterete i diritti degli altri. L'aria deve cambiare, è finito il tempo dei carrozzoni e dei governi amici per sempre. L'Italia di tutto ha bisogno, tranne che di scioperi dannosi all'economia del settore pubblico. Le mammelle dello stato, latte non ne danno e non ne daranno più!
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