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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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A volte, leggendo notizie un po' surreali per i loro contenuti, ci chiediamo come sia possibile che in una società, in un'azienda piccola o grande che sia, si possano prendere decisioni lunatiche, fuori da ogni realtà e sorprendenti. Presumendo la presenza di un titolare, di un direttore, di un dirigente responsabile dell'attività aziendale, ci chiediamo come sia possibile prendere decisioni piuttosto contestabili per la loro balordaggine. La Spv3 è la società che si preoccupa della manutenzione del cimitero di Montagnana (PD), tra i suoi compiti c'è quello di mantenere pulito il camposanto, evitare sciatterie nella manutenzione dei vari campi dove si allocano i feretri e provvedere a sistemare le varie bare nei luoghi predestinati. Ebbene, improvvisamente è comparsa una recinzione dove un vistoso cartello indica che in quello spazio saranno sepolti i poveri morti, anzi no, precisiamo: i morti poveri! O poffarbacco, che significa? Perché dare un senso diverso alla frase spostando l'aggettivo povero? Semplice: quando povero precede un sostantivo o un nome di persona, assume un valore metaforico: povero nonno, povero Francesco, povero ciclista, cioè, siamo di fronte alla morte di una persona e dar del povero in senso metaforico appunto, è gesto di assoluta pietà verso il defunto chiunque esso sia; ma dire morto povero significa che è un indigente, un poveraccio che sia morto senza possedere nulla a parte la sua vita...perduta! Quindi tornando al campo recintato di Montagnana, si tratta di una scelta scellerata della Spv3, ovvero, destinare i morti poveracci e senza beni, in un "campo comune", un settore che puzzi di povertà e che non si confonda con gli altri campi dove riposano persone di rango! Beh, viene facile pensare a Totò e alla sua sempre verde "A' Livella": una trovata geniale e magistrale per mettere di fronte alla morte due persone appartenenti a caste diverse: un nobile e uno spazzino che guarda caso, sono vicini di...fossa!!! Aveva visto giusto il Principe De Curits nel 1964, ricordando a tutti come la morte, quando coglie l'uomo, lo ponga in una condizione unica e irreversibile, non esiste più niente se no l'individuo, niente classe sociale, niente titoli, niente beni terrestri, nulla di questa terra appartiene più al deceduto. Resta solo lui, che terra era e alla terra ritorna. Che visione spietata e inesorabile quella della livella: tutti uguali, nessuno escluso e tutti sullo stesso piano senza deroghe e preferenze. Bene, se alla Spv3 non ci è arrivato nessuno subito, ci sono volute le proteste di chi abbia colto l'errore materiale e umano. L'azienda ha chiesto scusa e ha provveduto immediatamente a rimuovere il cartello anti... livellamento. Riposino tutti in pace.
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