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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Per una di queste magliette, all'epoca tale era e chiamarla polo a noi ragazzi pareva brutto, racimolai soldini "crestando" molto sulla spesa o su qualche commissione che mia madre mi imponeva per necessità. Un sacrificio lungo nel tempo, rinunce pesanti sul fumo e altri piccoli svaghi, ma alla fine avevo 14 anni quando ne comprai una originale senza decidere per il colore: erano tutte così belle e ambite che il commesso ne pose una dozzina sul bancone e io, chiudendo gli occhi dopo aver mischiato la sequela, ne scelsi una a caso: non avrei potuto sbagliare e nemmeno pentirmi. Me ne capitò una azzurro chiaro, l'annusai e dissi: "La prendo!". Che maglietta, che stile sui jeans Levi's, che figo quando la indossavo e nessuno ammirava me, ma la mia polo!!!! Oggi ne posseggo un paio, ma nel tempo passato è stato uno scialare continuo: con i miei fedeli amici, i "quattro cavalieri della ave...te finito di rompere le palle?", era una gara a chi ne possedesse di più. Fisse giovanili, trand che all'epoca si potevano contare sulle dita e a dimostrare quanto fossero così importanti per l'abbigliamento, resta la conferma come oggi il marchio Lacoste sia ancora un classico per tutti a prescindere dai tennisti per cui era nata alla fine degli anni venti! Quasi mi prendeva un colpo leggendo un titolo durante la scorsa dei soliti quotidiani: "Addio coccodrillo...". "O kaxxo, che altro? Qua stanno chiudendo tutti, si passano per mano i marchi, i cinesi fanno incetta, vuoi vedere che Lacoste chiude o cede il marchio?". Mi precipito a leggere e tiro un sospiro di sollievo: l'addio è solo momentaneo, l'azienda depone a favore di alcuni animali che rischiano un' estinzione definitiva e per cui entra in una operazione benefica affinché si raccolgano soldi per aiutare: la tigre di Sumatra, il gibbone Cao Vit, il rinoceronte di Giava. Essi sostituiranno per un breve periodo, il famoso coccodrillo verde su 1.775 magliette bianche destinate a portare (sempre in verde), i tre animali destinati a scomparire. Beh, ci può stare, è cosa buona e giusta e non saranno queste modifiche a fini beneficiari a bloccare le vendite. Anzi, a Parigi sono già stati venduti 150 capi subito dopo aver dato la notizia nel corso delle sfilate parigine in cui Lacoste era presente. Vediamo se arriva qualcosa quaggiù e me la compro, quanto meno sarà capo unico nel tempo e varrà pur qualcosa; intanto ho aiutato quegli splendidi animali a sopravvivere. Però, pensandoci bene, contatterò la direzione marketing per suggerire di fare altrettanto con altri animali in via di estinzione: magari, pure cento polo classiche con il mio logo di monellaccio sul petto rigorosamente color verde, le potrebbe proporre: non sarò animale, ma in via di estinzione ci sono, eccome! Tra amici e familiari manco cento persone disponibili a compare?
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