CARICO A CHIACCHIERE

Ha destato molto scalpore qualche giorno fa, la denuncia a piede libero di una cartomante scoperta dalla Guardia di Finanza di Firenze. I militari delle fiamme gialle hanno accertato dopo fitte indagini, che la donna aveva messo su una vera e propria organizzazione per esercitare il suo mestiere subdolo e strisciante incassando, in nero ovviamente, quattro milioni di euro in quattro anni circa. Una cifra spaventosa specie se sottratta alle imposte e intascata senza colpo ferire: le bastava dispensare alla gentile clientela quello che voleva sentirsi dire per risolvere i propri problemi per lo più di cuore e...dintorni. La notizia, ad essere sinceri, non mi ha sconvolto assolutamente e ho messo in moto la macchina del tempo per tornare indietro alla fine degli anni cinquanta, quando nella comitiva era con noi un carissimo ragazzo poco po' più grande e sempre, nonostante studente come tutti noi, con molto denaro in tasca. Intendiamoci, non grosse cifre ma all'epoca la diecimila lire, il famoso lenzuolo di carta, non gli mancava mai nel portafoglio e tanto bastava per fumare buone sigarette, benzina per la macchina e altri sfizi che noialtri non potevamo toglierci tutti insieme. Agli inizi nessuno si preoccupò più di tanto, ma dopo qualche tempo, la domanda sorgeva spontanea visto che il papà era impiegato e la mamma non lavorava. Troppi soldi non giustificati e dovevamo sapere, era necessario che la nostra curiosità fosse soddisfatta. Ebbene, la sua nonna materna, faceva la cartomante, abitava in un quartiere popolare e ogni santo giorno il suo "ufficio" era aperto in quel vecchio stabile che conoscevamo bene, visto che il nostro amico abitava proprio là, qualche piano più su. Lui passava dalla nonna per salutarla quando usciva e quando rientrava e la nonna felicissima, gli mollava il giusto compenso. E così il nostro amico era sempre "accavallato", come si diceva a quei tempi, con le banconote a disposizione, mentre noi con gli spiccioli rastrellati con le misere paghette e il raspare nei borsellini delle nostre mamme. Sono passati sessantanni da quel tempo e le attività di queste persone sono state sempre parte del nostro tessuto sociale, non si sono mai interrotte, anzi, sempre "in progress" visto che sanno adeguarsi ai tempi che vivono. Pensate, per la nonna del mio amico, ricordo benissimo la lunga fila che partiva dalla porta di ingresso del suo studio e finiva, dopo due piani, al portone! Un traffico indicibile e un business piuttosto ricco per quei tempi! Vale anche per oggi e come dicevo, tecnologia, digitalizzazione e modernità, pongono questi personaggi pronti a contattare moltissima gente con un tariffario da paura. Ogni cliente parte dai settanta/ottanta euro e riesce a pagare anche centinaia di euro. Per cui non mi meraviglio del "nero" che c'è sempre stato per certe attività, anzi sempre alto perché si tratta di belle somme date e messe direttamente in tasca. Se mai c'è da chiedersi: ma tutta 'sta gente che bazzica questi studi, sta proprio messa male se costretta ad abboccare e a servirsi di cartomanti. E ancora di più, quale ruolo hanno nella nostra società: sono ignoranti? Vivono ai margini? Sono persone che lavorano anche loro in nero? Sono malate? Sono impedite nelle decisioni? Oppure cosa? Una società civile, moderna e ridotta in tal senso per una buona parte di cittadini, dovrebbe pur porsi qualche domanda o no?