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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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L'etichetta discografica DECCA, una delle più qualificate al mondo, nel suo immenso repertorio musicale ha sempre proposto i grandi autori della musica classica e lirica, eseguiti e interpretati dai nomi più prestigiosi di ieri e di oggi. Fu l'unica casa discografica che a metà degli anni novanta, volle proporre agli amanti del repertorio classico, la serie contraddistinta dal marchio che vedete in alto. Tradotto in italiano sarebbe "Musica Degenerata" e tale definizione nacque nel 1938, ovvero, la musica che i nazisti si rifiutavano di accettare perché scritta da autori ebrei oppure contrari al regime e poco graditi ad Hitler. Grandi autori furono esiliati, mandati in campi di concentramento e altri furono costretti a "tacere" per quieto vivere impossibilitati ad esprimere la loro arte "proibita" nella Germania nazista di quegli anni. Perché vi riporto un scorcio del passato remoto che riguardi la musica e la politica? Perché rischiamo di vedere la nostra libertà d'ascolto limitata e costretta secondo una certa politica. La Lega vorrà allietarci il futuro prossimo venturo, obbligando per legge, le radio a trasmettere la musica leggera con un rapporto molto preciso: un cantante italiano (quindi una canzone italiana) ogni tre andate in onda! Non strabuzzate occhi e orecchi, state leggendo bene. Il leghista Alessandro Morelli ha abbozzato una proposta di legge che va appunto in questa direzione: fuori le lobby dalla musica, fuori gli stranieri che ci rubano il pane, l'Italia sovranista e nazionalista, deve difendere il patrimonio: autori, interpreti, canzoni devono occupare e prendere la loro fetta di torta! Prima gli italiani non è uno slogan, è una "condicio sine qua non" irreversibile, basilare e determinante per tutelare il nostro patrimonio. La lega vuol cambiare i palinsesti delle radio private (allora non saranno più private?) per "rendere almeno un terzo della loro programmazione giornaliera, alla produzione musicale italiana: opere di autori e di artisti italiani, incisa e prodotta in Italia, distribuita in maniera omogenea durante le 24 ore di programmazione". Naturalmente il dispositivo di legge, prevede anche interventi delle vigilanza delle comunicazioni perché in caso di mancato rispetto della legge, si intervenga opportunamente per sanzionare chi non rispettasse le disposizioni. Ribadisco che siamo ad una proposta di legge approntata da tale Morelli e sottoscritta da altri politici leghisti. Passerà? Non passerà? Abbiamo iniziato scherzando e giocando con le gag a ripetizione di questi signori: fanno sceneggiate, litigano per spaventare gli elettori ma subito trovano intese, ora se qualcuno vorrà pensare alla "musica degenerata" di hitleriana memoria, stia tranquillo, non è come allora: oggi le cose si fanno più elegantemente, subdolamente e paciosamente, anteponendo gli interessi degli italiani. Ora si cambia e devono dirci loro cosa ascolatere, come ascoltare e come "consumare" le nostre preferenze musicali. Ma vi sembra che corriamo il rischio di un freno alla nostra libera scelta? “
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