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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Paradossale decisione quella presa in seno alla direzione di Rebibbia, il carcere di Roma. Dovrebbe partire in questi giorni, salvo complicazioni, un corso di pugilato per i detenuti che intendano iscriversi. Ovviamente trattasi di un boccone amaro per le guardie penitenziarie: ritengono azzardato un corso di pugilato organizzato in carcere, servirebbe solo per menare buoni cazzotti, con ottima mira ai poliziotti addetti alla sicurezza. Il sindacato si è subito attivato proprio per evitare una sciocchezza simile. E' vero, il pugilato è uno sport come altri e comporterebbe fare palestra e allenamenti giornalieri e proficui. Non c'è prevenzione in tal senso, ma i dati che riguardano le nostre carceri in Italia, riportano una situazione poco consolante: nel primo semestre del 2019 sono state registrate 378 aggressioni da parte di detenuti ai poliziotti di guardia. Nel secondo semestre 502 pestaggi, senza contare per ora, altri reati addebitati ai detenuti e...forse non hanno tutti i torti. Scoppiano le nostre carceri, sono al collasso e non solo sono costipati i detenuti, ma anche i poliziotti penitenziari sono in numero inferiore e sottoposti a turni massacranti. Credo che questi limiti da ambo le parti, siano poi a sfociare in atti scorretti sia da parte dei carcerati che da parte di guardie che non essendo serene e tranquille mentre svolgono il loro lavoro, possano eccedere negli atteggiamenti. Tornando alla boxe, il ministro Bonafede è al corrente di questa iniziativa? E' stato informato o è all'oscuro? Non credo che possa accettare questa libertà: va bene tutto, c'è la palestra, ci sono tanti modi per svagarsi e non stare con le mani...nei guantoni da boxe! Perché non indirizzare i più meritevoli al lavoro fuori: giardini da spazzare e pulire, lavori in campagna, attività lavorative da remunerare (bene) e impiegarli come comuni operatori sociali? Insomma, non facciamoci male, non inneschiamo processi che poi possano procurare danni più gravi. La situazione è già critica a priori, se aggiungiamo attività troppo particolari e...manesche, rischieremmo incidenti poco accettabili. Se passa questa proposta, allora sono certo che a breve potranno istituire corsi di tiro al piattello, corsi per tiratori scelti per migliore la mira e corsi per il famoso gioco dello "schiaffo del soldato": un uomo (comincia un poliziotto e si mette sotto in posa) mentre un detenuto tra gli altri, tira un ceffone sulla mano che la guardia tiene sotto l'ascella; lui si gira e deve indovinare chi è stato tra tutti quelli dietro che agitano la loro mano con l'indice alzato per chiedergli...indovina?
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