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« UOMINI E DONNE: VISIBILI...DICONO TUTTE COSI' »

FORSE NON HA TUTTI I TORTI...

Post n°3812 pubblicato il 05 Febbraio 2021 da monellaccio19
 

 

 

 

Non si spiegherebbe altrimenti la sua posizione antifemminista: Yoshiro Mori, ottantatreenne presidente del Comitato Olimpico per Tokio 2020, è alle prese con una serie di problemi da affrontare per le imminenti olimpiadi da tenere in Giappone. Poverino, tavoli dopo tavoli, discussioni su discussioni, lo stanno portando allo stremo: trattasi di una grande e importante organizzazione e le cose, come ben sapete, i giapponesi le vogliono fare come sia loro costume. Tra le tante sedute e discussioni, c'è stato chi abbia proposto di aumentare del 40% le donne appartenenti al comitato organizzatore. Tutto ciò per fornire un apporto concreto e organizzativo: l'avesse mai fatto il malcapitato consigliere, c'è mancato poco che Mori se lo mangiasse vivo! "Quando alle riunioni partecipano molte donne, si perde molto più tempo del solito. Se una alza una mano per intervenire, si accende la corsa per dibattere e parlare, le donne sanno prenderla alla lunga e discutono tanto!". Il comitato è formato da 24 membri di cui 5 sono donne, aumentare il numero del gentil sesso porterebbe alla rivalità, si rincorrono per dimostrare chi sia la più brava. Pensavate che i social perdessero questa ghiotta occasione? Ma non scherziamo: si è scatenata la bagarre, le critiche facevano a gara come le donne, ognuna voleva essere più pungente delle altre. Insomma il buon Yoshiro ha dovuto scusarsi pubblicamente per rientrare dalle sue azzardate posizioni. Non è servito a molto, il danno era fatto e il "marchio infame" era ormai posto a fuoco su un suo braccio incartapecorito. Vabbè, ormai si scivola facilmente su posizioni oltranziste e scorrettamente politiche. Intanto io con il vostro permesso, una domanda me la porrei: "E se fosse vero quello che ha detto Mori?". AhAhAhAhAhAhAh!!!!!

 
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prolocoserdiana
prolocoserdiana il 05/02/21 alle 16:32 via WEB
Ciao...Essere una donna non significa altro che “essere trattata” come una donna da una comunità. Infatti, siamo il “tipo” di genere che siamo perché veniamo considerati e immaginati in un certo modo. Dunque, dato che non è la natura nè una qualche essenza che fissa le proprietà caratterizzanti a cui l’espressione “donna” (“uomo”) si riferisce, è solo attraverso le stipulazioni convenzionali che istituiamo nel mondo le differenze tra individui e regoliamo su questa base il nostro comportamento. Non c’è un’oggettività del genere che fissa una volta per sempre che cosa conta veramente per l’appartenenza a un genere e che determina la correttezza di certe nostre classificazioni indipendentemente da quello che una data comunità (o una parte di essa) stabilisce. Da un punto di vista convenzionalista, dunque, non esistono propriamente donne e uomini nel mondo. Piuttosto, veniamo classificati come appartenenti a uno dei due generi solo perché ci vengono attribuite alcune delle caratteristiche che si ritiene facciano parte del concetto donna o uomo. Ecco perché le nostre attribuzioni di genere sono per lo più uniformi. Questa regolarità deriva dal fatto che ci si aspetta che il comportamento degli altri sia convenzionalmente lo stesso.Pertanto, l’idea di donna o d’uomo è una sorta di “illusione” che proietta modi di interagire tra individui di sesso diverso ed è contaminata dalle nostre credenze o dai nostri pregiudizi socio-culturali. Stretta la foglia, larga la via dite pure la vostra che ho detto la mia. Ciao, Carlè, buona serata. By, sal
 
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