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Post n°3900 pubblicato il 28 Aprile 2021 da monellaccio19
 

 

 

"La scelta che è stata fatta durante la pandemia è stata quella di privilegiare una comunicazione disordinata e a forte carica emotiva, sacrificando flussi di informazione affidabili e di qualità". Mai dichiarazione fu così chiara e precisa. Il presidente del CENSIS De Rita, con poche ma pertinenti parole, ha sintetizzato ciò che abbiamo vissuto a tutt'oggi da quando, oltre un anno fa, scoppiò la pandemia.  Ammettiamolo, la crisi globale che ha avvinghiato il mondo intero, non ha precedenti e le priorità sono pressanti e ineludibili per il lavoro, le aziende e tutti i comparti della nostra fragile economia. Ma non possiamo esimerci dallo stigmatizzare quanto perfida e nociva sia stata la grande e generale comunicazione in questo periodo. Di tutto avremmo avuto bisogno, tranne che di tante voci importanti e determinanti, pronte a riferirci notizie, fatti e dettagli importanti e decisivi. Metà degli italiani è del parere che l'informazione sul covid-19, sia stata confusa e imprecisa, per il 40% è risultata ansiogena, per il 35% esagerata e per il 14% piuttosto equilibrata. Ho arrotondato i decimali, ma siamo al livello registrato dalle indagini. Per essere più sintetici, circa 30 milioni di italiani, servendosi del web e dei social, si è avvitata su notizie false, manipolate e fuori dal vero. Il sistema mediatico ha "preferito" cogliere le buone occasioni, abbondando nella quantità delle notizie a scapito della qualità, ossia, delle veridicità di ciò che passavano all'utenza. Insomma, pur di ampliare il ventaglio dell'offerta, non si sono preoccupati di vagliare le notizie per selezionarle e mantenere un livello alto di affidabilità. Non sono state da meno, magari con ragioni e pretesti diversi, le tv, radio e stampa: un coacervo di personaggi deputati a parlare pescati dal vasto mondo della scienza e della medicina: costoro, pur rispettabili nella loro generica e/o puntigliosa professionalità, ne hanno date tantissime di notizie  puntuali e giornaliere, ma sempre distanti e discordanti tra di loro, pochissime volte coincidenti. Un agorà dove battersi per dimostrare chi fosse il più bravo.  A una domanda forte e insistente da parte della gente, ha corrisposto una grande difficoltà per ottenere risposte omogenee e pertinenti, chiare e reali. La realtà è che la comunicazione, l'informazione ha viaggiato alla grande, qualunque fosse il suo campo d'azione, noi abbiamo cercato ovunque le risposte ma poco e niente di quello che abbiamo ottenuto, era vero, reale e attinente. Pertanto e concludo: le agenzie hanno la loro parte di responsabilità, hanno fatto mercato in crescita ma non hanno badato alle persone alle quali si sono affidate. Troppa improvvisazione, troppi amici e amici degli amici, pronti a prendersi ruoli con leggerezza sperando di "accasarsi" politicamente da qualche parte. Gli esempi li abbiamo visti, sono in essere su tutto il paese e alcuni sono stati segati proprio per la loro insufficiente e ondivaga credibilità. Cosa resta di questa maledetta esperienza? Un gran casino, un dire e disdire dopo pochi minuti, incertezze e fesserie sparate senza un minimo di rispetto e grandi manipolatori al servizio dei farmaci e delle case farmaceutiche. Credo che di tutta questa buriana, l'unica cosa certe e resistente ancora a tutt'oggi sia la nostra situazione ansiogena. Mostriamo ansia e incertezze solo perché chi di dovere e con una sola voce, si sia cimentato a raccontarci verità incontrovertibili. Alla fine chi prende le botte? Indovinate...

 
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g1b9
g1b9 il 28/04/21 alle 15:22 via WEB
La verità è che hanno sbagliato tutto. Avrebbero dovuto fare le ricerche sul vaccino, sulle cure come di dovere semplicemente dicendo al mondo che era in corso un'epidemia per un virus contagioso e che la gente pensasse a comportarsi di conseguenza. Sono quasi certa che a quest'ora ne saremmo fuori. Mai il mondo è stato chiuso prima e da ogni epidemia ne è sempre uscito. Hanno voluto strafare ed hanno creato un panico, che ha intasato ospedali impreparati dove sono morte persone, che a casa, tranquille, con l'aiuto di un bravo medico( ce ne sono ancora) se la sarebbero cavata. Chi non ha mai provato cosa sia un attacco di panico non conosce le conseguenze di questi momenti, che ti portano all'ospedale moribondo per niente, tutta immaginazione. Se sei solo in mezz'ora di pronto soccorso torni a casa, se sei uno di cento che aspetta in coda, muore. Hanno sbagliato tutto e non l'ammetteranno mai e continueranno a tenere sotto scacco la gente finchè farà loro comodo avere il controllo della gente,che, per paura, ubbidisce. Da parte mia sono abbondantemente stufa di tutto e di come ci hanno ridotto, col nostro consenso... Ciao Carlo!
 
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