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MA VOI I LENTI LI BALLATE ANCORA?

Post n°3932 pubblicato il 28 Maggio 2021 da monellaccio19
 

 

 

 

Su questo argomento ho già avuto una vivace discussione con amici e colleghi alcuni anni fa. Mi piace riproporre la questione, visto che dei vecchi amici non è rimasto nessuno e con voi, potrei ottenere risultati diversi. Ma voi i "lenti" li ballate ancora? E se li ballate, con chi preferite farlo? Se avete smesso di ballarli, sapete indicarmi da quando non li ballate più? Troppe domande?  Da giovani ballavamo (specie noi ragazzi) per corteggiare una ragazza: il ballo lento era una grossa opportunità per tentare di filare con la ragazza ambita. Le uscite erano difficili e rare, si coglievano occasioni stando magari ore e ore aspettando, come suggeriva Morandi, che uscisse per andare a prendere il latte o altro che potesse servire in casa. Alle volte andava bene e la lunga attesa era premiata, altre volte andava buca e si tornava a casa con la coda tra le gambe. Poi c'erano le uscite giustificate "Vado a casa di Luciana a studiare". E allora si scopriva che Luciana abitasse in un giardino pubblico nella seconda rientranza, prima panchina a destra!   E via si pomiciava rubando attimi e momenti che solo gli astenuti da lunga data potrebbero capire. Insomma, il ballo in casa, quello famoso e ricco di amici e parenti, con la "tappezzeria" alle pareti, tutti intorno e vigili, qualcosa si poteva realizzare. Si puntava alla ragazza seduta con gli altri, ci si avvicinava con garbo ed educazione: "Vuoi uscire a ballare?". Ottenuto il sì, via al lento e in quel ballo si racchiudeva tutta la storia intima della coppia: se ci stava, non ti metteva le mani sul petto, i volti si avvicinavano e spiando gli sguardi degli adulti, si capiva quando azzardare una stretta, oppure avvicinare le guance a toccarsi per poco, paroline all'orecchio e affogare nell'intenso profumo che indossava: "Carle', e allora era Chanel nr. 5?" Chiedeva qualche amico dopo la festa: "No era "Eau de Fogne" edulcorato alla lavanda". Che tempi, così andavano le cose e ci si adattava! Orbene, veniamo alla discussione: io che ho ballato lenti allo sfinimento, per anni e anni alla ricerca della fidanzata, una volta che abbia avuto tra le grinfie il mio attuale 51%, perché mai, dopo che ci siamo fidanzati, avrei dovuto ballare con altre ragazze? Mi stava bene lei, non era più tempo di caccia e il lento o lo ballavo con lei, oppure rompevo le palle agli altri che erano ancora a caccia! Non amo il ballo e specie i balli attuali non mi interessano,  ma mia moglie ama tutt'ora il ballo e fosse per lei, dovremmo farlo ancora dopo oltre cinquant'anni insieme. "Ma a  che serve? Abbiamo già dato, non cambia nulla e siamo felici!". Dopo il matrimonio infatti tutto è passato,  con gli amici che si sono sposati nel giro di pochissimi anni dopo di me, è finito il ballo e ci siamo sistemati definitivamente. Se capita un matrimonio, allora il lento ci scappa e se io mi limito solo a quello, lei si fa tutti i balli gruppo. Questa scelta, ricordo benissimo quanto abbia fatto incazzare le mie care amiche di un tempo: mi sono beccato aggettivi variegati e una sfilza di apprezzamenti poco eleganti. "Misogino, egoista e maschilista" sono stati i più leggeri e mi sono battuto perché la mia è una scelta che non intendeva e non intende, offendere né le donne, né mia moglie. Il lento serve, secondo me solo per corteggiare una ragazza, una volta fatto il passo, ricevuto un sì o un no, a che serve più ballare un lento? 

 
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mariateresa.savino
mariateresa.savino il 28/05/21 alle 14:09 via WEB
Che dirti? Io ho ballato sempre di tutto e di più e non per desideri reconditi , ma perché ho molto amato il ballo e l'ho sempre praticato in famiglia come con gli amici ballerini come me.I lenti mi piacevano per le musiche che trasportavano a momenti più felici, ma con le dovute cautele e,sapendo sempre con chi ballavo, non c'erano problemi di sorta. Questo, fino a qualche anno fa, specie durante le vacanze in comitiva. Un solo ricordo spiacevole ho del ballo e risale al periodi dei miei primi anni di Liceo, quando appunto, ci riunivamo a ballare in casa, con tutto lo scenario che ti è ben noto: un amico, timidissimo, che spesso voleva ballare con me e sudava terribilmente le mani... un sacrificio, ma mi dispiaceva rifiutare. Questa cosa gliela comunicai, dopo moltissimi anni, quando lo ritrovai Sagretario nella scuola dove insegnavo e ne ridemmo tanto insiemme, anche se, per me, quel ricordo non era poi tanto felice. Ciao, Carlo.
 
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