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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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I problemi che emergono non sono nuovi, ma l'insistenza nel riproporli a tempo, dimostra che su certi aspetti inquietanti della nostra società, rischiamo di ritrovarci con gravi e pericolosi grattacapi da affrontare in un prossimo e vicinissimo futuro. Si tende sempre più spesso alla sfacciata ipersessualizzazione dell'abbigliamento femminile delle bambine, ovvero proposte modaiole che tendono ad imitare la moda femminile delle donne. E' innegabile, si notano questi modellini glitterati, svolazzanti e colorati di rosa, rosso o colori molto fashion, i bikini sono all'ordine del giorno, i pantaloncini sempre più corti, insomma, c'è da osservare e comprendere il perché di certe scelte per le bambine. Un papà, replicando su un social, ha sinceramente messo in risalto (lui padre di una bimba di 14 mesi) la forte ed evidente tendenza che lentamente ma inesorabilmente, stia prendendo piede: ovvero si nota come la moda detti i suoi tempi inducendo ad abbigliare i piccoli sin da subito, in modo esagerato e poco accattabile. Una frase per tutte, espressa da un genitore su Tik Tok, ha coinvolto gli altri in rete: "Perché non possono lasciare che siano bambine anziché mini donne?". Questa denuncia insieme ad altre argomentazioni belle toste sul problema, gli sono valsi un milione e 200 mila like! Una sintonia unica e una condivisione esemplare per un problema ormai troppo ricorrente e decisamente recepito favorevolmente da tante persone, su quale sia l'attuale tendenza della moda. Battiamoci finché possiamo respingere questo andazzo poco edificante soprattutto per i genitori. Nel contempo, a New York in una scuola di Manhattan, la Columbia Grammar Preparatory School ha aggiunto al programma scolastico, un corso di letteratura della pornografia. Oh poffarbacco! Va bene che la scuola sia elitaria e abbia una retta di circa 50 mila dollari all'anno, ma i genitori non sono stati avvertiti dell'iniziativa, o meglio, pensavano ai soliti corsi per l'educazione sessuale che generalmente si tengono affinché i bambini comincino a recepire l'argomento con nonchalance e sufficienza. E' accaduto quindi che 120 ragazzini/e si siano iscritti al corso e invece di imparare cosa siano pillole e preservativi, si sono imbattuti in video, foto e posizioni sessuali fuori dalla loro portata. Quando sono rientrati a casa, molti hanno raccontato ai genitori l'eccitante (sic) esperienza e un bambino addirittura è stato minuzioso e dettagliato poiché da bravo alunno, ha seguito la lezione con la massima attenzione: "Mamma, a un certo punto ho visto un pisellino molto grande teso all'insù!". Le mamme hanno fatto fronte comune protestando vigorosamente per la scelta scellerata dell'Istituto. Il loro pensiero unico è: "Vogliono indottrinare i bambini azzerando le famiglie". Hanno torto? Hanno ragione? Leggo nelle due notizie passi troppo audaci e molto azzardati per coinvolgere bambini/e troppo piccoli. E voi?
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